In un villaggio costiero thailandese un pescatore si imbatte in un uomo ferito e privo di sensi. Portatolo in salvo, gli offre amicizia e ospitalità, e gli dà anche un nome, dato che è completamente incapace di parlare. Quando il pescatore scompare all’improvviso in mare, l’ospite incomincia lentamente ad impadronirsi della vita dell’amico… Fulminante apologo sul senso profondo del sopravvivere (dedicato alla tragedia dei rifugiati Rohingya) Manta Ray è un film che lavora per sottrazione affidandosi ad impercettibili snodi narrativi. Un’opera visivamente affascinante, luminosa, rarefatta, incisiva come un poema.

Kraben Rahu
Tailandia/Francia/Cina 2018 – 1h 45′
75° Festival di VE: miglior film della sezione ORIZZONTI
VENEZIA – Rompong: in Indonesia è chiamata così la “trappola fluttuante” illuminata da lampade utilizzata per catturare il pesce di notte. È quella che usa il protagonista del bel film di Phuttiphong Aroonpheng, dove le luci, disseminate per gran parte delle scene notturne, svolgono una funzione fondamentale nello scivolamento continuo da una realtà ad un’altra o meglio dalla realtà alla surrealtà.