Suburbicon

Anni 50. A Suburbicon, città-modello linda e tranquilla, vive Gardner Lodge con la moglie Rose (paralizzata in seguito ad un incidente), il figlio Nicky e la sorella gemella di Rose, Margaret che amorevolmente li accudisce. A turbare la comunità è l’arrivo nella villetta accanto di una coppia di colore, i Meyers, con un bambino dell’età di Nicky. A spezzare la pace in casa Lodge è l’irruzione di due malviventi che stordiscono con il cloroformio, uccidendo Rose… La black-comedy diretta da George Clooney (da una vecchia storia dei fratelli Coen) nasconde sotto l’apparenza idilliaca un’implacabile ferocia, dipingendo il meglio e il peggio dell’umanità nelle azioni della gente comune.

USA 2017 – 1h 44′

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First Reformed

USA 2017 – 1h 48′

 VENEZIA –  Paul Schrader è preoccupato per l’America e si sente. Nel suo film candidato alla 74° Mostra del cinema di Venezia, First Reformed, il peso dell’angoscia è avvertibile fin dalle prime inquadrature e si concretizza nella crisi spirituale di un ex cappellano militare interpretato da Ethan Hawke.

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Il dubbio – Un caso di coscienza

Il dottor Narima, anatomo-patologo, uomo onesto e di solidi principi, ha incidente in cui resta coinvolto un bambino. Il padre decide di non portare il ragazzino in ospedale, ma alcuni giorni dopo il dottore viene a sapere che lo stesso bambino è giunto nello stesso ospedale in cui lui lavora per un’autopsia per morte sospetta… Una vicenda appassionante, costruita con grande rigore e segnata dal dubbio e dai rimorsi, dalle difficile comunicazione tra le diverse classi sociali, dal peso delle responsabilità che certe scelte possano avere sulle vite altrui. Cinema iraniano di qualità!

VENEZIA 74
PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA
PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE

No Date, No Signature
Bedoune Tarikh, Bedoune Emza

Iran 2017 – 1h 44′

 VENEZIA –  Pieno padrone delle procedure del suo mestiere, ed estremamente scrupoloso nel seguirle e applicarle, non senza conoscere bene le conseguenze etiche e morali che ogni loro variazione comporta, un medico legale una sera viene urtato in auto e inavvertitamente va a colpire un motorino che trasporta quattro persone: un capofamiglia, sua moglie, un ragazzino e una neonata. Tutti i componenti sembrano stare bene, tranne qualche acciacco. Il medico consiglia di presentarsi immediatamente al pronto soccorso, ed offre dei soldi al capofamiglia per dimenticare la faccenda. Questi accetta i soldi, ma ignora i consigli. Dopo poche ore il medico legale vede recapitarsi in ospedale il cadavere del ragazzino…

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mother!

USA 2017 – 2h

 VENEZIA –  Ci sono film che sembrano fatti apposta per fare arrabbiare tutti. Darren Aronofsky non è nuovo a questo genere di esperienza: nel 2006 portò a Venezia un film, The Fountain, dalle mille traversie produttive, comprese illustri defezioni dal cast che ne avevano trascinato per anni l’ultimo ciak. Risultato: un’opera di frastornante ed inaudita presunzione, che si illudeva di fare poesia con un tripudio di immagini digitali inondate da onnipresenti musiche di Clint Mansell.

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EX LIBRIS – New York Public Library

USA 2017 – 3h 17′

 VENEZIA –  Qualcuno potrebbe domandarsi come sia possibile rendere interessante un documentario di più di tre ore su una biblioteca. Qualcuno che non conoscesse Frederick Wiseman, uno dei più grandi documentaristi della storia del cinema, che ancora una volta con il film Ex Libris – New York Public Library, presentato in concorso a Venezia, riesce nella scommessa: far fare allo spettatore una esplorazione, una ricerca, un percorso di conoscenza, questa volta rivolto a una delle più note e importanti istituzioni culturali degli Stati Uniti.

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L’insulto

The Insult
Libano/Francia 2017 – 1h 50′

 VENEZIA –  Splendido film L’insulto, di Ziad Doueiri, una coproduzione franco-libanese, una microstoria, in apparenza inizialmente, che racconta la Grande Storia e le grandi ferite familiari, sociali e politiche che stanno dietro essa.

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Jusqu’à la garde

Francia 2017 – 1h 30′

 VENEZIA –  Jusqu’à la garde, esordio di un attore teatrale passato dietro la m.d.p., Xavier Legrand, è testimonianza di come i film di matrice, o perlomeno di coproduzione francese, siano stati tra le migliori presenze a Venezia 74. Ha, infatti ottenuto, in primis, il Leone d’Argento – Premio per la Miglior Regia (‘riconosciuta’ come un’altra storia ‘figlia del nostro tempo’) e si è vista attribuire addirittura un altro importante premio, quello alla Migliore opera Prima, il Leone del Futuro intitolato a Luigi De Laurentiis.

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Mektoub, My Love: Canto Uno

Amin, un aspirante sceneggiatore che vive a Parigi, ritorna per l’estate nella sua città natale, una comunità di pescatori nel sud della Francia. È l’occasione per ritrovare la famiglia e gli amici d’infanzia. Accompagnato da suo cugino Tony e dalla sua migliore amica Ophélie, Amin passa il suo tempo tra il ristorante di specialità tunisine dei suoi genitori, i bar del quartiere e la spiaggia frequentata dalle ragazze in vacanza. Incantato dalle numerose figure femminili che lo circondano, Amin resta soggiogato da queste sirene estive, all’opposto del suo dionisiaco cugino che si getta senza remore nell’euforia dei loro corpi. Munito della sua macchina fotografica, e guidato dalla luce eclatante della costa mediterranea, Amin porta avanti la sua ricerca filosofica lanciandosi nella scrittura delle sue sceneggiature.

Francia/Italia/Tunisia – 3h

 VENEZIA – Il ricordo,  qualunque sia la natura che ne domini il significato, scalfisce, con la propria aura pulsionale, le viscere della rappresentazione cinematografica. Il segno distintivo della visione di Abdellatif Kechiche è nascosto nell’intensità di un percorso nel quale è inevitabile perdersi in un infinito susseguirsi contemplativo – una ricerca probabilmente – su di un’inafferrabile estasi della bellezza, allo stesso tempo tragica e inebriante, dalla quale il regista franco tunisino si è elevato oltre la straordinaria ricchezza di uno stile, per farsi genere. Quel genere che in La vita di Adele aveva raggiunto una perfezione formale quasi definitiva, divenendo esso stesso l’espressione di un azzeramento del deficit del cinema nei confronti della percezione del reale, e dunque il trionfo del mezzo dello sguardo rispetto all’albagia di ciò che viene chiamata vita.

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The Deserted

Hsiao-Kang si sta riprendendo da una malattia in montagna. La sua anziana madre gli fa visita e cucina per lui, ma egli non riesce a mangiare. Una donna fantasma vive nella casa accanto. Come la madre, lei non riesce a entrare nella sua vita. L’unico compagno con cui parla Hsiao-Kang è un pesce solitario…

Taiwan 2017 – 55′

 VENEZIA – L’arte di Tsai Ming-Liang (Arrivederci Dragon Inn, Stray Dogs) è sempre sul punto di cadere, interrompersi, morire. Più che descrivere una vicenda, sviscerarne le svolte, intraprendere una via, il regista taiwanese (ri)percorre il fluire delle immagini come fossero un liquido materico fluorescente, apparentemente immobile e pur sempre in movimento.

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L’inganno

The Beguiled
USA 2017  – 1h 33′

Virginia, 1864. Negli Stati Uniti infuria la Guerra di Secessione, ma le ragazze del Seminary for Young Ladies vivono protette dal mondo esterno. Tutto cambia quando un soldato dell’Unione ferito viene trovato nei paraggi e condotto al riparo. Mentre gli offrono rifugio e curano le sue ferite, la casa viene invasa dalla tensione sessuale e da pericolose rivalità, e i tabù vengono infranti in un’imprevista serie di eventi. Sophia Coppola dirige con l’eleganza sicura e minimalista che caratterizza il suo cinema: cast perfetto, confezione impeccabile, fotografia onirica per un thriller psicologico fin troppo elegante, comunque ricco di tensione.

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