Londra, 3 settembre 1939. Il mondo è sull’orlo della guerra. Negli ultimi giorni, Sigmund Freud, recentemente evaso con la figlia dal regime nazista, riceve la visita del grande docente di Oxford C.S. Lewis. In un giorno memorabile, due delle più grandi menti del Ventesimo Secolo si impegnano intimamente in una monumentale sessione sulla fede nel futuro dell’umanità e nell’esistenza di Dio.
Freud’s Last Session
USA 2023 (110′)
…Freud – L’ultima analisi è adattamento cinematografico dell’omonimo dramma di Mark St. Germain, tratto dal saggio “The Question of God” di Armand Nicholi. Vale la pena dirlo subito: l’incontro su cui si concentra il film, quello tra Sigmund Freud e C.S. Lewis, non è mai avvenuto. Spunto interessante che rende altrettanto curioso l’instancabile dibattito tra un grande maestro del pensiero del Novecento e un futuro scrittore che si presenta in tutto il suo afflato mistico e spirituale. Se dentro lo studio di Freud si dibatte di anima e interiorità, fuori tuttavia sta per scoppiare l’inferno: Londra è in pieno stato d’allerta, maschere antigas sono state distribuite, ci si rifugia nei bunker per i bombardamenti. La scena dell’attacco di panico è forte e metaforica di una tensione costante in attesa della catastrofe, che arriverà di lì a due giorni con l’invasione della Polonia e lo scoppio della guerra mondiale. Una guerra che infuria «di nuovo», sottolinea il protagonista, un Hopkins ancora una volta in stato di grazia, capace di tenersi sulle spalle tutto il film interpretando un Freud ormai gravemente malato di tumore che si ostina a non arrendersi alle pene del corpo, ma resiste a colpi di morfina, in compagnia del suo inseparabile cane.
Il confronto con il futuro scrittore di Le cronache di Narnia non è del tutto impari, colpisce la determinazione a rappresentarlo anche come incontro/scontro generazionale: da una parte uno degli uomini più influenti dell’epoca (e non solo), un maestro che ha segnato e rivoluzionato la storia della medicina e della filosofia, e che di lì a poco praticherà l’eutanasia su se stesso. Dall’altra un giovane professore saputello di Oxford che diventerà uno scrittore di fama mondiale. Nel mezzo il racconto di un altro personaggio chiave nella vita di Freud, sua figlia Anna. Si racconta la sua relazione omosessuale e scandalosa per l’epoca con Dorothy Burlingham, il complesso di Edipo mai risolto con suo padre e l’irruzione della Gestapo per arrestarla. Neanche a dirlo, la performance di Hopkins ruba a tutti la scena…
Claudia Catalli – mymovies.it
Libero arbitrio, fede, mortalità. Quelle che si pongono Freud e Lewis – due figure che cercano una connessione attraverso una differenza apparentemente incolmabile – sono le stesse domande che tutti noi affrontiamo, ancora oggi, in un momento storico ancora carico di conflitti e di guerre. E, in quest’epoca strana e surreale – e come spiega il regista, “Ideologicamente polarizzata” – siamo tutti bloccati nelle nostre “tribù”. Non c’è rispetto per i punti di vista degli altri, eppure un vero dialogo con gli altri è esattamente ciò di cui le persone sembrano avere sete. Nel film, abbiamo questi due titani con punti di vista diametralmente opposti che scelgono di combattere rispettosamente le loro differenze su Dio. La bellezza della storia è che, sebbene non ci siano risposte, è solo attraverso il dialogo che la crescita personale diventa possibile per ciascuno di loro. La pellicola si addentra completamente nell’aspetto onirico di questo incontro immaginario esplorando il subconscio di queste due menti creative – il mondo fantastico di Lewis e le allucinazioni erotiche di Freud – che sfidavano le norme della società in un momento in cui l’incombente Seconda Grande Guerra avrebbe avuto un enorme peso specifico sulle poste in gioco personali di entrambi.
Soprattutto per Freud, un uomo ormai prossimo alla morte e, come recita il titolo, giunto alla sua “ultima seduta”. Che poi è anche la sua ultima possibilità di confrontarsi con i propri difetti e l’intolleranza nei confronti della figlia, Anna. Se quest’ultima è la figura femminile in contrasto con lo Psicanalista – il loro complesso rapporto deriva da una perdita personale ed è fitto di questioni etiche – il trauma di Lewis dalla Prima Guerra Mondiale ha influenzato la sua relazione Janie Moore (Orla Brady), la madre di un suo compagno deceduto sul campo di battaglia. Era una donna con cui Lewis si legò sentimentalmente fino a quando la sua conversione al cristianesimo non divenne una scusa per lasciarla. Mentre il film si addentra nei regni più profondi della psiche di entrambi gli uomini, sequenze fantasy e flashback contestualizzano la storia. A tutti noi mancano risposte che possiamo solo cercare dentro di noi. In Freud – L’ultima analisi, il pubblico sperimenta il proprio viaggio catartico di fronte a queste domande.
Giacomo Aricò – vogue.it