Vitalina Varela

Vitalina torna a Lisbona dal suo paese, Capo Verde, per il funerale del marito, ma quando arriva questo è già stato celebrato. Decide di rimanere comunque in Portogallo, in una nazione che non è (mai stata) sua, tra la gente che la invita a tornarsene a casa e di elaborare comunque là il suo lutto. Quello di Pedro Costa è un racconto, espresso in una forma anti-narrativa e che antepone la forza delle immagini allo storytelling, capace di cogliere lo spirito del popolo capoverdiano, contraddistinto da una tenacia indomita e da una resilienza impossibile da scalfire.

Portogallo 2019 (124′)
LOCARNO 76° – Pardo d’oro e miglior interpretazione femminile

 LOCARNO – Vitalina Varela del registra portoghese Pedro Costa è il vincitore del Pardo D’oro 2019. Pedro Costa si era rivelato proprio qui a Locarno nel 2014 con Cavalo Dinheiro (amatissimo dalla critica, ma mai distribuito in Italia) e questo film è ne è quasi la continuazione.

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No. 7 Cherry Lane


Animazione
Hong Kong 2019 (125′)
VE 76° – miglior sceneggiatura

 VENEZIA – Ha un carattere profondamente intimo e autobiografico l’ultimo lavoro del regista hongkonghese Yonfan, premiato per la miglior sceneggiatura a Venezia 76, e per questo non nasconde il suo carico di perturbanti contraddizioni, riuscendo al contempo a raccontare come la memoria possa mettere in discussione la realtà e l’attuale, oltre che il passato. 

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Sulla infinitezza

.Momenti di vita vari tra passato e presente: una coppia vaga nella città di Colonia afflitta dalla guerra, un padre e una figlia si dirigono a una festa di compleanno, delle adolescenti ballano fuori da un bar, dei soldati marciano verso un campo di prigionia. Una riflessione sull’esistenza umana in tutta la sua bellezza e crudeltà, splendore e banalità, ode e lamento al tempo stesso, un caleidoscopio di tutto ciò che è eternamente umano.



Om Det Oandliga
Svezia 2019 (90′)
VE 76° – Leone d’argento: miglior regia

 VENEZIA – No, non è sempre lo stesso film. Con About Endlessness Roy Andersson ripropone gli elementi che caratterizzano la sua rappresentazione, ma al contempo porta avanti e sviluppa il suo discorso sull’essere “esseri umani”. Se il film Leone d’oro nel 2014, Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza, aveva colpito, divertito e in alcuni casi scioccato gli spettatori con la particolarità delle scelte stilistiche e anti-narrative, questo film permette di apprezzare più in profondità il discorso che Andersson continua anche dopo aver concluso la trilogia sull’umanità.

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Blanco en blanco


White on White
Spagna/Cile/Francia/Germania 2019 (100′)
VE 76° – Sezione Orizzonti: miglior regia

 VENEZIA – Il bianco ci colpisce come un grande silenzio che ci sembra assoluto”, scriveva Kandinsky.In arte il bianco è la somma di tutti i colori, quelli dello spettro luminoso, ma è anche un non colore, il luogo dell’assenza e dell’astrazione, mentre in ambito fotografico è il mezzo fondamentale per bilanciare le luci e i colori della scena che stiamo osservando, facendosi quindi strumento privilegiato di interpetazione del reale. Era, del resto, anche ciò che suggeriva Malevic nel suo Quadrato bianco su fondo bianco, ed è quello che immediatamente evoca il titolo del nuovo film di Theo Court, bellissimo omaggio a un luogo e alla sua memoria dimenticata..

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Joker


USA 2019 (122′)
VE 76° – Leone d’oro

 VENEZIA – È una risata di sdegno, di odio e insieme di rivalsa quella che, nel capolavoro di Murnau, L’ultima risata, (1924) chiude la triste parabola di un uomo, che, una volta persa la sua preziosa livrea gallonata di portiere d’albergo, si vede privato di ogni dignità e considerazione sociale. Così come lo è quella di Arthur Fleck nella scena finale di Joker, che, al contrario, proprio attraverso il travestimento da clown, si prenderà la sua rivincita su tutte le umiliazioni subite, diventando un simbolo della rivolta sociale della Gotham City ricreata da Todd Phillips nel bellissimo film, vincitore del Leone d’oro.

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Saturday Fiction


Cina 2019 (126′)

 VENEZIA – Shanghai 1941: durante il secondo conflitto mondiale la Cina, sotto l’occupazione giapponese, è teatro di un’altra guerra, quella tra i servizi segreti alleati e le potenze dell’Asse. Jean Yu, una famosa attrice teatrale torna in patria dopo una lunga assenza per recitare nella commedia Satutday Fiction diretta dal suo ex amante. Ma quale è il suo vero scopo: liberare dalla prigione l’ex marito? Scappare dalla guerra con l’amante? Lavorare per il padre adottivo, agente dell’Intelligence? In un mondo fuori controllo dove è difficile distinguere gli amici dagli agenti sotto copertura, dovrà valutare cosa rivelare di quello che ha appreso sull’imminente attacco di Pearl Harbor…

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L’ufficiale e la spia

Parigi, 1895. Il capitano Alfred Dreyfus, accusato di spionaggio, viene degradato e condannato alla deportazione a vita nell’Isola del Diavolo al largo delle coste della Guyana francese. L’ufficiale di carriera Georges Picquart, arrivato a capo dell’unità di controspionaggio, si convince della sua innocenza e inizia una durissima battaglia in sua difesa, trovandosi coinvolto in labirinto di inganni e corruzione, che minaccia non soltanto il suo onore, ma la sua stessa vita. Polanski, con rigore e crescente tensione, costruisce un appassionato racconto che ha per protagonista la verità storica e la ricerca della giustizia.


J’accuse
Francia 2019  (126′)

VE 76°: Leone d’argento – Gran premio della Giuria

 VENEZIA – Alla fine alla 76° Mostra del Cinema di Venezia, dopo giorni di discussioni e polemiche, per J’accuse di Roman Polanski è arrivato “solo” il Leone d’argento. D’altro canto la Presidente della Giuria, Lucretia Martel, aveva fatto capire da subito che si sarebbe rifiutata di consegnare un Leone d’oro all’ottantaseienne regista, per le accuse di molestie sessuali che dal passato pendono sul suo capo.

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I migliori anni della nostra vita

Jean-Louis (Jean-Louis Trintignant) e Anne (Anouk Aimée) si sono conosciuti molto tempo fa e hanno vissuto un’intensa e inaspettata storia d’amore (Un uomo, una donna – 1966). Oggi, l’uomo, ex pilota di corsa, riporta alla memoria vecchi ricordi che vorrebbe poter rivivere. Tra questi c’è quella donna che non è riuscito a tenersi accanto… Per aiutarlo, suo figlio cerca di rintracciarla ed è così che i non più giovani come un tempo Anna e Jean-Louis potranno rivedersi… Un film che non si rivolge solo ai nostalgici di un ‘classico’ della nella storia del cinema, ma a tutti coloro che sono disposti, sempre, a riflettere sul mistero della vita e su quello dei sentimenti.

 

Les plus belles années d’une vie
Francia 2019  (90′)

 CANNES – Ci aveva già provato una volta, l’intramontabile Claude Lelouch (49 film all’attivo) a rinverdire lo straordinario successo di Un uomo, una donna, Palma d’oro e Oscar per il miglior film straniero nel 1966, forse uno dei film più visti e amati di sempre. Correva il1986, ma il sequel (stesso titolo….oggi), arruffato, senza ispirazione, era stato un flop sia di critica che di pubblico.

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I miserabili

Chris e Gwada, due uomini d’esperienza e Stéphane, appena arrivato formano la brigata anti-criminalità di Montfermeil nella banlieu 93. I tre sanno affrontare le tensioni montanti fra i differenti gruppi di quartiere, ma quando si trovano sopraffatti durante un arresto Gwada compie un gesto insano, per di più ripreso da un drone… Ladj Ly prende spunto ideale dal capolavoro di Hugo per cercare di raccontare il conflitto nella Francia di oggi in un thriller contemporaneo teso e dinamico, di grande forza visiva.

Les misérables
Francia 2019  (100′)
CANNES 72°: Gran Premio della Giuria

 CANNES – È intitolata a Victor Hugo, massimo scrittore francese e autore de I Miserabili, l’arteria principale di Montfermeil, una delle tante periferie (banlieu) che circondano Parigi. Giocando sul fatto che appunto lì si svolgeva una parte importante del romanzo, l’esordiente regista francese Ladj Ly, originario del Mali ma nato e cresciuto nel quartiere, vi ambienta il suo film, Les Misérables appunto, in concorso.

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