Upside Down

Luca Tornatore

Ispirato a una storia vera, il film ha come protagonista Paolo, un ragazzo con la sindrome di Down che vive con i genitori e lavora in un ristorante. Quando conosce Armando, un maestro di pugilato e assiste agli allenamenti, Paolo si appassiona ed inizia ad allenarsi con i pugili dilettanti e salire sul ring. Trova subito l’adesione e il consenso di Veronica, la madre, mentre il padre Lorenzo ha una molteplicità di dubbi. Difficile sovvertire i pregiudizi…


Italia 2021 (90′)

  Luca Tornatore si è ispirato a una storia realmente accaduto per realizzare questo film che acquista maggior valore nell’anno in cui abbiamo assistito alle Paraolimpiadi. Perché ci offre, pur traducendolo in fiction, lo spaccato di un percorso che per alcuni ha portato al professionismo e per molti ha prodotto un altro fondamentale risultato: l’affermazione di sé come persona che può decidere del proprio percorso nella vita. Troiano e la Finocchiaro rappresentano con adesione i due poli che si presentano spesso quando in un nucleo familiare si è messi a confronto con un soggetto diversamente abile. C’è chi, come in questo caso la madre, fa leva su quel ‘diversamente’ che non testimonia una impossibilità ma soltanto una differente disposizione che deve tener conto, senza assolutizzarle, delle oggettive difficoltà. Lorenzo invece ha interiorizzato il termine disabile facendo di quel ‘dis’ una necessità di protezione da tutte le difficoltà che si possano presentare. Se poi, come in questo caso, esse si possono tramutare in pugni che arrivano e fanno male la disponibilità anche solo ad ipotizzarle per il proprio figlio diventa inferiore allo zero.

Al centro c’è poi lui, Paolo, interpretato con grande adesione anche fisica da Gabriele Di Bello che offre al personaggio l’adesione ad un percorso di crescita che abbisogna di assistenza ma non di più o meno finta compassione. A ricoprire il ruolo di motivatore, oltre al maestro Alfredo, troviamo di nuovo Paolo Graziosi. Come era stato il meccanico capace di rimettere letteralmente in pista lo Stefano Accorsi di Veloce come il vento così qui offre il suo sorriso e la sua vitalità a un personaggio capace di trasformare la propria esperienza in trasmissione di fiducia. Ciò di cui chiunque viva una difficoltà avrebbe bisogno..

Giancarlo Zappoli – mymovies.it

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