Miserere

Un avvocato di successo, che deve accudire la moglie in coma in seguito ad un incidente stradale, è gratificato dalle numerose testimonianze di affetto e compassione da parte di tutti coloro che lo frequentano. Quando però, inaspettatamente la moglie uscirà dal coma e tornerà a casa, egli si troverà del tutto spiazzato e cercherà a modo suo di riconquistarsi la compassione, che gli è venuta a mancare. La storia di un uomo felice solamente quando si sente consolato per la propria infelicità, dipendente a tal punto dalla pietà da sentire il bisogno profondo di evocarla negli altri. Ad ogni costo…

 

Oiktos
Grecia/Polonia 2018  (99′)

 TORINO – Due sono le gabbie dentro cui è costretto a muoversi questo “uomo qualunque”, protagonista (non a caso senza nome) del bel film, opera seconda, del regista greco Babis Makridis (autore di L).

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Dragged Across Concrete

Due ispettori di polizia vengono sospesi dal servizio quando viene diffuso dai media un video che mette in luce i loro metodi violenti. Male in arnese economicamente e senza alternative, gli amareggiati poliziotti iniziano la loro discesa nel mondo della criminalità dove, ad attenderli nell’ombra, trovano più di quanto immaginassero.


Canada/Usa 2018 – 2h 39’

 VENEZIA – I film di S. Craig Zahler sono macchine desideranti destinate alla rovina. Slavoj Žižek riprende l’idea lacaniana secondo cui un desiderio non è mai il semplice desiderio di un oggetto determinato, ma “è sempre anche il desiderio del desiderio stesso, il desiderio di continuare a desiderare”; e aggiunge: “La modalità classica della fantasia non è costruire uno scenario in cui mi immagino di ottenere ciò che desidero, ma uno scenario in cui mi immagino desiderato da altri”.

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Opera senza autore

Con una storiografia romanzata il film racconta tre epoche della Germania del ‘900 partendo dalla follia hitleriana e arrivando alla fine degli anni ’60: tutto attraverso l’intensa vita dell’artista Kurt Barnert, dal suo amore appassionato per la zia Elisabeth, a quello maturo per Ellie, figlia di un ex medico nazista che è riuscito a ridarsi una rispettabilità nella nuovo corso comunista, ma che non ha perso la recondita malvagità. La vivacità dell’ambiente artistico di Düsseldorf Kurt troverà la quadra per la sua carriera, per la sua vita sentimentale e per un respiro umano rasserenante nel ricordare il passato e affrontare il futuro.

  

Werk ohne Autor
Germania 2018 – 3h 8′

 VENEZIA – Con Opera senza autore il tedesco Florian Henckel von Donnersmarck, dopo la sfortunata incursione nel thriller con The Tourist, torna al melo su sfondo storico, genere in cui è più a suo agio e che gli aveva portato un Oscar nel 2007 con Le vite degli altri.
Anche questo è un film che lo spettatore può amare, a partire dalla vicenda, così ricca di colpi di scena da sfiorare in qualche momento il feuilleton: si ispira invece a fatti reali della vita di uno dei più famosi e quotati artisti contemporanei, Gerhard Richter (classe 1932).

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Charlie Says

Un impietoso ritratto di Charlie Manson e della sua contagiosa follia. Lo chiave di lettura è affidata a Karlene Faith, un’assistente sociale alla quale sono affidate tre giovani assassine della sua setta, condannate all’ergastolo. L’eccidio di Cielo Drive, in cui fu brutalmente uccisa Sharon Tate (moglie di Roman Polanski) fu un dramma che sconvolse l’America e il mondo e lo sguardo di Mary Harron indaga con sgomenta umanità sulle aberranti dinamiche della comunità “femminile” plagiata dal carismatico Charlie: quale il suo potere sulle giovani adepte? Come riuscì ad annullare la loro personalità e a trasformarle in brutali omicide?

 

Usa 2018 (104′)

 VENEZIA – “9 agosto 1969: il giorno che il ‘68 finì”. Con questa frase, a caratteri cubitali su fondo nero, si apre Charlie Says (Dice Charlie), il nuovo film della regista Mary Hatton, (American Psycho, Ho ucciso Andy Warhol) presentato nella sezione Panorama.

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La Flor

Argentina 2018 – 808′

 LOCARNO – Il festival ticinese non è alieno dai film-monstre essendo stato tra i primi a far conoscere (e anzi a premiare col Pardo d’oro 2014) gli interminabili film del filippino Lav Diaz. Ma qui si è raggiunto il top, obbligando gli organizzatori ad uno sforzo anche logistico. Per arrivare alle quasi 14 ore di proiezione, la maratona è stata suddivisa in tre tappe di quattro-cinque ore ciascuna (con diritto a pausa fisiologica), ma allo stesso quasi nessuno è riuscito a vederlo proprio tutto (gli spettacoli cadevano negli ultimi tre giorni della rassegna, quando notoriamente il livello di attenzione e pazienza degli addetti ai lavori precipita).

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Vox Lux

Il film segue da vicino l’ascesa di Celeste dalle ceneri di un’immensa tragedia nazionale a superstar pop. Il film abbraccia un arco di tempo di diciotto anni, dal 1999 al 2017, delineando alcuni importanti momenti culturali attraverso lo sguardo della protagonista.


Usa 2018 – 1h 50′

 VENEZIA – Di suono, di luce. E di morte. Il cinema è un’arte composta di elementi primari e fondamentali e della consapevolezza che il loro compiersi sia frutto di un decesso annunciato. Ogni fotogramma, ogni bit, ogni vibrazione, cristallizza un istante di tempo, di vita, e li condanna a una reiterazione fantasmatica e illusionistica in cui il mezzo cinematografico decreta la fine annunciata dello scorrere del tempo. Sembra che per il giovane attore, e qui regista, Brady Corbet, il tempo, e la storia, sia una macchina infernale da scandagliare ed elaborare attraverso biografie inventate e plausibili di personaggi del loro tempo, di un tempo portatore di incertezze, mitologie, casualità.

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What You Gonna Do When the World’s on Fire?

New Orleans, 2017: Judy cerca di salvare il suo bar nel quartiere nero di Tremé, nonostante i proprietari lo vogliano far chiudere; due fratellini cercano il giusto modo di crescere, aiutati dalla madre che vuole tenerli lontani dalla strada e dai guai che facilmente si abbattono sulle vite dei giovani di colore; i militanti del Nuovo Partito delle Pantere Nere per l’Autodifesa cercano giustizia per le vittime di omicidi a sfondo razziale, a partire da Alton Sterling freddato l’anno prima da due poliziotti bianchi..


Italia/Usa/Francia 2018 – 2h 3′

 VENEZIA – L’ultimo documentario di Roberto Minervini si pone già dal titolo come un’incisiva interrogazione aperta al mondo. Un quesito di certo non retorico e di difficile manipolazione, che tra le mani del regista marchigiano ormai trapiantato in America, cerca una modellazione, una messa in forma che diviene prima di tutto una voce fortissima, quella della comunità afroamericana di New Orleans, relegata per sua natura a una marginalità, a una schiavitù, a un’inconsistenza fisica e ideologica dal dominio e dal potere bianco. .

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La Favorita

All’inizio del XVIII secolo, mentre il Regno Unito è in guerra con la Francia, sul trono siede la Regina Anna (Olivia Colman), di salute instabile e di temperamento volubile. Al suo fianco l’amica intima Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz) si prende cura di lei e governa il paese in sua vece. Una posizione di privilegio che vacilla però con l’arrivo dell’ambiziosa e affascinante Abigail Masham (Emma Stone) che sa come farsi benvolere a corte fino diventare la nuova confidente della sovrana. Sarah e Abigail usano tutti i mezzi a disposizione pur occupare il ruolo di favorita, innescando un pericoloso tourbillon di tensioni e inganni… Sostenuto da una sceneggiatura al limite della perfezione La favorita è un magnifico affresco degli intrighi di corte da un punto di vista tutto femminile: straordinarie le tre interpreti con la Colman consacrata con l’Oscar per la miglior attrice protagonista.



The Favourite

UK/Irlanda/USA 2018 – 2h

75° Festival di VE: LEONE D’ARGENTO – GRAN PREMIO DELLA GIURIA
COPPA VOLPI – Olivia Colman,
migliore interpretazione femminile
OSCAR – 
Olivia Colman, migliore attrice protagonista

 VENEZIA – L’ultimo film del regista greco Yorgos Lanthimos, La Favorita, presenta indubbiamente alcuni elementi di novità, che rendono il suo cinema più godibile, senza però togliergli coerenza. Non c’è più innanzitutto lo sceneggiatore di sempre, Efthimis Filippou: al suo posto Deborah Davis e Tony McNamara costruiscono una sceneggiatura brillante con dialoghi scoppiettanti.

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Il gioco delle coppie

Alain, editore parigino di successo, e Leonard, suo autore storico, faticano a comprendere l’editoria contemporanea, fatta di e-book e social media. Quando si incontrano per discutere del nuovo manoscritto di Leonard, Alain rifiuta di pubblicarlo. Sua moglie lo ritiene invece un capolavoro… Con un’amabile commedia Assayas ribadisce la sua reputazione di autore intellettuale. Il gioco delle coppie è un simposio di idee, dialoghi e riflessioni sulla nuova realtà di flussi e di schermi a cui nessuno riesce più a sfuggire.


Double vies

Francia 2018 – 1h 40′

 VENEZIA – Olivier Assayas torna alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia dopo Sils Maria (a Locarno nel 2014) e Personal Shopper (Miglior Regia a Cannes nel 2016) con un film-saggio che, alla lontana, pare completare e riformulare il discorso (più radical-chic che filologico) di Qualcosa nell’aria, film sul contesto politico e culturale in cui si è formata la sua generazione e la classe intellettuale di cui fa parte.

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C’est ça l’amour


Francia 2018 – 1h 38′

 VENEZIA – C’est ça l’amour è il secondo lungometraggio di Claire Burger, il suo primo a firma singola (Party Girl – Caméra d’Or a Un Certain Regard nel 2014 – era codiretto con Marie Amachoukeli e Samuel Theis). Nel cast spicca il protagonista, il belga Bouli Lanners (premio Magritte come miglior attore non protagonista per Un sapore di ruggine e ossa) e la giovane ottima promessa francese Justine Lacroix.

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