Da qualche parte nei pressi di Parigi, il piccolo Nicolas, vive la sua infanzia serenamente tra giochi, scherzi, litigi nel cortile scolastico e amicizie nate nei campi estivi. Con l’avanzare della storia, il ragazzo si intrufola nel laboratorio dei suoi creatori e li interroga a cuor leggero. Sempé e Goscinny gli racconteranno il loro incontro, la loro amicizia, ma anche i loro viaggi, i loro segreti e la loro infanzia…
Le Petit Nicolas – Qu’est-ce qu’on attend pour etre heureux?
Lussemburgo 2022 (82′)
È la fine degli anni ’50. Lo scrittore René Goscinny e l’illustratore Jean-Jacques Sempé creano insieme il personaggio del piccolo Nicolas, che diventerà il protagonista di una lunga serie di avventure a fumetti ed entrerà nel cuore dei bambini di tutto il mondo, soprattutto quelli francesi, per cui Nicolas è un vero e proprio compagno di giochi. La caratteristica di queste storie è il modo in cui gli autori si immedesimano totalmente con il loro eroe pensando come fa un bambino della sua età, con la capacità unica di rievocare l’universo infantile senza giudicarlo. Ne Le petit Nicolas però è il protagonista ad entrare nel mondo dei suoi inventori, interagendo con loro e dandoci modo di conoscerli meglio per capire qual era il loro rapporto e quali ricordi del duo sono confluiti nella sua creazione (…) Il mondo ricreato nel film appare e scompare con la velocità del tratto a matita con cui è stato sempre disegnato il piccolo Nicolas, che a sua volta fa capolino nei momenti e nei luoghi più impensati, con lo stesso gusto per la marachella con cui ha sempre affrontato le sue avventure di carta, nonché spirito critico e curiosità infantile, invitando i suoi ideatori a raccontare il loro percorso nell’ambito di una carriera che in qualche modo ha consentito loro di rimanere bambini. Ed è divertentissimo sentir raccontare da Goscinny e Sempé come sono stati creati i personaggi della banda di piccoli amici di Nicolas, o come sono stati scelti i suoi genitori, coppia della media borghesia francese che doveva incarnare la normalità della vita di allora.
Paola Casella – mymovies.it
Dopo una serie di live action dedicati al personaggio scritto e disegnato da René Goscinny e Jean-Jacques Sempé, ecco (finalmente) un lungometraggio d’animazione che ci racconta la genesi del piccolo Nicolas. È infatti un triplo biopic Le avventure del piccolo Nicolas, diretto da Amandine Fredon e Benjamin Massoubre, presentato come séance spéciale sulla Croisette. La genesi del personaggio si intreccia con le vite di Goscinny e Sempé in un arco narrativo che, a parte qualche flashback, parte dal 1955 e si conclude inevitabilmente e tristemente con la prematura e dolorosissima scomparsa di Goscinny – quanto sarebbe cambiata la storia dell’animazione francese senza questa incolmabile perdita? Filologicamente ad altezza bambino, il film gioca con le tavole, con gli spazi bianchi, coi tratti semplici dei disegni originali: Nicolas, René e Jean-Jacques interagiscono, iniziano a conoscersi, crescono insieme, toccano con mano la felicità del titolo.
Un decennio d’oro il 1955/65, traboccante creatività. E non sarà diverso il periodo successivo, anche se le strade dei due autori si divideranno: sarà soprattutto Goscinny, in coppia con Albert Uderzo, a segnare gli anni dal 1967 al 1976 con le trasposizioni animate di Asterix: dopo Asterix il gallico (1967) e Asterix e Cleopatra (1968), Le 12 fatiche di Asterix (1976) rappresenterà lo zenith produttivo del duo, della loro casa di produzione Studios Idéfix, nonché un’abnorme prospettiva per l’animazione transalpina – purtroppo non andò poi così, ma questa è già un’altra storia, lontana dal film, anche se idealmente racchiusa nella statuetta di Asterix e Obelix che un paio di volte vediamo fare amabilmente capolino. L’addio a Goscinny è addolcito da una semplice constatazione: nel 2022, una vita dopo, Nicolas è ancora tra noi, come idealmente saranno sempre i suoi due papà, artisti immortali. Anche a questo serve Le avventure del piccolo Nicolas, congegno metalinguistico celebrativo ma anche, e soprattutto, in grado di dialogare con ampie fette di pubblico: gli adulti più âgée apprezzeranno probabilmente gli incastri narrativi, storici e linguistici, mentre i più piccini potranno riconoscersi in Nicolas, eterno bambino…
Enrico Azzano – quinlan.it