Stop Making Sense

La performance dei Talking Heads al Pantages Theater di Hollywood filmata da Jonathan Demme (1983) è un film-concerto in cui la regia sorprende con la stessa follia creativa con cui il frontman David Byrne, anima rock eccentrica e difficilmente inquadrabile, si dona alla macchina da presa. Un’opera musicale incredibile.

USA 1984 (88′)

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   Definito come “il miglior film concerto che abbia mai visto” da The Village Voice e “una dose di felicità dall’inizio alla fine” da The New Yorker, Stop Making Sense fu girato nel corso di tre notti al Pantages Theatre di Los Angeles, dove Demme e la sua troupe catturarono l’energia e l’eccentricità dello show dal vivo dei Talking Heads, concepito ed eseguito con precisione, e tutte le sue brillanti trovate. La gag esistenziale di Byrne inghiottito dal suo “Big Suit”; il lirismo delicato di “Genius of Love” del Tom Tom Club; la ginnastica ipnotica e sincronizzata della band e dei suoi instancabili coristi. Evitando di aggiungere interviste – e assicurandosi così che gli “unici” Talking Heads a raccontarsi fossero quelli sul palco – Demme ridisegnò efficacemente i confini dei documentari rock al punto che, ancora quattro decenni dopo, Stop Making Sense rimane un punto di riferimento del suo genere, una pietra miliare a cui ci si può ispirare ma che non si può imitare. La nuova edizione del film – completamente restaurata in 4K, supervisionata da James Mockoski di American Zoetrope include una colonna sonora totalmente rimasterizzata, curata dallo stesso chitarrista e tastierista dei Talking Heads, Jerry Harrison.

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  Nel dicembre 1983 i Talking Heads si esibiscono al Pantages Theater di Hollywood. Jonathan Demme riprende il concerto e lo trasforma in un evento cinematografico (è il primo film musicale a impiegare la registrazione digitale in presa diretta) dove le canzoni della band newyorkese si fondono a una scenografia sviluppata in movimento. David Byrne è il primo a entrare in scena. Sul palco spoglio del teatro, con tanto di quinta in vista, il leader delle teste parlanti accende uno stereo portatile e armato di chitarra dà inizio allo show. Brano dopo brano si uniscono gli altri componenti della band che aggiungono, uno alla volta, il proprio tocco lasciando che la musica, da prima primordiale, aumenti di potenza e groove. Stop Making Sense è considerato a oggi uno dei migliori esempi di film concerto insieme a L’ultimo valzer firmato da Martin Scorsese. Sebbene Demme non possieda la musicalità, il tempo e lo sguardo del regista di New York, New York, il lavoro svolto con i Talking Heads è raffinato e innovativo e mette in luce non tanto le proprie abilità come filmmaker quanto la personalità sfaccettata ed eclettica della formazione. Scegliendo di costruire – letteralmente – lo spettacolo man mano che il palco viene allestito, leader e regista adibiscono uno spazio-laboratorio dove poter liberare creatività ed estro. Benché il titolo provenga da un verso di Girlfriend is Better, l’imperativo incarna perfettamente un concerto anticonformista che gioca con il nonsense in favore di uno show che si sviluppa fuori dagli schemi. Sfruttando la natura art rock delle teste parlanti, il timbro funk della backing band e la scenografia scarna ma essenziale del concerto, Demme immortala Byrne e soci mentre danno vita a un live pulsante, ricercato e originale. La macchina da presa segue i movimenti senza sgretolarne l’essenza, soffermandosi se necessario sugli strumenti, sui volti e sui corpi, catturando ogni centimetro dello spazio che li incornicia. Le luci progettate da David Byrne e dalla specialista Beverly Emmons e la fotografia di Jordan Cronenweth contribuiscono a trasformare il palco in un luogo mutevole che si conforma al mood musicale e alle bizzarrie del frontman di cui il ballo dinoccolato in abito oversized rappresenta uno dei momenti più alti della scaletta. Il pubblico è lasciato ai margini fino alle battute finali, quando l’inquadratura si posa sulle espressioni degli astanti lasciando che si intraveda l’estasi per un concerto dove, al di là del titolo, tutto ha senso e tutto torna.

Tirza Bonifazi Tognazzi – mymovies.it

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