I banditi riescono a fermare un treno e lo assaltano, impossessandosi del sacco dei valori e derubando i passeggeri. Allontanatisi con la locomotiva, raggiungono i loro cavalli e fuggono. Sono però raggiunti dagli uomini del saloon e vengono uccisi.
Nell’ufficio telegrafico di una stazione ferroviaria due banditi fanno irruzione, costringono il telegrafista a fermare il treno in transito e lo lasciano a terra legato
Al rifornimento presso il serbatoio dell’acqua altri banditi salgono sul treno
I banditi entrano nel vagone postale, sparano al corriere e si impossessano del sacco dei valori
Altri banditi raggiungo la locomotiva, aggrediscono il fuochista e, pistola alla mano, fanno fermare il treno
Costringono poi il macchinista a staccare la locomotiva
Fatti scendere i passeggeri li rapinano e non esitano ad ucciderne uno
Risaliti sulla locomotiva la fanno ripartire
Arrivati lontano la locomotiva si ferma e i banditi scendono
Nella boscaglia raggiungo i loro cavali, montano e fuggono
Nell’ufficio della stazione arriva la figlioletta del telegrafista e lo libera dalle corde
Nel saloon la gente si sta divertendo a ballare quando l’arrivo del telegrafista che avverte dell’accaduto fa sì che gli uomini si precipitino fuori alla caccia dei banditi
I banditi fuggono a cavallo inseguiti dagli uomini del saloon
Nel bosco i banditi sopravvissuti cominciano a spartirsi il bottino ma arrivano gli inseguitori e li uccidono
Il capobanda (in primo piano) punta la pistola verso la macchina da presa e spara
USA 1903 (11′)
Universalmente riconosciuto come il capostipite del western, The Great Train Robbery (in italiano La grande rapina al treno o Assalto al treno) si segnalò per la tensione che l’articolazione del racconto riesce a creare. In effetti il montaggio calibrato delle 14 sequenze a (tutte in campi medi o lunghi e con una rappresentazione scenica a macchina fissa) sa costruire una narrazione per immagini che cattura in crescendo l’attenzione dello spettatore. La famosa sequenza finale con il capobanda che punta la pistola e spara verso la macchina da presa, girata con l’inquadratura in primo piano, è forse la mossa più innovativa a livello di linguaggio cinematografico, nel sovvertire la linearità del susseguirsi delle inquadrature. La sequenza infatti che “storicamente” chiude il film (e che potrebbe leggessi come una minaccia incombente oltre la conclusione della storia) in realtà era pensata per essere posizionata in qualsiasi punto del racconto, puntando sempre a sorprendere il pubblico con l’anomalia di un piano così ravvicinato e dello “sguardo in macchina”.
Gli albori – Le origini del muto
NOTE
del film sono rintracciabili diverse versioni con durata variabile (da 9′ a 12′, anche con un’iterazione degli spari nel finale), variamente sonorizzate (l’effetto del rumore dei colpi di pistola aumenta la suggestione) e colorate.
Porter girò un documentario pubblicitario della società ferroviaria Delaware, Lackawanna and Western (Dover – New Jersey) e nell’occasione concretizzò l’idea della trasposizione cinematografica di un dramma teatrale di successo (ispirato a a un fatto di cronaca)
The Great Train Robbery costituisce la terza esperienza di Porter in film d’azione di circa un rullo, dopo The Life of an American Fireman (1902) e Uncle Tom’s Cabin (1903).
In seguito (1905) Porter girò una parodia del film intitolata The Little Train Robbery con un cast di soli bambini; qui i banditi assaltano un mini-treno e rubano ai passeggeri bambole e caramelle.
Tra gli interpreti c’è anche Gilbert M. ‘Broncho Billy’ Anderson regista di The Life of an American Cowboy per il quale c’è l’incertezza sulla data di produzione (1908 come ufficialmente accreditato o 1903, prima del film di Potter?).
È comunque Cripple Creek Bar Room di Emerson (1899 – 1′) che rivendica il primato come film di ambientazione western.