Jerem, un giovane rapper, sta preparando il suo secondo album e per avere cibo gratis, accetta di tenere in casa per quindici giorni un nuovo tipo di frigorifero dotato di Intelligenza Artificiale. Ai suggerimenti di alimentazione si aggiungono anche delle magnifiche canzoni rap e il successo sul web è immediato. Resta solo da capire se la star sia il rapper o il frigorifero…
Yves
Francia 2019 (107′)
Jerem è un aspirante rapper che vive un’esistenza da nerd sfigato nella casa della nonna defunta. La sua vita ha una svolta improvvisa quando viene selezionato (dopo essersi spacciato per medico) come tester di un frigorifero ultramoderno, il Fribot. Il giovane uomo accetta perché gli viene promessa una consegna quotidiana di provviste selezionate dal frigorifero intelligente, ma scoprira’ che Yves – questo il nome dato dalla casa produttrice al modello assegnato a Jerem – sa fare molto di più: apre la porta di casa, impartisce direttive agli altri elettrodomestici, prepara aperitivi, regala oggetti costosi e si propone come un confidente e un amico di cui non fare più a meno.
Yves arriva addirittura ad aiutare Jerem con la sua musica, perfezionando un suo brano rap e postandolo su Youtube, dove il brano ottiene migliaia di visualizzazioni. Le cose si complicano quando Yves comincia ad interferire con la vita privata di Jerem, utilizzando a sua insaputa la sua mail e il suo cellulare. Jerem comincia a ribellarsi a questo controllo indesiderato e si apre una guerra (fredda, naturalmente) per decidere chi sarà il padrone e chi il servo devoto.
Commedia quintessenzialmente francese, Tutti pazzi per Yves rende implicito omaggio a Mio zio, e anche il tono è quello surreale “alla Tati”. La vicenda assume accenti sempre più paradossali e farseschi via via che ci si avvicina alle battute finali. Quello di Benoit Forgeard, regista e sceneggiatore, è un umorismo gentile ma non superficiale, che affronta la nostra paura di essere un giorno sostituiti dalle macchine, soprattutto se gli elettrodomestici “pensanti” acquisiranno la capacità di provare emozioni. Al centro della storia c’è il culto del progresso fine a se stesso e l’ossessione contemporanea per le comodità che ci rende pronti a delegare la parte faticosa della nostra vita a dei “servi muti” con il rischio che trovino la parola e ci mandino tutti a quel paese. In un certo senso Yves è una sorta di genio della lampada privato della necessità di rimanere devoto al suo Aladino. E naturalmente è una sorta di Hal, pronto a fare il salto di qualità verso un sapere incontrollato e incontrollabile. Ma è anche l’oggetto (inanimato) del desiderio di I Love You di Marco Ferreri, poiché arriva a contendere a Jerem le attenzioni della bella Bo, addetta a monitorare l’utilizzo dei Fribo fra i clienti tester: dunque Tutti pazzi per Yves diventa la storia di un triangolo amoroso.
Senza aspirare ai piani alti della commedia sociale, il film di Forgeard è un piacevole excursus nella contemporaneità, ricco di battute divertenti e interpretato da un attore comico credibile come William Lebghil (casualmente già interprete de Les Nouvelles Adventures D’Aladin!). E riesce a veicolare una riflessione intelligente sull’indipendenza creativa degli artisti in un’epoca in cui la tecnologia supplisce in buona misura alla mancanza di talento, nonché su un’industria musicale che si attrezza per dare al pubblico solo ciò che vuole, invece di rischiare nuove strade. Persino il Fribot Yves si renderà conto di questo dilemma, riconoscendo che “Jerem porta i sogni, io i risultati”.
Paola Casella – rmymovies.it