Uno studio sulla figura del famoso pittore narrato in prima persona da Jeanne Hébuterne, la sua ultima amata, la più sofferta e speciale tra le sue amanti. Un espediente narrativo originale e coinvolgente che fa del documentario uno dei migliori film d’arte di sempre.
Italia 2020 (90′)
Scritto con Arianna Marelli (su un soggetto di Didi Gnocchi) Maledetto Modigliani è il film-evento diretto da Valeria Parisi che prova a raccontare in modo originale la vita e la produzione di un artista amato e imitato in tutto il mondo.
Il docu-film ha infatti un’architettura significativa e diversa dalle solite costanti del genere, pur restando nella linea del documentario tipo, ricco di interviste e interventi. La vera e piacevole novità sta nell’avere scelto di affidare, come fosse un personaggio di finzione, a Jeanne Hébuterne, la più sofferta e speciale tra le amanti di Modigliani, lo svelamento della sua arte, della sua formazione e della sua creazione.
“Ci siamo domandate, mentre eravamo ancora in fase di scrittura, quale dovesse essere, la voce che lo raccontava e volevamo trasmettere un’immagine inedita e diversa di Modigliani, ma allo stesso tempo partecipata” spiega Valeria Parisi “Andando avanti con le ricerche sono emerse una quantità tale di storie e di intrecci che mostrano un personaggio tutto fuorché isolato. La sua storia personale si incrocia con la storia dell’arte del ‘900 a Parigi, le sue donne arrivavano dall’estero ed erano artiste. Ci voleva qualcosa che tenesse insieme tutto in una maniera forte e da questo è nato il bisogno di non fare un voice over tradizionale e di trovare un altro tipo di escamotage”.
È una donna, infatti, a narrare la storia di Amedeo Modigliani, la sua donna, la sua musa, la “maledetta” Jean – interpretata da Caterina Fantetti. Questo sguardo femminile protagonista avvolge anche le città di Livorno e Parigi, luoghi dell’anima dell’artista (che nella prima era nato e nella seconda aveva deciso di vivere), entrambe immerse e circondate dell’acqua. “C’è di certo un approccio anche sentimentale” continua la regista “Io amavo molto Modigliani anche prima di dedicarmi a questo film. Questo amore è una storia antica che viene dalla mia famiglia. In fondo è un po’ una dedica anche a mia madre che era appassionata di Modigliani e aveva alcune sue riproduzioni dentro l’anta del suo armadio che io, fin da piccola, guardavo e osservavo”.
Margherita Bordino – artribune.com