Il documentario analizza a fondo l’arte di Hopper, la sua vita e le sue relazioni personali in una storia d’amore, la sua, tutta americana: l’amore per l’architettura e i paesaggi aperti e talvolta desolati degli States ma anche quello, tenero e appassionato, per la determinata compagna di vita Jo che abbandonò la sua promettente carriera artistica per fargli da manager.
UK 2023 (94′)
Quella di Hopper è un’America popolare, silenziosa e misteriosa, capace di influenzare pittori come Rothko e Banksy, cineasti come Alfred Hitchcock e David Lynch, ma anche fotografi e musicisti. Ma chi era davvero questo artista riflessivo e maestro della narrazione chiamato Edward Hopper? E come ha fatto un illustratore in difficoltà nato nello stato di New York a creare una tale quantità di capolavori in grado di parlare alle persone comuni così come agli esperti? Il documentario diretto da Phil Grabsky analizza a fondo l’arte di Hopper (1882-1967), la sua vita e le sue relazioni personali, dagli esordi al rapporto con la moglie Jo, che abbandonò la sua promettente carriera artistica per fargli da manager. E ancora il successo delle sue tele, la personalità enigmatica dietro il pennello, la capacità di indagare la solitudine come nessuno prima di lui era riuscito a fare, tanto da dialogare, a distanza di decenni, anche con chi, in periodo Covid, si è trovato recluso, solo, isolato. Con l’ausilio di interviste ad esperti e letture di diari e grazie a un sorprendente sguardo gettato sul suo quotidiano, il documentario fa rivivere l’artista probabilmente più influente di tutta la storia statunitense. Come recita il titolo del film, saremo trascinati all’interno di una storia d’amore tutta americana l’amore per l’architettura e i paesaggi aperti e talvolta desolati degli States ma anche quello, tenero e appassionato, per la determinata compagna di vita Jo.