I figli del fiume giallo

Qiao, una ballerina innamorata del gangster Bin, si trova coinvolta in un combattimento tra bande locali e per difendere l’uomo che ama spara un colpo di pistola. Per questo viene condannata a cinque anni di carcere. Dopo il suo rilascio, Qiao va alla ricerca di Bin per ricominciare una vita insieme a lui. Ma non tutto è come prima… Alla “confusione” del racconto fa sponda la disgregazione della Cina d’oggi, ma l’animo indomito di Qiao è la voce di una speranza che Jia Zhangke rinfocola film dopo film.

Ash Is The Purest White
Italia/Cina 2018 – 141′

 

 TORINO – Non è un cinema lineare quello di Jia Zhangke, tantomeno Ash Is The Purest White. Le sue storie si stratificano nel tempo e negli spazi, abbandonano ambienti e personaggi per riprenderli in situazioni diverse e non sempre consequenziali.

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In Fabric

Un abito rosso sangue venduto da un lussuoso grande magazzino trasmette una maledizione a chiunque lo indossi.


Gran Bretagna, 2018 – 1h 58′

 TORINO – Quello del cinema di genere, si sa, è un terreno difficile da percorrere e, soprattutto negli ultimi anni realizzare un film horror di qualità è diventata un’impresa ardua, vuoi per le regole commerciali troppo serrate, vuoi per il rischio della ripetitività..

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Miserere

Un avvocato di successo, che deve accudire la moglie in coma in seguito ad un incidente stradale, è gratificato dalle numerose testimonianze di affetto e compassione da parte di tutti coloro che lo frequentano. Quando però, inaspettatamente la moglie uscirà dal coma e tornerà a casa, egli si troverà del tutto spiazzato e cercherà a modo suo di riconquistarsi la compassione, che gli è venuta a mancare. La storia di un uomo felice solamente quando si sente consolato per la propria infelicità, dipendente a tal punto dalla pietà da sentire il bisogno profondo di evocarla negli altri. Ad ogni costo…

 

Oiktos
Grecia/Polonia 2018  (99′)

 TORINO – Due sono le gabbie dentro cui è costretto a muoversi questo “uomo qualunque”, protagonista (non a caso senza nome) del bel film, opera seconda, del regista greco Babis Makridis (autore di L).

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Dragged Across Concrete

Due ispettori di polizia vengono sospesi dal servizio quando viene diffuso dai media un video che mette in luce i loro metodi violenti. Male in arnese economicamente e senza alternative, gli amareggiati poliziotti iniziano la loro discesa nel mondo della criminalità dove, ad attenderli nell’ombra, trovano più di quanto immaginassero.


Canada/Usa 2018 – 2h 39’

 VENEZIA – I film di S. Craig Zahler sono macchine desideranti destinate alla rovina. Slavoj Žižek riprende l’idea lacaniana secondo cui un desiderio non è mai il semplice desiderio di un oggetto determinato, ma “è sempre anche il desiderio del desiderio stesso, il desiderio di continuare a desiderare”; e aggiunge: “La modalità classica della fantasia non è costruire uno scenario in cui mi immagino di ottenere ciò che desidero, ma uno scenario in cui mi immagino desiderato da altri”.

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Opera senza autore

Con una storiografia romanzata il film racconta tre epoche della Germania del ‘900 partendo dalla follia hitleriana e arrivando alla fine degli anni ’60: tutto attraverso l’intensa vita dell’artista Kurt Barnert, dal suo amore appassionato per la zia Elisabeth, a quello maturo per Ellie, figlia di un ex medico nazista che è riuscito a ridarsi una rispettabilità nella nuovo corso comunista, ma che non ha perso la recondita malvagità. La vivacità dell’ambiente artistico di Düsseldorf Kurt troverà la quadra per la sua carriera, per la sua vita sentimentale e per un respiro umano rasserenante nel ricordare il passato e affrontare il futuro.

  

Werk ohne Autor
Germania 2018 – 3h 8′

 VENEZIA – Con Opera senza autore il tedesco Florian Henckel von Donnersmarck, dopo la sfortunata incursione nel thriller con The Tourist, torna al melo su sfondo storico, genere in cui è più a suo agio e che gli aveva portato un Oscar nel 2007 con Le vite degli altri.
Anche questo è un film che lo spettatore può amare, a partire dalla vicenda, così ricca di colpi di scena da sfiorare in qualche momento il feuilleton: si ispira invece a fatti reali della vita di uno dei più famosi e quotati artisti contemporanei, Gerhard Richter (classe 1932).

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Charlie Says

Un impietoso ritratto di Charlie Manson e della sua contagiosa follia. Lo chiave di lettura è affidata a Karlene Faith, un’assistente sociale alla quale sono affidate tre giovani assassine della sua setta, condannate all’ergastolo. L’eccidio di Cielo Drive, in cui fu brutalmente uccisa Sharon Tate (moglie di Roman Polanski) fu un dramma che sconvolse l’America e il mondo e lo sguardo di Mary Harron indaga con sgomenta umanità sulle aberranti dinamiche della comunità “femminile” plagiata dal carismatico Charlie: quale il suo potere sulle giovani adepte? Come riuscì ad annullare la loro personalità e a trasformarle in brutali omicide?

 

Usa 2018 (104′)

 VENEZIA – “9 agosto 1969: il giorno che il ‘68 finì”. Con questa frase, a caratteri cubitali su fondo nero, si apre Charlie Says (Dice Charlie), il nuovo film della regista Mary Hatton, (American Psycho, Ho ucciso Andy Warhol) presentato nella sezione Panorama.

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La Flor

Argentina 2018 – 808′

 LOCARNO – Il festival ticinese non è alieno dai film-monstre essendo stato tra i primi a far conoscere (e anzi a premiare col Pardo d’oro 2014) gli interminabili film del filippino Lav Diaz. Ma qui si è raggiunto il top, obbligando gli organizzatori ad uno sforzo anche logistico. Per arrivare alle quasi 14 ore di proiezione, la maratona è stata suddivisa in tre tappe di quattro-cinque ore ciascuna (con diritto a pausa fisiologica), ma allo stesso quasi nessuno è riuscito a vederlo proprio tutto (gli spettacoli cadevano negli ultimi tre giorni della rassegna, quando notoriamente il livello di attenzione e pazienza degli addetti ai lavori precipita).

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Vox Lux

Il film segue da vicino l’ascesa di Celeste dalle ceneri di un’immensa tragedia nazionale a superstar pop. Il film abbraccia un arco di tempo di diciotto anni, dal 1999 al 2017, delineando alcuni importanti momenti culturali attraverso lo sguardo della protagonista.


Usa 2018 – 1h 50′

 VENEZIA – Di suono, di luce. E di morte. Il cinema è un’arte composta di elementi primari e fondamentali e della consapevolezza che il loro compiersi sia frutto di un decesso annunciato. Ogni fotogramma, ogni bit, ogni vibrazione, cristallizza un istante di tempo, di vita, e li condanna a una reiterazione fantasmatica e illusionistica in cui il mezzo cinematografico decreta la fine annunciata dello scorrere del tempo. Sembra che per il giovane attore, e qui regista, Brady Corbet, il tempo, e la storia, sia una macchina infernale da scandagliare ed elaborare attraverso biografie inventate e plausibili di personaggi del loro tempo, di un tempo portatore di incertezze, mitologie, casualità.

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What You Gonna Do When the World’s on Fire?

New Orleans, 2017: Judy cerca di salvare il suo bar nel quartiere nero di Tremé, nonostante i proprietari lo vogliano far chiudere; due fratellini cercano il giusto modo di crescere, aiutati dalla madre che vuole tenerli lontani dalla strada e dai guai che facilmente si abbattono sulle vite dei giovani di colore; i militanti del Nuovo Partito delle Pantere Nere per l’Autodifesa cercano giustizia per le vittime di omicidi a sfondo razziale, a partire da Alton Sterling freddato l’anno prima da due poliziotti bianchi..


Italia/Usa/Francia 2018 – 2h 3′

 VENEZIA – L’ultimo documentario di Roberto Minervini si pone già dal titolo come un’incisiva interrogazione aperta al mondo. Un quesito di certo non retorico e di difficile manipolazione, che tra le mani del regista marchigiano ormai trapiantato in America, cerca una modellazione, una messa in forma che diviene prima di tutto una voce fortissima, quella della comunità afroamericana di New Orleans, relegata per sua natura a una marginalità, a una schiavitù, a un’inconsistenza fisica e ideologica dal dominio e dal potere bianco. .

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