Ritratto di un amore

Martin Provost

Quando il pittore francese Pierre Bonnard – post-impressionista nel giro di Degas e Renoir – incontra Marthe de Méligny, cerca solo una modella disposta a posare per lui. Quello che trova è molto più di una musa: Marthe si rivela un’anima affine, una compagna d’arte e di vita, una donna dallo spirito moderno e indipendente

Bonnard, Pierre et Marthe
Francia 2023 (122′)

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   Pierre Bonnard e Marthe de Meligny. Il pittore e la musa (l’amata avrebbe ispirato più di un terzo delle circa tremila tele partorite dall’artista). L’estasi dell’innamoramento, la libertà e poi le asprezze di una convivenza che segna l’arte e l’esistenza. Un legame comunque indistruttibile, che resiste a tradimenti, sviamenti, malattie, inaridimenti e fughe. Provost accantona le tele del celebre esponente impressionista francese attivo a cavallo tra il XIX e il XX secolo, elide l’unicità e le innovazioni nel suo contesto artistico dell’epoca, e mette a fuoco, ammirato, un’odi et amo capace di resistere a scossoni e passi falsi. Ritratto di un amore, o della dirompente incandescenza di un sentimento vulcanico e incontrollabile che chiede di eclissarsi dalla società parigina (il covo d’amore che i due scelgono in Costa Azzurra) per sublimarsi in pittura, prima di misurarsi con gli spettri della malattia (l’asma che affligge Marthe)… Un film che ci consegna le conseguenze di una società in cui le donne – Marthe entra in scena come modella del pittore –sono socialmente definite senza scampo da uno sguardo maschile… Ma lo struggente pas de deux di Pierre e Marthe, se é femminista nell’indole e nelle intenzioni, si istalla subito su slanci, capricci, titubanze e (in)certezze sentimentali di Bonnard. Nella solida scansione cronologica cova, allora, lo sguardo insieme ammirato e giudicante verso il pittore, mentre dal biografismo si declina verso il melò e la recitazione naturalista del cast (notevole la prova di un’isterica e struggente Cécile De France) si spinge verso punte iperrealiste.

Maria Zazzini – cinematografo.it 

   …Il rapporto tra Bonnard e Marthe sarà criticato da molti, dalle famiglie di entrambi in primis ma anche dagli amici e colleghi di Bonnard che riterranno Marthe la causa dell’allontanamento del pittore dagli ambienti parigini per condurre una vita bucolica in un dorato isolamento di campagna. Ma non si può dire che nel buen retiro al bordo di un fiume l’ispirazione di Bonnard ne abbia risentito, la sua produzione vanta infatti oltre 2000 opere che spaziano da ritratti a intime scene domestiche, a paesaggi e nature morte caratterizzate da un uso audace del colore e una composizione spesso non convenzionale. Produzione che lo porta in questi anni alla fama e alla ricchezza. Questa appassionata opera di Martin Provost è sicuramente un viaggio sentimentale che esprime quanto le dimensioni del sentimento e dell’eros siano fortemente intrecciate con la produzione artistica ma tenta anche di restituire visivamente l’intento artistico degli impressionisti. Ritratto di un amore è infatti una pellicola caratterizzata da una fotografia abbagliante ricca di colori   saturi e vibranti, caratterizzata dalla presenza fondamentale della luce naturale e soprattutto di una natura lussureggiante così protagonista della produzione di questa corrente artistica. Particolarmente significative in questo senso sono inoltre le sequenze nelle quali è presente Claude Monet, fondatore dell’impressionismo francese, che sembra inquadrare sia in termini artistici che sentimentali il rapporto fra Pierre Bonnard e Marthe de Méligny che sarà per entrambi indissolubile e fecondo dal punto di vista artistico ma intriso di dolore. E il legame tra abisso esistenziale e arte è una lezione che Bonnard sembra aver ben compreso come mostrato dalla sua reazione di fronte al Trittico di San Matteo di Caravaggio nella Cappella Contarelli durante il suo soggiorno a Roma. Soggiorno che rappresenterà un momento di passaggio fondamentale nella sua vita sia dal punto di vista artistico che sentimentale. Di fronte ai capolavori di Caravaggio Bonnard sembra infatti elaborare la stretta relazione fra produzione artistica e ombra interiore portando alla coscienza aspetti che forse non aveva completamente compreso di sè stesso.

culturetherapy.it

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