Genus Pan

Andres Hanibal ha concluso il suo periodo di lavoro in miniera e si appresta a tornare a casa, nella sua isola. Intraprende il viaggio di ritorno con due suoi colleghi e superiori, Baldo – che ha trattenuto parte della sua paga – e Paulo, un fervente cristiano. Il viaggio è lungo, e attraversando la foresta si può rischiare di rimanere allucinati o di soffrire di allucinazioni. Al villaggio Andres arriverà solo.


Lahi, Hayop
Filippine 2020 (150′)
VE 77° – ORIZZONTI: miglior regia

 VENEZIA – A quattro anni dalla vittoria del Leone d’Oro con The Woman Who Left Lav Diaz torna a Venezia con il suo diciannovesimo lungometraggio, per il quale si aggiudica il Leone per la miglior regia nella sezione Orizzonti.

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Nuevo Orden

In un futuro distopico a maggior parte dei paesi sono governati da regimi totalitari. A Città del Messico, in una residenza borghese si sta per celebrare tra alcune famiglie dell’alta società un importante matrimonio. Ma il lieto evento finirà nel caos quando un gruppo di persone di rango inferiore salteranno il recinto dell’abitazione e si sparpaglieranno all’interno della proprietà. Un film duro, scioccante che avvince e lascia spiazzati.

Messico 2020 (88′)
VE 77: Gran Premio della Giuria

 VENEZIA – Nel 1957 un giovane Roman Polanski, all’epoca talentuoso studente all’accademia di cinema di Łódź, realizzò un breve film scolastico dal titolo We Destroy This Party. Il film narrava di un gruppetto di giovani scalmanati che facevano irruzione in un festino piccolo borghese, seminando il panico tra gli astanti. In sette minuti e una manciata di inquadrature il regista riusciva a disegnare i contorni di una piccola rivoluzione, l’insorgere violento e improvviso di un settore sociale subalterno a insidiare il vacuo prestigio della classe dominante. Pur mantenendo l’allegoria a un livello superficiale – e indugiando piuttosto sulla costruzione di una tensione interna alle inquadrature – Polanski tratteggiava egregiamente l’improvviso deflagrare di un desiderio frustrato e la metafora risultava tanto più incisiva quanto meno specificamente contestualizzata in uno scenario minuziosamente definito.

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And Tomorrow the Entire World


Und morgen die ganze welt
Germania 2020 (101′)

 VENEZIA – Nonostante i molti applausi che ne hanno accompagnato i titoli di coda alla première veneziana, il nuovo film di Julia von Heinz lascia più di un dubbio sulle ragioni che possano aver spinto la commissione ad ammetterlo in concorso. Sebbene pertenga al novero di quel cinema di impronta civile, di cui oggi parrebbe esservi discreto bisogno, And Tomorrow the Entire World rimane intrappolato in un meccanismo di ovvietà e facilonerie tali da vanificare qualunque meritorio sguardo di partenza.

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Le sorelle Macaluso

Maria, Pinuccia, Lia, Katia e Antonella sono cinque sorelle di diversa età, nate a Palermo e cresciute in un appartamento, sito all’ultimo piano di un palazzo decadente della città sicula. Così come la loro casa mostra i segni dello trascorrere del tempo e degli anni, allo stesso modo le cinque donne hanno ognuna una storia da raccontare, dall’infanzia alla vecchiaia: semplici le vicende familiari dietro le quali c’è la scelta – sempre difficile da prendere – di restare e combattere o andare via per sempre. L’opera di Emma Dante funziona come una madeleine proustiana perché certe case ci abitano dentro, diventano un non luogo, il deposito dei ricordi della nostra vita.

Italia 2020 (94′)
VENEZIA 77°: Premio Francesco Pasinetti SNGCI /  Premio Lizzani ANAC

 VENEZIA – Nel cinema di Emma Dante – ma sarebbe più corretto dire: nella sua concezione della messa in scena, inglobando, così, anche il lavoro teatrale – lo spazio è un valore essenziale. Lo era, sette anni fa, in Via Castellana Bandiera, storia di due donne che, incrociate le automobili nell’omonima strada palermitana, non cedono l’una il passo all’altra e si intestardiscono in un conflitto tanto assurdo quanto esiziale; lo è oggi ne Le sorelle Macaluso, storia, prima ancora che di una famiglia, di una casa, una palazzina periferica in cui vivono le cinque protagoniste del titolo e che sembra uscita da un racconto di Tommaso Landolfi, colma com’è di un’oggettistica tradizionale, che va sfiorendo col trascorrere degli anni.

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Hopper / Welles



USA 2020 (130′)

 VENEZIA – Ci sono momenti nel corso di un festival in cui l’accreditato, grazie a dei privilegi che pochi altri possono permettersi, si sente gratificato per le fatiche, seppur piacevoli, a cui deve sottoporsi per seguire le varie visioni. Nella scorsa edizione la performance di Tsai Ming-liang, quest’anno l’intervista a Dennis Hopper da parte di Orson Welles, ancora inedita a cinquant’anni dalla sua realizzazione, sono regali che compensano ogni disagio.

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Miss Marx

Il film racconta la vita di Eleanor Marx, l’ultima e la prediletta dei sette figli di Karl, che, dopo la morte del padre, si divide tra l’impegno politico volto a realizzare gli ideali paterni e la sua ricerca di emancipazione che comporta una tormentata storia d’amore con il drammaturgo Edward Aveling. L’affascinante storia di una donna che ha impostato la sua vita su ciò che il padre le aveva insegnato.


Italia/Belgio 2020
VE 77°: Premio FEDIC
VE 77°: Premio Soundtrack Stars SNGCI – miglior colonna sonora

 VENEZIA – Come Nico, anche quest’ultimo lungometraggio di Susanna Nicchiarelli ruota attorno a una figura femminile, ma sarebbe riduttiva una lettura del film incentrata sul tema dell’emancipazione della donna, argomento inevitabilmente presente a livello di sceneggiatura, in quanto invece il lavoro di messa in scena della regista sembra mirare all’obiettivo di spostare l’attenzione dalla figura storica in sé al tema più universale del complesso rapporto tra passione e ragione.

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Dove la terra scotta

Arizona 1874. Link, un tranquillo uomo del west è in viaggio con l’incarico di ingaggiare una maestra per il paese in cui vive. Un assalto al treno darà una svolta al racconto potando alla luce il suo oscuro passato e riportandolo a confrontarsi con la sua vecchia banda “familiare”. Il suo fingere di voler riprendere la cattiva strada durerà per poco e la disputa sempre più astiosa e violenta col vecchio zio Dock e i cugini (che vede coinvolti anche il baro Sam e la cantante Billie, incontrati in treno) porterà ad un risoluzione finale fatalmente cruenta e sommessamente amara.

Man of the West
USA 1958 (100′)

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Quel treno per Yuma

Arizona 1884, Dopo un sanguinoso attacco alla diligenza con la sua banda, il fuorilegge Ben Wade si attarda troppo al saloon e viene catturato. Lo sceriffo, preoccupato che i suoi complici provino a liberarlo, decide di ingannarli con una falsa pista e di far scortare nel frattempo il prigioniero alla stazione di Contention per metterlo sul treno diretto al penitenziario di Yuma. L’incarico viene affidata a Dan Evans, burbero allevatore che non sa rinunciare al compenso di 200 dollari, indispensabili per la sopravvivenza del suo ranch colpito da un lungo periodo di siccità. La missione si rivela ben presto più rischiosa del previsto, ma tra il bandito e il suo custode si crea via via uno strano rapporto di ostilità e rispetto che porterà ed una conclusione “eroica” ed inattesa.

3:10 to Yuma
USA 1957 (96′)

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Lo sperone nudo

1968. È il tormento per un passato doloroso e la prospettiva della taglia ciò che porta Howard Kemp sulle tracce di Ben, in fuga dopo un omicidio. Howard riesce a catturare lui e la donna che lo accompagna (Lina) anche grazie all’aiuto di Jesse, un vecchio cercatore d’oro e di Roy un soldato espulso dall’esercito; ma il sodalizio presto si incrina e i tre, spinti dall’avidità e sobillati da Ben, finiscono per mettere a repentaglio il loro progetto. Sia Jesse che Roy perdeanno la vita e Howard, dopo lo scontro decisivo, rinuncerà alla taglia seppellendo il corpo di Ben e con lui il proprio doloroso passato. Per i due sopravvissuti il futuro, sentimentale, si chiama California.

The Naked Spur
USA 1953 (97′)

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L’uomo di Laramie

Will Lockhart porta a Coronado, New Mexico, un carico di mercanzia per il negozio di stoffe di Barbara, nipote del proprietario terriero Alec Waggoman. In realtà è spinto da un desiderio di vendetta e dall’urgenza di scoprire chi abbia fornito agli Apache quelle armi che hanno loro permesso di annientare il distaccamento militare a cui apparteneva il fratello. Consegnata la merce si trova però costretto a subire i violenti soprusi di Dave, figlio di Waggoman. Il suo ranch si delinea come fulcro del racconto: lì Dave è affiancato da Vic, il fattore che gode della fiducia del padrone e ha anche il compito di tamponare le brutali intemperanze del figlio; e la proprietaria del ranch vicino, è l’anziana ex fidanzata di Alec, la quale cerca di placare gli animi e accoglie e cura Will che tutti invece invitano a lasciare il paese. Il nodo risolutivo passa attraverso la scoperta che i responsabili del traffico d’armi sono Alec e Vic; questi arriva ad uccidere il socio e a far cadere in un dirupo il vecchio Alec, ormai quasi cieco, ma non può impedire che Will distrugga il carico d’armi. Così la vendetta passa di mano: saranno gli Apache a punire Vic e Will potrà tornare alla sua Laramie, dove forse lo raggiungerà Barbara.

The Man From Laramie
USA 1955 (104′)

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