Quarant’anni fa, durante la rivolta per rovesciare il regime dello Scià in Iran i dimostranti diedero fuoco alle sale cinematografiche in segno di protesta contro la cultura occidentale. In uno di questi incendi morirono 400 persone intrappolate all’interno del cinema Rex di Abadan. Nell’Iran dei nostri giorni quattro individui decidono a loro volta di dar fuoco a un cinema. La storia si ripeterà?
Jenayat-E Bi Deghat
Iran 2020 (139′)
il tempo
ormai
– come dire? –
è durato
troppo…
e non sappiamo ancora nulla (o non più)
della chiarezza trasparente del cinema
Enrico Ghezzi – cose (mai) dette
VENEZIA – A sette anni di distanza da Fish & Cat (Venezia Orizzonti 2013) il giovane regista iraniano Shahram Mokri torna a Venezia sempre nella sezione Orizzonti con un lungometraggio, che non avrebbe certo sfigurato in concorso. È ancora una volta sul concetto di tempo che lavora Mokri: partendo da un fatto realmente accaduto due giorni prima della sua nascita, egli costruisce o meglio de-costruisce una storia, che diventa una riflessione sul senso stesso del cinema e sulla illusione di rappresentare il “vero” tramite l’artificio più grande che l’uomo abbia inventato, l’immagine riflessa del “reale”..
Il tempo della Storia, dice Mokri, è generalmente concepito come fatto di un prima e di un dopo, in particolare in Iran dove la cesura forte è quella della rivoluzione Kohmeinista, egli vuole invece con questo film raccontare il Tempo come un continuum, dove il il passato si sovrappone al presente e la storia non “va avanti”, ma si ritorce su se stessa in un movimento circolare.
Se Fish & Cat era composto da un unico piano sequenza, in cui convivevano presente e passato, Careless Crime è al contrario costruito con un montaggio super-frammentato, in cui l’uso del “tempo iterativo” sul piano del racconto, nell’apparente staticità dell’azione, serve invece proprio a riciclare e quindi rinnovare il tempo.
Il film si apre su uno schermo bianco di una sala cinematografica vuota. Careless Crime è un film su una sala cinematografica, il cui esercente, facendosi beffe di tutte le regole sulla sicurezza, ha intenzione di aumentare notevolmente i posti, arrivando addirittura a mille, ed è un film su quattro disperati che vogliono appiccare un incendio in quella sala. A sua volta il film nel film, che verrà proiettato (un film di Mokri!) è il racconto di un militare* che, da quando per errore ha ucciso la propria figlia investendola in retromarcia, ha eliminato qualsiasi specchio o specchietto nel quale poter osservare attraverso il riflesso e che finisce in uno strano accampamento in cui due ragazze organizzano la visione sempre dello stesso film, quello proiettato il giorno della strage (Gavazhna diretto da Masoud Kimiai e interpretato da una star del cinema iraniano Behrouz Vassoughi). Ma è anche un film dell’epoca del muto, che racconta dell’incendio che si propaga in un magazzino per colpa di un fumatore incallito che non sa rinunciare al vizio della sigaretta. …È tanti film in un solo film.
È un film politico che, tramite la sovrapposizione tra passato e presente, contiene una pesante denuncia della situazione dell’Iran, ma anche un thriller, che ci fa seguire le mosse dei quattro incendiari e una commedia surreale, in cui si rievocano antiche leggende persiane (c’è un laghetto di montagna che non riflette l’immagine, un missile piantato su un pendio, di cui non si conosce la provenienza), ma soprattutto è un film sul cinema e sugli elementi costitutivi del racconto cinematografico.
Rimettendo in scena più e più volte il medesimo avvenimento, con leggeri cambiamenti di prospettiva, Mokri crea uno spazio e un tempo privi di cesure, basati sull’unico movimento possibile, quello del cinema, che non può che progredire nel tempo anche quando questo lo rigetta indietro nell’orrore di un passato che è sempre presente e quindi replicabile.
Il cinema, pare affermare Mokri, è l’unica arma che può congelare il tempo e lo spazio e muoverli a suo piacere per riscrivere la Storia.
* interpretato da Babak Karimi, presente anche nei suoi film precedenti Fish & Cat e Invasion
Cristina Menegolli – MCmagazine 60