Gli inesorabili

John Huston

Il vecchio Abe, in divisa confederata e con la sciabola, si aggira minaccioso per la pianura, recitando versetti biblici. Le sue invettive sono rivolte alla famiglia Zachary: l’anziana madre Mattilda, i tre maschi Ben, Cash e Andy e la figlia adottiva Rachel. È un momento cruciale per la vendita del bestiame che Ben, con il suo socio Zeb Rawlins, sta per portare a Wichita. Ma la situazione precipita. Il vecchio insinua che Rachel è di origine indiana, rapita in fasce ad una tribù Kiowa e sono proprio gli indiani a farsi vivi perché il capo Lost Bird vuole riavere sua sorella. Chi ci rimette è subito Charlie Rawlins, il giovane fidanzato di Rachel,che viene ucciso scatenando così nella comunità un astio generale verso gli Zachary. Il vecchio Abe viene allora catturato, ma anche con una corda al collo conferma le sue accuse e Mattilda fa sì che muoia impiccato, pur di non dover rivelare quello che ormai a tutti è evidente. Il suo segreto dura infatti per poco e gli Zachary si trovano isolati, ben presto asserragliati nella loro casa ad affrontare l’assalto dei Kiowa. Ben, Andy Rachel e Mattilda (Cash se n’è andato non accettando che sua sorella sia un’indiana) si difendono strenuamente: la vecchia madre muore, Andy resta ferito, la casa viene incendiata, ma sono i Kiowa ad avere la peggio. E quando tra le fiamme Lost Bird, ultimo rimasto, riesce a arrivare faccia a faccia con Rachel è lei a sparare, uccidendo il fratello di sangue. Mentre il fumo si dirada un cielo terso accoglie i fratelli Zachary (Cash è poi tornato a combattere con gli altri) e l’ineluttabile idillio tra Ben e Rachel.

The Unforgiven
USA 1960 (125′)

  “Dirty injun” (lurida indiana). Il rigetto di Cash alla scoperta che la sorellastra è una Kiowa è la chiave di lettura di Gli inesorabili. È greve l’aria di razzismo che si respira, anche se Huston, dopo le minacciose immagini dei titoli di testa, apre con uno sguardo rasserenante sul paesaggio che circonda casa Zachary: le mucche che pascolano sul tetto erboso, lo stallone bianco che scalpita nel recinto, il volo delle anatre migratorie, la mandria di cavalli che corre libera nella prateria, il sorriso radioso di Rachel. Le personalità dei protagonisti e interpreti delineano, quasi più del tessuto narrativo, le dinamiche del racconto. Ben capo famiglia saggio e volitivo – Cash spavaldo ma incerto anche nei suoi sentimenti per Giorgia Rawlins – Andy giovane e ingenuo, con l’ambizione di fare esperienza di donne e birra a Wichita – Mattilda segnata dalla vita, rigida anche nei lineamenti, chiusa com’è nel disperato silenzio di fronte allo svelarsi della verità – Rachel, tanto affabile quando incerta; sia sul passato che via via la soverchia, sia sul suo futuro di donna in cerca di marito. È evidente fin dall’inizio (e dalla mirata scelta della coppia Hepburn-Lancaster) che il suo forte affetto per Ben e la gelosia protettiva che questi dimostra per lei porteranno a quel sofferto, appassionato bacio nella casa avvolta dalle fiamme, ma la regia sa tenere in sospeso l’ambiguità di quel rapporto, affidandosi a efficaci snodi di sceneggiatura che danno consistenza al film. Dalla caccia al vecchio invasato tra le nebbie notturne all’inseguimento affidato poi alla cavalcata di Johnny Portugal, da quel pianoforte nell’aia che mamma Mattilda suonerà anche in chiusura (quale risposta ai canti di guerra indiani) al furibondo attacco dei Kiowa che gli Zachary riusciranno a respingere trasformando la loro casa in un vero avamposto di battaglia. Ma la scena madre di Gli inesorabili è certo quel colpo di pistola con cui Rachel uccide il suo fratello indiano, spezza la catena del sangue e rifiuta le proprie origini decidendo di stare tra gli uomini bianchi, di essere una di loro. E ora che l’affetto fraterno può di diritto chiamarsi amore quel volo delle anatre nel cielo diventa simbolo di una ritrovata leggerezza spirituale per lei e i suoi fratelli. Il melodramma di Huston segna una tappa cruciale nella filmografia western, proprio perché, affrontando una tematica speculare a Sentieri selvaggi, ribadisce ancora una volta il predominio del nucleo sociale bianco su ogni legame di sangue e di razza.

Ezio Leoni


buon sangue non mente?

interpreti principali: Burt Lancaster (Ben Zachary), Audrey Hepburn (Rachel Zachary), Audie Murphy (Cash Zachary), Doug McClure (Andy Zachary), Lillian Gish (Mattilda Zachary), Joseph Wiseman (Abe Kelsey), John Saxon (Johnny Portugal), Charles Bickford (Zeb Rawlins), Albert Salmi (Charlie Rawlins), Kipp Hamilton (Georgia Rawlins), Carlos Rivas (Lost Bird).

   

 

NOTE:
Come Sentieri selvaggi anche Gli inesorabili è tratto da un romanzo di Alan Le May.
È il primo vero western di John Huston (Il tesoro della Sierra Madre non può considerarsi tale) a cui seguirà poi nel 1972 L’uomo dai 7 capestri.
Burt Lancaster aveva già rivestito ruoli importanti del cinema western: da L’ultimo Apache e Vera Cruz, entrambi del 1954, a Il kentuckiano (1955, sua anche la regia), a Sfida all’O.K. Corral (1957); a Gli inesorabili, seguiranno I professionisti (1966), Joe Bass l’implacabile (1968), Io sono Valdez (1971), Nessuna pietà per Ulzana (1972).
Un punto di forza, commerciale e artistico, fu certamente la presenza di Audrey Hepburn. Ma il set fu funestato da una sua caduta da cavallo che le causò problemi alla schiena tali da far sospendere la produzione per diversi mesi. Fu quell’incidente poi a provocare, probabilmente, l’aborto spontaneo che ne seguì. L’anno successivo la Hepburn abbandonò la recitazione per dare alla luce un altro figlio, tornando sullo schermo con Colazione da Tiffany (1961).

FRASI:
 Rachel rivolta al suo cavallo, mentre guarda le anatre migranti: “Non ti farai mica spaventare da quattro anatre. Sono come noi uomini, solo che volano un po’ più in alto. Niente di più”
Mamma Mattilda ai suoi figli: “Se potessimo coltivare qualche fiore decente invece di questi sterpi… Fu vostro padre a portarmela piccola. Me la portò perché in quei giorni ero disperata, avevo appena perso la bambina che avevo tanto atteso. E non le avevo ancora dato un nome quando morì. Così il nome che avevo scelto per lei lo diedi a Rachel, la mia adorata Rachel, la mia adorata piccola bimba indiana. Il petto mi faceva male da tanto latte che avevo… Se potessimo coltivare dei narcisi, averne un’aiuola piena come quand’ero ragazza. Mi piacciono tanto i narcisi…”

SEQUENZE:
il pianoforte (0.45)
Johnny Portugal doma il cavallo (2.20)
l’impiccagione (0.20)
l’attacco dal tetto in fiamme (0.32)
Rachel uccide Lost Bird (0.32)
EXCIPIT (1.00)

 

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