Leggere Lolita a Teheran

Eran Riklis

Sette studentesse dell’università di Teheran si riuniscono con la loro professoressa di lettere per leggere i classici che il regime ha censurato: attraverso le pagine di Lolita le giovani riusciranno a parlare della loro situazione, dei loro sentimenti e di quello che desiderano per la proprie vite.

Reading Lolita in Tehran
Italia/Israele 2024 (108′)

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  Leggere Lolita a Teheran, film diretto da Eran Riklis, racconta i due anni successivi alla Rivoluzione di Khomeini, una serie di sconvolgimenti politico-sociali accaduti tra il 1978 e il 1979 in Iran, che portarono all’istituzione della Repubblica islamica sciita. Mentre le vie e l’Università di Teheran diventano lo scenario di orribili violenze, la professoressa Azar Nafisi si ritrova a dover affrontare una dura impresa: spiegare ai suoi studenti la letteratura inglese. L’insegnamento della materia non sarebbe così arduo, se non fosse che i ragazzi e le ragazze a cui Nafisi insegna sono stati esposti alla catechesi islamica, che aborrisce l’Occidente, di cui la letteratura è una delle più alte incarnazioni. Quello che ne verrà fuori sarà un toccante atto d’amore per la letteratura e allo stesso tempo una beffa a chiunque cerchi di proibire il suo studio e la sua diffusione.

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   Diretto da Eran Riklis, noto per film come La sposa siriana e Il giardino dei limoni, Leggere Lolita a Teheran  racconta una storia di resistenza culturale e personale, che mette in luce l’importanza della letteratura come forma di libertà in un contesto oppressivo come l’Iran post-rivoluzione islamica. Leggere Lolita a Teheran segue la professoressa Azar Nafisi, che durante gli anni bui del regime di Khomeini in Iran, si trova costretta a lasciare l’insegnamento all’Università di Teheran. La violenza e la repressione che dominano le strade e i campus spingono Nafisi a formare un gruppo clandestino di studio con sette delle sue studentesse. In segreto, queste giovani donne si riuniscono nella sua casa per leggere classici della letteratura occidentale, tra cui Lolita di Vladimir Nabokov. Mentre il regime islamico intensifica il suo controllo, queste donne usano i libri come mezzo per discutere delle loro vite, delle loro speranze e delle difficoltà che affrontano come donne in una società patriarcale e fondamentalista. Il film evidenzia il potere emancipatorio della letteratura, che diventa uno strumento di resistenza e autoaffermazione (…) Riklis ha saputo tradurre l’intimità della narrazione di Nafisi, creando un’atmosfera cinematografica capace di trasmettere la tensione e l’emozione vissute dalle protagoniste. Grazie alla collaborazione con la stessa Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran mantiene una fedeltà narrativa, ma con l’aggiunta di una visione cinematografica che lo rende accessibile e coinvolgente per un pubblico internazionale. Con la sua potente combinazione di dramma personale e politica, Leggere Lolita a Teheran promette di essere uno dei film più discussi dell’anno, capace di far riflettere su temi di grande attualità come la censura, la libertà di espressione e il ruolo della cultura in contesti oppressivi.

Eleonora Zanardi – taxidrivers.it 

  L’adattamento di un libro offre delle opportunità e nasconde delle insidie, maggiori quando un titolo rappresenta ormai un immaginario consolidato ed il successo fa crescere delle aspettative. Assumendosi il rischio di trasformare in immagini un classico come Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, Eran Riklis prova a schivare le insidie con una trasposizione fedele ma pedissequa, troppo ingessata in una struttura che però garantisce solidità al racconto. Il romanzo autobiografico delle scrittrice iraniana, diviso in 4 capitoli (Lolita, Il grande Gatsby, Daisy Miller e Orgoglio e pregiudizio) è la cronaca del suo ritorno in patria dopo il successo della rivoluzione islamista guidata dall’ayatollah Khomeyni, per assumere il ruolo di docente di letteratura inglese all’università dopo un periodo di studi negli States, diventati intanto primo bersaglio di una propaganda anti occidentale, il grande Satana. L’attenzione è focalizzata soprattutto a mostrare il rapido sgretolamento dei diritti, soprattutto quelli delle donne, private della libertà, responsabili del pubblico pudore, costrette ad indossare il velo, arrestate, sequestrate, torturate ed uccise da un regime totalitario incline alla barbarie. I salti temporali assecondano questo scivolamento nel buio, da un primo momento di incertezza e di opposizione, in cui ancora una speranza si univa al cambiamento, agli anni successivi con il tradimento già consumato ed il fanatismo religioso imperante in ogni minimo aspetto del quotidiano. (…)

Anche se imperfetto e gelido, restano micidiali la potenza della verità, il messaggio politico e la richiesta d’aiuto, la denuncia di uno stato delle cose degenerate in una persecuzione fisica e psicologica. Le ragazze del simposio segreto, riunite nella casa di Azar che una volta a settimana accoglie un circolo letterario quando è interdetto anche un semplice scambio di opinioni, fanno da scudo ad un mondo esterno che porta i segni di una realtà mutata in peggio, con le pareti degli edifici invase dal ritratto della guida spirituale, imbrattatate di scritte intimidatorie e le guardie armate in strada ad incitare i martiri caduti per la causa (,,,) Un film utile e necessario, che riesce a cogliere sicuramente il gusto amaro della sconfitta e quel desiderio di fuggire via lontano.

Antonio D’Onofrio – sentieriselvaggi.it

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