La carovana dei mormoni

John Ford

Ovest, primi anni del ‘900. A Shinbone scendono dal treno il senatore Ransom Stoddard e sua moglie Hallie. L’arrivo di un personaggio così influente nella piccola città incuriosisce il reporter del giornale locale che si propone per un’intervista. Stoddard accetta di buon grado e quando si viene a sapere che la sua presenza è dovuta al funerale di un certo Tom Doniphon anche il direttore del Shinbone Star partecipa, incuriosito, ad ascoltare le sue parole. Il racconto si sposta allora nel West di una cinquantina d’anni prima quando la diligenza, sulla quale il giovane avvocato Ransom Stoddard sta per raggiungere Shinbone, viene assalita dai banditi capeggiati da Liberty Valance. È proprio Stoddard a farne più di tutti le spese perché Valance si accanisce su di lui abbandonandolo malconcio sulla strada. Trasportato in città Rance Stoddard riceve le cure di Hallie e del suo fidanzato Tom Doniphon e diviene ben presto membro della comunità. Conosce così i gestori della locanda dove lavora Hallie, Pompeo (l’aiutante di Tom), Dutton Peabody, direttore del Shinbone Star, e lo sceriffo Link Appleyard. Si dà da fare per emancipare Shinbone aprendo una scuola dove insegna a leggere e scrivere ai tanti analfabeti e provando a smuovere la codarda pigrizia di Link il quale non riesce a prendere di petto la tracotanza di Liberty Valance che maremaldeggia in città con i suoi due sgherri, contrastato solo da Doniphon. Questi solidarizza con Rance ma non ha fiducia che la legge possa averla vinta sul violento predominio di Valance; da parte sua resta poi in disparte, geloso delle attenzioni reciproche tra Rance e Hallie. Quando è il momento delle elezioni Valance prova a influenzare il voto ma quando sono e Stoddard e Peabody ad essere eletti la furia del fuorilegge si abbatte sul Shinbone Star lasciando Peabody in fin di vita nella redazione devastata. Un duello a colpi di pistola tra Stoddard e Valance è inevitabile, ma, inaspettatamente, quello che resta ucciso e Valance… Di fronte alll’assemblea costituente, nonostante il supporto dei cittadini di Shinbone capeggiati da Peabody, Stoddard esita a farsi avanti per la propria candidatura al Parlamento, sentendo su di sé il peso della violenza di cui si è fatto complice per fermare il fuorilegge ed è a questo punto che interviene Tom che gli rivela di essere stato lui ad aver fatto fuoco su Liberty Valance, salvandogli la vita ed eliminando il pericoloso bandito. È questa rivelazione che ridarà forza e fiducia a Ranse fino a farlo diventare lo stimato senatore che può racconta ora, a sua volta, la verità sul suo passato ai redattori del Shinbone Star. Tale rivelazione non diventerà però uno scoop giornalistico perché “nel West, se la leggenda diventa realtà vince la leggenda”. A Ransom Stoddard non resta che dare un ultimo sguardo alla bara dell’amico, sopra la quale è stato deposto un fiore di cactus, e ripartire con sua moglie alla volta di Washington (dichiarandole però l’intenzione di ritornare a vivere a Shinbone). In viaggio, quando ringrazia il capotreno, questi gli risponde: “Niente è abbastanza per l’uomo che ha ucciso Liberty Valance.”.

Wagon Master
USA 1950 (123′)

  Con La carovana dei Mormoni Ford ritrova il “suo” west fatto di abnegazione e solidarietà: eroi fragili, protagonisti e comprimari che hanno nel cuore una terra promessa e la fiducia nel Signore. Gente semplice che saprà far fronte comune contro le avversità della natura e le insidie di chi si fa beffe della legge e del rispetto. Il film si apre con un taglio da breaking-news che annuncia la rapina compiuta dalla banda dei Clegg, poi si immerge nel faticoso percorso di carri, uomini e animali: lo sguardo con cui Ford li accompagna ricorda il sofferto peregrinare della la famiglia Joad in Furore (la presenza di Jane Darwell fa da trait d’union tra i due film), il ballo sul tavolato con cui i pionieri ravvivano il loro viaggio rimanda apertamente a uno dei momenti topici di Sfida infernale, Travis indossa camicia scura e bretelle chiare come John Wayne e la scontrosa Denver non ha forse un passato equivoco come Dallas (Ombre rosse)? Il paesaggio è quello classico della Monumental Valley e la leggerezza “accogliente” delle colonna sonora dona all’insieme un tocco fluido, sostenuto dalle panoramiche ariose della fotografia di Bert Glennon. La regia inquadra la cupa presenza di zio Shiloh e dei suoi con una serie di incombenti primi piani mentre regala un’appassionante sequenza a cavallo all’incontro tra Travis e i Navajo. E nell’atmosfera elegiaca in cui è immersa la carovana anche gli indiani non possono che fraternizzare con la grande famiglia dei mormoni e l’aggregarsi del dott. Hall, col suo carro e le sue “signore”, concede nuove occasioni di divertita umanità (l’acqua proibita per farsi la barba e tanto più per fasi un bagno). È un’esodo epico e disincantato quello di Wagon Master dove non mancano parentesi sorridenti e ironiche (Sandy che non sa fare le moltiplicazioni, al cavallo dello sceriffo che basta un fischio perché  si imbizzarrisca) . Le emozioni più forti sono quelle legate agli sforzi per superare le asperità del cammino e ai momenti di serenità che il raggiungere l’acqua dopo giorni di siccità o una danza attorno a fuoco possono offrire. La violenza portata dai Clegg non riuscirà ad intaccare la forza d’animo della comunità e se servirà il fuoco incrociato delle armi per liberare la carovana dal giogo dei fuorilegge, basterà quel gesto di Travis, che lancia lontano la pistola, per dare al film il mitico imprinting pacifista che l’ha reso famoso.

Ezio Leoni


rimandi cinefili

interpreti: James Stewart (Ransom Stoddard), John Wayne (Tom Doniphon), Vera Miles (Hallie), Lee Marvin (Liberty Valance), Edmond O’Brien (Dutton Peabody), Andy Devine (Link Appleyard), Woody Strode (Pompeo), John Carradine (Cassius Starbuckle), Lee Van Cleef (Reese), Strother Martin (Floyd Hoover)

 
 

NOTE:
La sceneggiatura è firmata da Frank S. Nugent e dal figlio del regista, Patrick ma Ford intervenne con molti cambiamenti, specie nei dialoghi.
La spirito elegiaco del film Ford lo volle ribadire anche nella struttura del montaggio. La parentesi violenta della rapina dei Clegg è messa a parte, prima dei titoli di testa e alla parola fine seguono altre immagini bucoliche, chiuse dal farsi strada di un piccolo puledro.
La carovana dei mormoni è uno dei preferiti proprio di Ford ma non fu un film di successo; il motivo è da ritrovarsi nella mancanza di grandi divi nel cast. Eppure per gli amanti del genere sono presenze imperdibili quelle dei tre interpreti principali: Harry Carey Jr., figlio di Harry Carey star del muto, era un pupillo del regista e lo ritroveremo in Sentieri selvaggi proprio assieme a Ward Bond la cui filmografia vanta tappe importanti nel western, da altri lavori con Ford (Sfida infernale, Il massacro di Fort Apache) a titoli come Johnny Guitar e Un dollaro d’onore. E che dire di Ben Johnson? Bravura a cavallo a parte (era una dei più esperti “horseman” di Hollywood), come non ricordarlo in I cavalieri del Nord Ovest, Rio Bravo, Il cavaliere della valle solitaria, Il mucchio selvaggio? E inoltre per i nostalgici, nella modernità di primi anni ’50, dietro la macchina da proiezione in L’ultimo spettacolo di Peter Bogdanovich?

FRASI:
Shiloh Clegg: “Abbiamo visto i vostri fuochi, prima ho pensato che foste indiani. Poi ho sentito la musica e ho detto a Floyd: ‘dove si balla e si canta si può giurare che c’è gente per bene’. Non ho mai conosciuto un uomo cattivo che amasse la musica”
Elder, di fronte al capo Navajo: “Che cosa dice?” – Travis: “Da quel poco che ho capito, i bianchi non gli vanno a genio” – Sandy: “Dice che i bianchi sono ladri” – Elder: “Non posso dargli torto del tutto… non ripeterglielo. Digli che siamo mormoni… che dice?” – Sandy: “Dice che i mormoni sono suoi fratelli, che non sono ladroni come la maggioranza dei bianchi. Sono solo ladruncoli” – Elder: “Un gran bel complimento”.
Elder a Travis: “Credevo che non aveste mai sparato a un uomo” – Travis: “Esatto signore, solo agli sciacalli (in originale serpenti)

SEQUENZE:
la rapina dei Clegg (0.56) “Wagon West” (1.37)
l’uso dell’acqua di Gus e Denver
la carovana arriva all’acqua (0.28)
la quadriglia (0.36)
“The Chuckwallas swings” (0.57)
Travis inseguito dagli indiani (1.14)
la sparatoria finale e il lancio della pistola (1.05)

 

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