Riportata in vita grazie a un folle esperimento dell’eccentrico scienziato Dr. Godwin Baxter (Willem Dafoe), la giovane Bella (Emma Stone) vive reclusa nella dimora del suo “creatore” e le è impedito quasi totalmente ogni rapporto con la realtà esterna. Ma la voglia di scoprire la vita al di fuori delle opprimenti mura della villa, la porta ad intraprendere uno stravagante viaggio accanto al meschino avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), scelto come amante e compagno d’avventura. In un mondo ai limiti di una surreale distopia Bella saprà imporre imporre la propria autonomia, fisica e di pensiero.
Poor Things
Italia/Belgio 2023 (141’)
Venezia 80° – LEONE D’ORO
4 Oscar: attrice protagonista, scenografia, costumi, trucco&acconciatura
VENEZIA – Poor Things del regista greco Yorgos Lanthimos è un film entusiasmante, un fuoco d’artificio di situazioni e dialoghi brillanti al servizio di un attacco irridente al patriarcato che ha riscosso un consenso unanime trovando d’accordo sia la critica che il pubblico. Adattamento della omonima graphic novel dello scrittore scozzese Alasdair Gray, il film mette decisamente al centro la sessualità femminile, mostrata in tutta la sua potenza eversiva come chiave di volta per minare il potere maschile. Il regista durante la premiazione ha sottolineato di aver dovuto aspettare anni per realizzare quest’opera, perchè il mercato cinematografico non era ancora maturo per accettarla.
Lo scienziato pazzo Godwin Baxter (Willelm Dafoe) ridà vita al cadavere di una giovane incinta, morta suicida, impiantandole il cervello del suo feto. Frutto di questo esperimento alla Frankestein è Bella Baxter (Emma Stone), una “neonata”, che deve imparare tutto, dal camminare al mangiare, nel suo corpo di donna. Bella è straordinariamente veloce nell’apprendere, ma candidamente incapace di capire il senso e la logica delle regole sociali: in particolare, dopo la scoperta del proprio corpo e del piacere, di quelle che riguardano la sessualità femminile. Si incarica di farle scoprire l’altro sesso Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), avvocato libertino e dissoluto, che la porta con sè in un viaggio attraverso i continenti: Bella però ha un modo tutto suo di aprirsi al mondo e di emanciparsi, essendo, come afferma Lanthimos, “senza vergogna o pregiudizi”, e questo spiazzerà tutte le figure maschili lungo il suo cammino, in particolare il marito (Christopher Abbott) che nella sua prima vita l’aveva portata al suicidio. Per un personaggio del genere la scelta dell’attrice protagonista era determinante. Emma Stone si è lanciata con energia nel ruolo di Bella Baxter, mostrando di avere straordinario talento e la giusta fisicità : con il suo corpo sottile e gli enormi occhi da eterna bambina, può fare e fa letteralmente di tutto mantenendo innocentemente intatta se stessa.
Le “povere creature” del titolo invece, con felice rovesciamento, sono i maschietti: ce n’è una bella serie, ma tra tutti brilla sicuramente Mark Ruffalo nel ruolo del libertino narciso, perfettamente in equilibrio tra vanità e ridicolo, ridotto alla disperazione per la propria inutilità, una volta privato della prestanza sessuale e del denaro su cui poggiava la sua identità. Oltre che per la dissacrante ironia Poor Things risulta travolgente per le continue invenzioni visive: dal bianco e nero in grandangolo iniziale alla fotografia caldissima delle scenografie iper-artificiali, dalle cicatrici dei corpi al gotico futurista dei costumi di Holly Waddingtone. Molti i tributi evidenti (tra tutti citiamo solo Wes Anderson e Tim Burton), ma il tono generale ha sempre il tocco stralunato e graffiante che caratterizza il regista, insieme a un’ ottima tenuta costruttiva, il cui merito va riconosciuto allo sceneggiatore Tony McNamara, già determinante ne La favorita: da quando c’è lui, Lanthimos ha trovato la quadratura del cerchio.
Licia Miolo – MCmagazine 86