Jin shouzhi
Hong Kong/Cina, 2023 (126′)
UDINE – Come 12.12: The Day anche The Goldfinger di Felix Chong (realizzato con un budget straordinario di 350 milioni di dollari) si ispira ad un evento realmente accaduto: l’ascesa e la caduta del Carrian Group, azienda finanziaria fondata negli anni ’70 da George Tan (nel film Henry Ching, interpretato da Tony Leung) e crollata, come molte altre, nel 1983 in seguito all’accordo Cina-Regno Unito.
Arrivato a Hong Kong su una nave da carico, in misere condizioni, Ching decide di elaborare un’astuta truffa finanziaria con l’aiuto di un suo futuro partner commerciale K.K.Tsang (Simon Yam). Dato il boom economico di quegli anni la città pullula di corruzione e truffe e viene così costituita la Commissione Indipendente contro la Corruzione (ICAC), al cui interno lavora l’ispettore Lau Kai-yuen (Andy Lau), che per anni dedicherà tutte le sue forze a smascherare e denunciare le molte attività illecite della società di Ching, la Carmen Century, divenuta nel frattempo un impero finanziario. Felix Chong, che era stato co-sceneggiatore di Infernal Affairs, rimette qui in scena i due splendidi protagonisti di allora Tony Leung e Andy Lau, con i ruoli di buono/cattivo rovesciati, dando vita ad un classico e avvincente action movie, che, seguendo l’ascesa criminale di Ching nelle gerarchie criminali di Hong Kong, svela i meccanismi finanziari del trading borsistico e nel contempo la loro fragilità. La vera protagonista del film è infatti la Hong Kong degli anni Settanta-Ottanta, del boom economico, la cui atmosfera frenetica è perfettamente ricreata da Chong, con uno stile che non può non richiamare alcuni classici dell’epoca di John Woo e Tsui Hark.
Cristina Menegolli – MCmagazine 91