L’ultimo dei Mohicani

Michael Mann

1757, Guerra dei sette anni. Lo scontro per il predominio dei territori del Nord America vede Ottawa e Uroni alleati dei francesi mentre gli inglesi possono contare sull’appoggio dei Mohawk e sul reclutamento dei coloni dei villaggi attorno ad Albany. Chingachgook e i suoi figli Uncas e Nathan Hawkeye (un bianco adottato in terra età), che costituiscono quello che resta della tribù dei Mohicani, pur schierandosi a favore della Corona britannica rifiutano il reclutamento e si dirigono ad ovest, verso il Kentucky. Ben presto si imbattono in un distaccamento inglese sorpreso da un attacco degli Uroni. La colonna, guidata dal maggiore Duncan, stava accompagnando le due figlie del colonnello Munro, Cora (di cui Duncan è innamorato, ma non corrisposto) e Alice, a raggiungere il padre a Fort Henry, ma è caduta in un’imboscata tesa da Magua, un feroce Urone che li ha ingannati fingendosi una guida Mohawk: vuole infatti annientare la stirpe Munro per un implacabile desiderio di vendetta verso colui ha causato la morte della sua famiglia. Ma l’intervento dei tre Mohicani riesce a salvare la vita delle due ragazze e di Duncan e a farli arrivare a Fort Henry. È l’occasione per una parentesi sentimentale che sancisce lo sbocciare della love story tra Nathan e Cora (e si intuisce che anche Uncas è sensibile al fascino della giovane Alice), ma il presidio, assediato dai francesi del generale De Montcalm, è ormai allo stremo e la tensione del momento mette in evidenza la tracotanza imperiosa del colonnello Munro che si rifiuta di accoglie la richiesta dei coloni di poter rientrare a difendere i loro villaggi e si scaglia contro chi gli disobbedisce, arrivando a mettere in prigione Nathan con l’accusa di sedizione. Ben presto Fort Henry deve arrendersi ai francesi: agli sconfitti viene concesso l’onore delle armi, ma la popolazione che abbandona il Forte viene attaccata e sterminata dagli Uroni di Magua che infierisce sul colonnello Munro strappandogli il cuore. Non riesce però a catturare le due figlie che con Duncan e i Mohicani si mettono in salvo fuggendo sulle canoe. Superate le rapide i fuggiaschi si nascondono sotto le grotte della cascata ma quando si rendono conto che gli Uroni stanno per raggiungerli Nathan, Chingachgook e Uncas decidono di evitare la cattura tuffandosi nelle rapide, con il proposito di tornare poi sulle tracce dei loro compagni e di trovare il modo di liberarli. Quando però, concluso l’inseguimento, Nathan si presenta disarmato al campo degli Uroni dove si stanno decidendo le sorti di Duncan, Cora e Alice, più di tanto non riesce a fare: la decisione del consiglio indiano è che Alice resterà nelle mani di Magua mentre Cora sarà preda sacrificale per il capo Sachem. Poiché questi parla francese Nathan chiede a Duncan di tradurre le sue parole e si offre al posto di Cora, ma l’ufficiale propone invece in scambio se stesso facendo sì che Ethan e Cora possono tornare insieme liberi e raggiungere Chingachgook e Uncas. Prima di inoltrarsi nella boscaglia Nathan uccide con un colpo di fucile Duncan sottraendolo alla sofferenza di essere bruciato vivo; poi con gli altri si getta all’inseguimento del gruppo Urone di Magua che si è allontanato lungo il sentiero roccioso degli Appalachi portando con sé Alice. È Uncas, ansioso di salvarla, che raggiunge per primo gli Uroni, ma nello scontro con Magua ha la peggio. Di fronte alla sua uccisione Alice si sente perduta e si getta in un precipizio. Nel frattempo gli Uroni sono raggiunti anche da Nathan e Chingachgook che sfoga la sua ira per la perdita del figlio affrontando Magua e colpendolo a morte. Annientati gli avversari Nathan e Cora possono guardare fiduciosi verso l’orizzonte del loro futuro, a Chingachgook non resta che innalzare al cielo la sua mesta preghiera per essere rimasto l’ultimo sopravvissuto della sua tribù.

The Last of the Mohicans
USA 1992 (112′)

  Ci voleva ill cinema “muscolare” di Michael Mann per far ritrovare un respiro epico al western. In L’ultimo dei Mohicani è sempre l’azione a prevalere, è lei che da il ritmo alla narrazione, ma la regia sa anche quando metterla in standby, quando dare il giusto spazio all’introspezione, al romanticismo, al dolore. La sequenza che accompagna i titoli di testa segue la frenetica corsa di Nathan, Uncas e Chingachgook mentre braccano il cervo, poi il tempo sembra fermarsi quando esplode il colpo di fucile, e la “pausa” si dilata nelle parole di Chingachgook che rendono omaggio all’animale ucciso. La natura è un personaggio fondamentale nell’approccio di Mann (e del suo co-scenneggiatore Christopher Crowe) al romanzo di James Fenimore Cooper. La macchina da presa si addentra voluttuosa nel fogliame della foresta, segue paziente i sentieri che le truppe inglesi percorrono in perfetto ordine di marcia, si inebria nello svilupparsi degli scontri tra la vegetazione, pedina inseguiti e inseguitori sulle canoe tra le acque impetuose delle rapide, guarda attonita gli impervi dirupi in cui si consumano i destini dei protagonisti. L’evolversi del racconto mette faccia a faccia lo squilibrio degli atteggiamenti bellici tra lo charme dei francesi e l’altezzosa prosopopea degli inglesi che rivelano il loro cinico sovranismo quando si confrontano con le esigenze dei coloni (ma ormai mancano poco meno di vent’anni all’Indipendenza!), lascia ampio spazio alla battaglia di Fort Henry (riletta con la modernità della guerra di trincea), non risparmia la ferocia con cui Magua infierisce sul Colonnello Munro, vede l’appassionato concretizzarsi della love story di Nathan e Cora. Ma l’apice dell’avventura, dopo i drammatici momenti di tensione al campo indiano, è nello scontro finale: l’adrenalinico inseguimento sulle tracce di Alice prigioniera degli Uroni, la morte di Uncas, il folgorante abbattersi dell’ira di Chingachgook e Nathan su Magua e i suoi… Il tutto sostenuto dall’enfasi della colonna sonora di Trevor Jones e Randy Edelman. Un’emozione indimenticabile!

Ezio Leoni


gli albori della frontiera

 

 

interpreti: Daniel Day-Lewis (Nathaniel “Hawkeye/Occhio di Falco”), Russell Means (Chingachgook), Eric Schweig (Uncas), Madeleine Stowe (Cora Munro), Jodhi May (Alice Munro), Steven Waddington (Maggiore Duncan Heyward), Wes Studi (Magua), Edward Blatchford (Jack Winthrop), Terry Kinney (John Cameron), Tracey Ellis (Alexandra Cameron), Maurice Roëves (Colonnello Edmund Munro), Pete Postlethwaite (Capitano Beams), Patrice Chéreau (Generale Louis-Joseph de Montcalm)

NOTE:
Nathan è soprannominato longue carabine e da quel suo inseparabile fucile partono colpi che scandiscono sullo schermo momenti topici di L’ultimo dei Mohicani: l’uccisione del cervo, il liberare la strada al messaggero che esce da Fort Henry, la risposta all’attacco degli Uroni, la fine pietosa di Duncan torturato dagli indiani, i’attacco finale al gruppo di Magua sparando e ricaricando in corsa…

 

Del romanzo di James Fenimore Cooper (1826) esistevano già due versioni cinematografiche: l’omonimo L’ultimo dei Mohicani (Maurice Tourneur, Clarence Brown 1920) e Il re dei pellirosse (George B. Seitz, 1936) a cui il film di Mann fa riferimento in sceneggiatura.
Wes Studi era già stato un indiano “cattivo” in Balla coi lupi, ma lo ritroveremo invece in Hostiles nel ruolo del capo Cheyenne Falco Giallo, ormai vecchio e morente.
Il tema sonoro principale del film è basato in buona parte sulla melodia di The Gael, brano del cantautore e musicista scozzese Dougie MacLean (album The Search – 1990). Mann racconta che il merito di questa scelta fu di sua moglie: lui intendeva usare come base della musica celtica e fu lei a consigliargli The Gael, che aveva sentito alla radio.

La vertiginosa discesa in canoa fino alla cascata richiama l’analoga situazione di Gli invincibili, ma lì DeMille alternava il filmato con i suoi eroi in studio e la proiezione dei fondali a ricreare la scena, qui con le riprese sono tutte dal vivo (fotografia di Dante Spinotti) e il risultato è di tutt’altro impatto.

FRASI:
Chingachgook di fronte al cervo: “Ci dispiace doverti uccidere, fratello. Rendiamo omaggio al tuo coraggio e alla tua velocità, alla tua forza.”
Maggiore Duncan: “Come mai eravate così vicini?” – Nathan: “Ci siamo imbattuti negli Uroni e li abbiamo seguiti” – Maggiore Duncan: “Siete stati assegnati a Fort Henry?” – Nathan: “No.” – Maggiore Duncan: “Fort Edward allora.” – Nathan: “Andiamo ad ovest, verso il Kentucky” – Maggiore Duncan: “C’è una guerra in atto, come sarebbe che andate ad ovest?” – Nathan: “Ecco noi di solito ci mettiamo col nord di fronte e improvvisamente giriamo a sinistra.”
Cora: “Perché quella gente viveva in questo posto senza protezione? – Nathan: “Dopo sette anni a contratto in Virginia sono arrivati qui, perché la frontiera è l’unica terra disponibile per la povera gente. Quaggiù non devono sottostare a nessuno, non servono permessi per vivere. Si chiamavano Cameron. John e Alexandra Cameron” … “La gente di mio padre dice che alla nascita del sole e di sua sorella, la luna, la loro madre morì. Così il sole diede alla terra il suo corpo, dal quale sbocciò tutta la vita. E dal petto di lei tirò fuori le stelle. E le lanciò nel cielo notturno per ricordarsi della sua anima. Quindi ecco la tomba dei Cameron. E quella della mia famiglia.”
Colonnello Munro: “L’udienza è finita. La milizia non si muove!” – Jack Winthrop: “La giustizia inglese ha smesso di governare? È stata rimpiazzata dall’assolutismo?” – Nathan: “Se della legge inglese non ci si può fidare, forse è meglio per loro far pace con i Francesi.” – Colonnello Munro: “Questa è sedizione!” – Nathan: “Questa è la verità!” – Maggiore Duncan: “Dovresti essere cacciato da questo forte!” – Nathan: “Un giorno o l’altro noi due avremo una seria discussione, Maggiore.”  – Colonnello Munro: “Chiunque fomenti o istighi a lasciare Fort Henry sarà impiccato per sedizione. E chiunque tenti di abbandonarlo sarà fucilato. E la cosa è definitiva. Fuori di qui!”
Chingachgook: “Grande Spirito e Creatore della Vita, un guerriero va a te veloce e dritto, come una freccia lanciata nel sole. Da a lui il benvenuto e lascia lui prendere posto in Gran Consiglio di mio popolo. È Uncas, mio figlio. Di’ lui di essere paziente e dà a me una rapida morte, perché loro sono tutti là meno uno, io Chingachgook, l’ultimo dei Mohicani.”

SEQUENZE:
l’incrocio di sguardi tra Nathan e Cora (0.58)
l’assalto degli Uroni (1.12)
sulle canoe (1.41)
la morte di Magua (1.34)
finale (2.40)

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