Careless Crime

Quarant’anni fa, durante la rivolta per rovesciare il regime dello Scià in Iran i dimostranti diedero fuoco alle sale cinematografiche in segno di protesta contro la cultura occidentale. In uno di questi incendi morirono 400 persone intrappolate all’interno del cinema Rex di Abadan. Nell’Iran dei nostri giorni quattro individui decidono a loro volta di dar fuoco a un cinema. La storia si ripeterà?


Jenayat-E Bi Deghat
Iran 2020 (139′)

il tempo
ormai
– come dire? –
è durato
troppo…
e non sappiamo ancora nulla (o non più)
della chiarezza trasparente del cinema
Enrico Ghezzi – cose (mai) dette

 VENEZIA – A sette anni di distanza da Fish & Cat (Venezia Orizzonti 2013) il giovane regista iraniano Shahram Mokri torna a Venezia sempre nella sezione Orizzonti con un lungometraggio, che non avrebbe certo sfigurato in concorso. È ancora una volta sul concetto di tempo che lavora Mokri: partendo da un fatto realmente accaduto due giorni prima della sua nascita, egli costruisce o meglio de-costruisce una storia, che diventa una riflessione sul senso stesso del cinema e sulla illusione di rappresentare il “vero” tramite l’artificio più grande che l’uomo abbia inventato, l’immagine riflessa del “reale”..

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Genus Pan

Andres Hanibal ha concluso il suo periodo di lavoro in miniera e si appresta a tornare a casa, nella sua isola. Intraprende il viaggio di ritorno con due suoi colleghi e superiori, Baldo – che ha trattenuto parte della sua paga – e Paulo, un fervente cristiano. Il viaggio è lungo, e attraversando la foresta si può rischiare di rimanere allucinati o di soffrire di allucinazioni. Al villaggio Andres arriverà solo.


Lahi, Hayop
Filippine 2020 (150′)
VE 77° – ORIZZONTI: miglior regia

 VENEZIA – A quattro anni dalla vittoria del Leone d’Oro con The Woman Who Left Lav Diaz torna a Venezia con il suo diciannovesimo lungometraggio, per il quale si aggiudica il Leone per la miglior regia nella sezione Orizzonti.

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Nuevo Orden

In un futuro distopico a maggior parte dei paesi sono governati da regimi totalitari. A Città del Messico, in una residenza borghese si sta per celebrare tra alcune famiglie dell’alta società un importante matrimonio. Ma il lieto evento finirà nel caos quando un gruppo di persone di rango inferiore salteranno il recinto dell’abitazione e si sparpaglieranno all’interno della proprietà. Un film duro, scioccante che avvince e lascia spiazzati.

Messico 2020 (88′)
VE 77: Gran Premio della Giuria

 VENEZIA – Nel 1957 un giovane Roman Polanski, all’epoca talentuoso studente all’accademia di cinema di Łódź, realizzò un breve film scolastico dal titolo We Destroy This Party. Il film narrava di un gruppetto di giovani scalmanati che facevano irruzione in un festino piccolo borghese, seminando il panico tra gli astanti. In sette minuti e una manciata di inquadrature il regista riusciva a disegnare i contorni di una piccola rivoluzione, l’insorgere violento e improvviso di un settore sociale subalterno a insidiare il vacuo prestigio della classe dominante. Pur mantenendo l’allegoria a un livello superficiale – e indugiando piuttosto sulla costruzione di una tensione interna alle inquadrature – Polanski tratteggiava egregiamente l’improvviso deflagrare di un desiderio frustrato e la metafora risultava tanto più incisiva quanto meno specificamente contestualizzata in uno scenario minuziosamente definito.

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And Tomorrow the Entire World


Und morgen die ganze welt
Germania 2020 (101′)

 VENEZIA – Nonostante i molti applausi che ne hanno accompagnato i titoli di coda alla première veneziana, il nuovo film di Julia von Heinz lascia più di un dubbio sulle ragioni che possano aver spinto la commissione ad ammetterlo in concorso. Sebbene pertenga al novero di quel cinema di impronta civile, di cui oggi parrebbe esservi discreto bisogno, And Tomorrow the Entire World rimane intrappolato in un meccanismo di ovvietà e facilonerie tali da vanificare qualunque meritorio sguardo di partenza.

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Le sorelle Macaluso

Maria, Pinuccia, Lia, Katia e Antonella sono cinque sorelle di diversa età, nate a Palermo e cresciute in un appartamento, sito all’ultimo piano di un palazzo decadente della città sicula. Così come la loro casa mostra i segni dello trascorrere del tempo e degli anni, allo stesso modo le cinque donne hanno ognuna una storia da raccontare, dall’infanzia alla vecchiaia: semplici le vicende familiari dietro le quali c’è la scelta – sempre difficile da prendere – di restare e combattere o andare via per sempre. L’opera di Emma Dante funziona come una madeleine proustiana perché certe case ci abitano dentro, diventano un non luogo, il deposito dei ricordi della nostra vita.

Italia 2020 (94′)
VENEZIA 77°: Premio Francesco Pasinetti SNGCI /  Premio Lizzani ANAC

 VENEZIA – Nel cinema di Emma Dante – ma sarebbe più corretto dire: nella sua concezione della messa in scena, inglobando, così, anche il lavoro teatrale – lo spazio è un valore essenziale. Lo era, sette anni fa, in Via Castellana Bandiera, storia di due donne che, incrociate le automobili nell’omonima strada palermitana, non cedono l’una il passo all’altra e si intestardiscono in un conflitto tanto assurdo quanto esiziale; lo è oggi ne Le sorelle Macaluso, storia, prima ancora che di una famiglia, di una casa, una palazzina periferica in cui vivono le cinque protagoniste del titolo e che sembra uscita da un racconto di Tommaso Landolfi, colma com’è di un’oggettistica tradizionale, che va sfiorendo col trascorrere degli anni.

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Hopper / Welles



USA 2020 (130′)

 VENEZIA – Ci sono momenti nel corso di un festival in cui l’accreditato, grazie a dei privilegi che pochi altri possono permettersi, si sente gratificato per le fatiche, seppur piacevoli, a cui deve sottoporsi per seguire le varie visioni. Nella scorsa edizione la performance di Tsai Ming-liang, quest’anno l’intervista a Dennis Hopper da parte di Orson Welles, ancora inedita a cinquant’anni dalla sua realizzazione, sono regali che compensano ogni disagio.

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Miss Marx

Il film racconta la vita di Eleanor Marx, l’ultima e la prediletta dei sette figli di Karl, che, dopo la morte del padre, si divide tra l’impegno politico volto a realizzare gli ideali paterni e la sua ricerca di emancipazione che comporta una tormentata storia d’amore con il drammaturgo Edward Aveling. L’affascinante storia di una donna che ha impostato la sua vita su ciò che il padre le aveva insegnato.


Italia/Belgio 2020
VE 77°: Premio FEDIC
VE 77°: Premio Soundtrack Stars SNGCI – miglior colonna sonora

 VENEZIA – Come Nico, anche quest’ultimo lungometraggio di Susanna Nicchiarelli ruota attorno a una figura femminile, ma sarebbe riduttiva una lettura del film incentrata sul tema dell’emancipazione della donna, argomento inevitabilmente presente a livello di sceneggiatura, in quanto invece il lavoro di messa in scena della regista sembra mirare all’obiettivo di spostare l’attenzione dalla figura storica in sé al tema più universale del complesso rapporto tra passione e ragione.

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Dove la terra scotta

Arizona 1874. Link, un tranquillo uomo del west è in viaggio con l’incarico di ingaggiare una maestra per il paese in cui vive. Un assalto al treno darà una svolta al racconto potando alla luce il suo oscuro passato e riportandolo a confrontarsi con la sua vecchia banda “familiare”. Il suo fingere di voler riprendere la cattiva strada durerà per poco e la disputa sempre più astiosa e violenta col vecchio zio Dock e i cugini (che vede coinvolti anche il baro Sam e la cantante Billie, incontrati in treno) porterà ad un risoluzione finale fatalmente cruenta e sommessamente amara.

Man of the West
USA 1958 (100′)

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Quel treno per Yuma

Arizona 1884, Dopo un sanguinoso attacco alla diligenza con la sua banda, il fuorilegge Ben Wade si attarda troppo al saloon e viene catturato. Lo sceriffo, preoccupato che i suoi complici provino a liberarlo, decide di ingannarli con una falsa pista e di far scortare nel frattempo il prigioniero alla stazione di Contention per metterlo sul treno diretto al penitenziario di Yuma. L’incarico viene affidata a Dan Evans, burbero allevatore che non sa rinunciare al compenso di 200 dollari, indispensabili per la sopravvivenza del suo ranch colpito da un lungo periodo di siccità. La missione si rivela ben presto più rischiosa del previsto, ma tra il bandito e il suo custode si crea via via uno strano rapporto di ostilità e rispetto che porterà ed una conclusione “eroica” ed inattesa.

3:10 to Yuma
USA 1957 (96′)

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Lo sperone nudo

1968. È il tormento per un passato doloroso e la prospettiva della taglia ciò che porta Howard Kemp sulle tracce di Ben, in fuga dopo un omicidio. Howard riesce a catturare lui e la donna che lo accompagna (Lina) anche grazie all’aiuto di Jesse, un vecchio cercatore d’oro e di Roy un soldato espulso dall’esercito; ma il sodalizio presto si incrina e i tre, spinti dall’avidità e sobillati da Ben, finiscono per mettere a repentaglio il loro progetto. Sia Jesse che Roy perdeanno la vita e Howard, dopo lo scontro decisivo, rinuncerà alla taglia seppellendo il corpo di Ben e con lui il proprio doloroso passato. Per i due sopravvissuti il futuro, sentimentale, si chiama California.

The Naked Spur
USA 1953 (97′)

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