La notte del 12

Dominik Moll

Da poco arrivato a capo della polizia giudiziaria di Grenoble, Yohan deve confrontarsi con un terribile omicidio. C’è chi dice che ogni investigatore abbia un crimine che lo ossessiona e per Yohan quel caso diventa l’uccisione della giovane Clara. Insieme al collega Marceau porterà avanti le indagini su tutti i conoscenti della ragazza, svelando i molti segreti di una provincia all’apparenza tranquilla ma realizzando infine che ogni uomo è un potenziale colpevole…


La nuit du 12
Francia/Belgio 2022 (115′)
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Nella notte del 12 ottobre 2016, in un paesino della Savoia, una ragazza di 21 anni viene bruciata viva da un uomo mascherato mentre rincasa da una serata passata con le amiche. Vendetta, ritorsione, gelosia? La polizia giudiziaria di Grenoble manda sul posto i suoi uomini migliori per catturare l’assassino. Ma dopo lunghe e estenuanti ricerche, avverte un cartello in apertura, il caso di Clara va ad alzare la spaventosa percentuale di delitti che restano irrisolti ogni anno in Francia. Da questo caso di cronaca, uno dei tanti evocati nel libro-inchiesta 18.3, une année à la PJ di Pauline Guéna (Denoel), parte il franco-tedesco Dominik Moll, sempre molto abile nel piegare il cinema di genere a esigenze nuove. Tanto da abbandonare ben presto l’ambiente della ragazza uccisa per concentrarsi sui poliziotti, sul loro lavoro, fatto anche di routine e frustrazione, sulle loro emozioni. Ovvero sul loro personale e problematico rapporto con le donne, rimesso in causa – spesso drammaticamente – dalle indagini e da ciò che ogni volta credono di scoprire scavando tra le frequentazioni (soprattutto maschili) dell’uccisa. Chi era Claire, come viveva, a chi voleva bene, perché aveva relazioni con uomini così diversi e così diversamente deludenti, per non dire di peggio? Ma soprattutto, cosa vedevano in lei tutti quei maschi incapaci di avere una relazione degna di questo nome, il mitomane, il rapper, lo sbandato, il “trombamico”, il violento già condannato per percosse anche se la compagna attuale se lo tiene stretto e copre tutte le sue menzogne? Se l’impianto è felicemente corale, su questo gruppo dolente di “flic” in crisi si stagliano due figure complementari. Yohan (Bastien Bouillon), giovane taciturno e ciclista instancabile, costretto a girare in tondo sulla pista come le indagini. E il maturo Marceau (Bouli Lanners), in piena crisi coniugale, più incline a citare Verlaine che a mantenere il controllo. Mentre un ruolo defilato ma decisivo spetta alle rare donne in campo: la migliore amica di Claire (Pauline Serieys), la poliziotta appena trasferita (Mouna Soualem), la giudice che riapre il caso (Anouk Grinberg). Co-protagoniste quasi inconsapevoli di questo “polar” maschile ma accuratamente devirilizzato, più inquieto che rabbioso, a misura di un mondo sempre più cupo e smarrito.

Fabio Ferzetti – L’espresso

…La notte del 12 procede come un poliziesco: dalla scena iniziale dell’omicidio disegna il quadro di un’indagine complessa indefinita. Ogni possibile pista seguita da Yohan e dai colleghi, con i suoi sospettati, i suoi interrogatori e le sue situazioni dure da accettare (l’indifferenza verso Clara da parte del fidanzato ufficiale, la volgarità di uno dei suoi amanti, le reticenze della migliore amica…), allontanano dalla soluzione del caso e al tempo stesso approfondiscono il quadro di un’umanità incapace di accettare il mistero degli altri – dei loro desideri, delle loro ragioni – prima ancora che quello della morte. È questo aspetto quasi metafisico a interessare il regista, che con il suo noir malinconico trasforma Clara nella vittima sacrificale di una società indifferente e Yohan nel suo redentore chiamato a fallire. La ragione per cui l’omicidio di una povera ragazza bruciata viva rimane insoluto sta perciò nella sua ferocia repressiva, incomprensibile ma ineliminabile, di fronte alla quale non c’è essere umano che sappia trovare una spiegazione.

Roberto Manassero – mymovies.it

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