Guida pratica per insegnanti

Thomas Lilti

È finita l’estate. Un gruppo impegnato e unito di insegnanti di una scuola secondaria, si ritrovano per iniziare un nuovo anno scolastico: a loro si unisce Benjamin, un giovane supplente alla prima esperienza che presto si trova a confrontarsi con le difficoltà del mestiere. Grazie a loro scoprirà quanto sia viva la passione per l’insegnamento all’interno di un’istituzione sempre più fragile.


Un Métier Sérieux
Francia 2023 (101′)
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   Dopo tre film e una serie tv sul mestiere di medico (che Lilti ha esercitato prima di dedicarsi alla sua seconda passione, il cinema), il regista di Un métier sérieux (è il titolo originale, “un lavoro serio”) si cimenta con un’altra vocazione: l’insegnamento. Segue il corpo insegnante di una scuola superiore della regione parigina, a partire da Vincent Lacoste, l’ultimo arrivato, e tesse – attraverso la cronaca quotidiana (il buongiorno, le lezioni, la mensa, le riunioni coi genitori, le esercitazioni anti-incendio, il tempo libero degli insegnanti, i momenti di dubbio e di sconforto) – un affresco corale che mette in luce dedizione e solidarietà dei professori, ma anche l’inadeguatezza del sistema.

Paola Piacenza – iodonna.it

    C’è una scena, in Guida pratica per insegnanti, in cui un giovane supplente guarda la sua classe e si rende conto che la sua presenza non impone rispetto. È in quel momento che comprende che l’autorità assegnata dal ruolo non è sufficiente ed è lì che comincia il suo percorso verso autorevolezza. Il film è ambientato in una scuola francese di periferia, ma racconta una realtà che potrebbe essere associata anche al contesto italiano. Il supplente protagonista entra in classe con la convinzione che basti essere l’insegnante per ottenere attenzione e disciplina. Ma si scontra presto con la realtà di un gruppo classe che mette alla prova, sfida, osserva in silenzio. Una realtà dove l’autorità imposta non è accettata, se non è supportata da una relazione.

Giovanni Piazzese – orizzontescuola.it 

   Con Guida pratica per insegnanti, Lilti esce dalla sanità e torna all’istruzione (secondaria) e sembra espandere quell’universo senza restarvi chiuso, anzi aprendosi all’osservazione e all’interpretazione di nuovi territori e sensibilità inedite (…) Benjamin , un giovane dottorando, non essendo riuscito a ottenere una borsa di studio, accetta un posto come insegnante di matematica, mestiere che non ha mai fatto ma di cui ha bisogno per campare. Il primo sguardo di Lilti è sull’istituzione, collocata in una banlieue parigina dove tutti si muovono con i mezzi pubblici o auto che hanno macinato troppi chilometri: alla denuncia programmatica o all’approccio paternalista si preferisce l’attenzione al quotidiano, una rappresentazione dell’adolescenza che non ammicca ma attesta. Il focus, d’altronde, è sul corpo docente: Benjamin trova una sorta di mentore in Pierre, un maturo e consumato insegnante di francese che ha problemi a comunicare con il figlio, un nuovo amico nel collega di inglese, ancora in un ruolo simpaticamente “divergente” tra cannette e disordini vari) e la possibilità di un flirt con una professoressa di matematica in crisi professionale e familiare (Adèle Exarchopoulos, solita presenza folgorante per cui vale la pena immaginare un amore). Ma ci sono anche un’insegnante di biologia sull’orlo del burnout e una nuova assunta che cerca di non cedere alla tentazione di scappare con il collega di educazione fisica (…) Guida pratica per insegnanti rivela la capacità del regista nel costruire una profonda riflessione sul mondo del lavoro, sui contraccolpi tra professione e privato, sull’importanza sociale e culturale della scuola e di chi sta dietro la cattedra. E ci riesce grazie a uno sguardo umanista che esplora l’universo emotivo degli insegnanti (impotenza e fallimento, ma anche passione e coscienza), mette in primo piano il bisogno di una catena solidale e tiene da parte la sociologia d’accatto. Sembra fare poco, ma come lo fa bene.

Lorenzo Ciofani – cinematografo.it

   Insegnanti sull’orlo di una crisi di nervi. Dopo avere esplorato con estrema sensibilità il mondo della medicina (Ippocrate, Il medico di campagna, Il primo anno), Thomas Lilti approccia l’ambiente scolastico dal punto di vista dei professori di un istituto della periferia parigina. Siamo lontani sia da La classe di Laurent Cantet che da La sala professori di Ilker Catak, perché l’intento del regista francese è di raccontare una storia corale che coinvolge diversi elementi del gruppo docente. Tra gli insegnanti spiccano Pierre (François Cluzet) anziano del gruppo che cerca di trovare nuovi stimoli per la sua professione, Merien (Adèle Exarchopoulos) che vive il dramma della separazione e ha un bambino con problemi di apprendimento, Sophie (Lucie Zhang) che appare in difficoltà nel gestire le intemperanze degli alunni, Sandrine (Louise Bourgoin) in crisi perché alle prese con un figlio adolescente ubriaco e violento, Fouad (William Lebghil) sempre pronto agli scherzi e infine il giovane dottorando Benjamin (Vincent Lacoste) che è il supplente di matematica in una classe problematica e subisce le pressione familiari (il padre lo vorrebbe medico) e i contrasti con Enzo (Bilel Souidi), un alunno che gli contesta lo zero ricevuto in un compito in classe.

Thomas Lilti sceglie un tono molto leggero sulle note di Le temps du muguet di Francis Lemarque e si interroga sul senso di una professione che stenta a trovare il passo delle nuove generazioni. Abbozza una timida storia d’amore tra Benjamin e Meriem ed anche un ironico parallelismo con certe immaturità adolescenziali (la passione di Pierre per le patatine e il camembert della mensa). Poi si concentra sul privato dei singoli insegnanti che faticano giorno e notte pur di trovare il modo per non annoiare gli studenti e coinvolgerli nelle attività di apprendimento (…) Guida pratica per insegnanti è un’opera che senza usare toni drammatici o elaborati espedienti narrativi racconta le vite di professionisti che cercano di migliorare il senso di un mestiere logorante che non può essere svolto con un tutorial su you tube o seguendo regole da manuale di sopravvivenza (“non dare mai le spalle alla classe”, “tenere due dita piantate sulla cattedra a ristabilire l’autorità”). Gli anni passano, arriva l’estate e Thomas Lilt inquadra la desolazione dei banchi vuoti e delle aule deserte. I ragazzi passano, gli insegnanti restano, alcuni abbandonano, altri si trasferiscono. Trovare il mutuo soccorso nelle difficoltà dell’insegnamento significa trasformare un lavoro serio (Un métier sérieux è il titolo originale del film) in una missione.

Fabio Fulfaro – sentieri selvaggi.it

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