Romania 2025 (109′)
BERLINALE 75° – Orso d’argento per la miglior sceneggiatura
BERLINO – Alla pari di Blue Moon, c’era un altro film straordinario e meritevole dell’Orso d’oro a Berlino quest’anno: Kontinental ’25 del regista rumeno Radu Jude, che si conferma come forse il cineasta più dotato della sua generazione (e l’unico sempre in grado di sorprenderti!), già vincitore nel 2021 con Sesso sfortunato o follie porn e premiato a Locarno nel 2023 per il geniale, esagerato, disturbante Do Not Expect Too Much From The End Of The World (Gran Premio della giuria)..
Il ritmo e il tono di questo suo ultimo film sono certo più pacati (lui addirittura dichiara di averlo girato con un telefonino nei ritagli di tempo della post produzione del suo attesissimo Dracula Park). I temi però e le critiche al suo paese sono le stesse: di non avere fatto i conti col passato, dall’alleanza con Hitler nella seconda guerra mondiale alla lunga dittatura di Ceaucescu, alle persistenti spaccature etniche e linguistiche, al crescente odierno divario tra coloro che ne sono usciti bene e cavalcano il presente boom economico ed edilizio e i molti che invece sono precipitati nella più nera miseria. Uno di questi è Jon, ex atleta ridottosi a vivere nel locale caldaie di uno stabile fatiscente prossimo alla demolizione. La protagonista, Orsolya, è un ufficiale giudiziario incaricato di farlo sloggiare dall’immobile destinato a diventare un hotel boutique. Orsolya, che però è una persona perbene dotata di coscienza sociale, gli ha già concesso innumerevoli rinvii. Ma questa volta no. Si presenta di buon mattino con due agenti armati di tutto punto e gli dà venti minuti per raccogliere le sue cose e andarsene. Solo che, mentre i tre forse per pudore escono a prendere un caffè, lo sventurato si impicca con un fil di ferro al termosifone. Pur avendo in fin dei conti solo eseguito un ordine Orsolya (che certo appartiene ad una classe privilegiata, abita in un quartiere chic e si appresta a partire in vacanza con la famiglia) è letteralmente schiacciata dal senso di colpa.
Rinuncia alla partenza e comincia un sua via crucis di visite alle persone che le sono più vicine, nella vana speranza di trovare una giustificazione o forse solo una spalla su cui piangere.
Parentesi importante. Radu Jude dichiara apertamente, nelle interviste e nei materiali stampa, di essersi ispirato a Europa’51, di Roberto Rossellini. Anche lì la protagonista Irene, signora dell’alta borghesia, sconvolta per una disgrazia familiare di cui si ritiene la causa, comincia a frequentare le borgate romane più miserabili. Suscitando però la reazione della altolocata famiglia che arriverà a farla internare in una clinica psichiatrica. Qui non si arriva a tanto. Il film si articola quindi in una serie di incontri o meglio dialoghi, sempre significativi e a volte estremamente divertenti. A cominciare con il capoufficio, che liquida il suo sentimento come assurdo (“Hai fatto soltanto il tuo dovere“). Segue l’amica più cara, la quale non si vergogna di dichiarare la sua profonda avversione per gli homeless che le sporcano l’entrata del palazzo dove abita. Particolarmente riuscito lo scambio di battute con la madre (lei e la figlia sono di origine magiara e la Transilvania, di cui Clui è la capitale fu tolta all’Ungheria e annessa alla Romania dal Trattato di Versailles), la quale si lascia andare ad una filippica contro i rumeni, popolo di contadini ignoranti e appunto ladri di terre! A cui Orsolya risponde logicamente con un attacco a Orban, presidente fascista! Non poteva mancare l’incontro con il Pope di turno, che nulla capisce della sua angoscia e la esorta alla preghiera e alla fede in Dio. Segue il lungo incontro con Fred, suo ex studente laureato in Giurisprudenza ma costretto dalla mancanza di lavoro a fare il raider. Lei trova particolarmente consolante la sua compagnia, accetta di andare a bere qualcosa nel bar di un cinema dove naturalmente campeggia il manifesto di Europa ’51!) e ascolta di buon grado le citazioni e i proverbi di ispirazione buddista del giovane, il quale però vuole solo farsi bello per riuscire a sedurla ….
Tra un episodio e l’altro, Radu Jude punta la mdp su una antica città stravolta da una modernità mal digerita, un mondo volgare fatto di parchi giochi con dinosauri di plastica già abbandonati, luci di discoteca, spacci automatici, pubblicità aggressiva, uno sviluppo edilizio disordinato e riservato a pochi. Per quanto riguarda il titolo, non solo fa il verso al film di Rossellini, ma va anche letto come Europa ’25! Infatti la satira di Jude è evidentemente indirizzata non solo al suo paese ma al continente europeo nel suo insieme, afflitto dagli stessi problemi ma i cui cittadini in verità (a parte qualche inutile commento sui social) non riescono a fare nulla per risolverli.
E infatti alla fine Orsolya parte per raggiungere marito e figli in Grecia!
Giovanni Martini – MCmagazine 101