Il traditore

Spagna 2019  (113′)

 CANNES – Ci voleva Marco Bellocchio, l’uomo, il regista che in più di cinquanta anni di attività (I pugni in tasca è del 64) ha sempre avuto il coraggio di gettare lo sguardo sui grandi snodi della società italiana, con film come La Cina è vicina, Sbatti il mostro in prima pagina, Buongiorno, notte o più recentemente sul dramma di Eluana Englaro (Bella addormentata).

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Dolor y Gloria

Salvador Mallo (Antonio Banderas) è un regista cinematografico ormai sul viale del tramonto. Soffrente nel corpo e nello spirito, fa il punto sulla sua vita: la sua infanzia negli anni ’60, il primo desiderio e il primo amore, la scoperta terapeutica del cinema… E Dolor y Gloria è proprio una dichiarazione d’amore al cinema (semiautobiografica) di memorabile sincerità e potenza, sorprendente e commovente.

Spagna 2019  (113′)
CANNES: miglior interprete maschile

 CANNES – Era l’unico dei grandi a non essersi dimostrato inferiore alle attese, dato per favorito fin dall’inizio, mai vinto un festival importante… e invece Pedro Almodóvar, 70 anni a settembre, anche stavolta non ce l’ha fatta a portarsi a casa la Palma!.

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La vita nascosta – A Hidden Life

La storia vera di Franz Jägerstätter (August Diehl), contadino austriaco e obiettore di coscienza, che venne arrestato, e in seguito ucciso, per essersi rifiutato di arruolarsi nell’esercito nazista. Tornato a forme narrative più lineari Malick non ha abbandonato le suggestioni estetiche né il susseguirsi di riflessioni esistenziali. Un cinema inondato di luce, natura, fede!

 

A Hidden Life
USA/Germania, 2019  (173′)

 CANNES – A Hidden Life, titolo del nuovo film di Terrence Malick in concorso a Cannes, è una citazione dal romanzo Middlemarch di George Eliot, laddove la scrittrice vittoriana si congeda dai suoi lettori invitandoli a non dimenticare che il poco o molto di buono che esiste nel mondo sia spesso dovuto a personaggi non storici, a coloro che hanno vissuto con fede “una vita nascosta” e giacciono in ”tombe non visitate”.

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Ten Years Thailand

Thailandia 2018 – (95′)  UDINE – Nel 2016 è stato presentato al Far East il film hongkonghese Ten Years, un’antologia che proponeva cinque visioni cupe e sorprendenti del futuro della città. Un film censuratissimo in Cina, ma che vinse in quell’anno come miglior film all’Hong Kong Film Awards. Proprio da Udine è partita l’iniziativa di estendere … Leggi tutto

Grazie a Dio

 

Grâce à Dieu
Francia 2019 – 2h 17′

 BERLINO – Nella sua lunga e prolifica carriera François Ozon si è divertito a spaziare nei generi e nelle ambientazioni più diverse, dalla analisi psico-sociologica di Potiche, di Giovane e bella e di Una nuova amica fino allo storico Frantz e allo psicodramma di Doppio amore, per limitarsi ai più recenti. Al centro, sempre il tema del doppio, dello scambio di persona, della multipla identità, anche e soprattutto, sessuale.

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Dio è donna si chiama Petrunya

In una piccola città in Macedonia, Petrunya, 32 anni disoccupata, vive ancora con i genitori. Un giorno, tornando da un fallimentare colloquio di lavoro, “partecipa” ad una particolare cerimonia nella quale il sacerdote lancia nel fiume un crocifisso di legno. È una gara in cui gli uomini del paese si tuffano per recuperarlo, ma sarà invece Petrunya ad impossessarsene dando vita a un vero e proprio scandalo mediatico. Come ha osato una donna intromettersi nel rituale maschile? Un’ispida satira su una società patriarcale e retrograda, religiosamente arcaica, che la quarantenne regista macedone affronta con personalità di stile, essenziale nella forma ed esplicito nei contenuti.

 

Gospod postoi, imeto i’ e Petrunija
Macedonia/Belgio/Slovenia/Croazia/Francia 2019 – 1h 40′

 BERLINO – A cominciare dal titolo, estremamente accattivante per non dire geniale, sembrava essere la rivelazione del festival il nuovo film della regista macedone Teona Strugar Mitevska, peraltro alla sua quarta partecipazione a Berlino. Anche qui, come nei precedenti, l’obiettivo è dare un’immagine non convenzionale del suo paese, appena uscito dal comunismo ma ancora in lotta per liberarsi dalle pastoie dell’autoritarismo, della discriminazione di genere, del clericalismo di ritorno.

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La paranza dei bambini

Piranhas – La paranza dei bambini
Italia/Francia 2019 – 1h 51′

 BERLINO – Graziosamente beneficiario di un incongruo Orso d’argento per la migliore sceneggiatura (della serie qualcosa bisogna dargli ma non sappiamo cosa), Piranhas – La paranza dei bambini, unica presenza italiana a Berlino, è un modesto prodotto commerciale volto a sfruttare, anche e soprattutto a livello internazionale, la moda del genere Gomorra, Suburra e similari.

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A Tale of Three Sisters

Kiz Kardesle
Turchia/Germania/Paesi Bassi/Grecia 2019 – 1h 48′

 BERLINO – Premio speciale della giuria a Venezia 2015 per il suo Frenzy, fosco ritratto distopico di una Istanbul periferica, in preda a forze oscure e sotto la minaccia del terrorismo, anche di stato, il regista turco Emin Alper si ripresenta con questo A Tale of Three Sisters e, a parte la comune a temporalità e unità di luogo e di azione, il film non potrebbe essere più diverso.

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Öndög

Mongolia 2019 – 1h 40′

 BERLINO – Il regista cinese Wang Quan’an ha un lungo, privilegiato rapporto col festival di Berlino; più volte in concorso, Orso d’oro nel 2006 con Il matrimonio di Tuya, d’argento sei anni dopo con l’epico White Deer Plain, membro della giuria nella scorsa edizione. Eccolo di nuovo in concorso quest’anno con Öndög, film di ambientazione mongola come Tuya, accolto benissimo dalla critica (in testa alle classifiche delle varie riviste specializzate fin quasi alla fine…).
Öndög .

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Temporada


Brasile 2018 – 1h 53′

 TORINO – Come è possibile che una vicenda ordinaria, di una persona qualunque, assurga a paradigma di un riscatto umano e civile? E soprattutto ci trasmetta un’immagine assolutamente diversa e originale di un paese, il Brasile, normalmente narrato solo nei suoi estremi della povertà e violenza da una parte, oppure dall’altra (come accade nelle patinatissime novelas) della vita fatua e un po’ irreale delle classi privilegiate?

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