Quattro personaggi tramite ricordi e azioni quotidiane raccontano la loro infanzia, la relazione con l’isola di Burano e la laguna che la circonda: la vita nell’isola tra passato e presente, la pesca e la sua evoluzione, l’arte e gli artisti contemporanei, il teatro, la musica e la relazione con il turismo. Un film che si propone di dare voce agli aspetti più veri e sinceri di Burano e di illuminare di una nuova luce un luogo sempre più visitato ma che nell’evidenziare la sua parte commerciale rischia di nascondere l’anima profonda che solo chi la vive ben conosce.
Italia 2024 (45′)
Burano vista da chi la vive ogni giorno
Quattro personaggi, Luciano Seno, vetraio, Massimo Tagliapietra, pescatore, Mariarosa Vio, video performer, e Andrea Tagliapietra, pitture e scultore, tramite ricordi e il racconto della quotidianità, raccontano la loro infanzia e la relazione con l’isola di Burano e la laguna che la circonda. I temi affrontati sono la vita nell’isola tra passato e presente, la pesca e la sua evoluzione, l’arte e gli artisti contemporanei dell’isola, il teatro, la musica e la relazione con il turismo. “Boreana”, firmato Emanuel Toffolo, vetraio, e Jordan Carraro, artista, si propone di dare importanza agli aspetti più veri e sinceri di Burano, dando una nuova luce ad un luogo sempre più visitato e che purtroppo riflette invece soltanto la sua parte più commerciale, nascondendo un’anima profonda che, chi la vive, conosce.
la voce degli autori
Jordan: Boreana tratta Burano e la Laguna Nord da quattro punti di vista differenti. Tuttavia, non è un documentario correlato al turismo, né tantomeno alla promozione turistica, ma si propone di osservare più da vicino la vita nell’isola.
Emanuel: L’idea nasce dalla volontà di “fotografare” l’attuale situazione dell’isola. Inizialmente, ho girato alcune scene soltanto con il mio cellulare, scegliendo come protagonista mio nonno. Dopo averne parlato con Jordan, abbiamo deciso di inserire nel documentario altri tre personaggi.
Jordan: Ci trovavamo spesso a discutere di progetti in comune, e l’idea proposta da Emanuel mi è parsa sin da subito molto interessante. In un primo momento abbiamo abbozzato una sceneggiatura “a voce”, dato che il tempo scarseggiava e ci risultava difficile organizzarci per bene. Dopo l’aggiunta dei tre personaggi, tutto è evoluto in modo molto spontaneo.
Emanuel: Prima di tutto, abbiamo seguito il lavoro di ogni personaggio: mio nonno era un vetraio, ma ancora oggi, di tanto in tanto lavora a lume; Andrea è un’artista; Maria Rosa è impegnata in vari ambiti, ma è soprattutto una performer; Massimo, invece, è un pescatore. Emanuel: Per quanto riguardo mio nonno È stato molto facile coinvolgere mio nonno dato che vive di fianco al mio negozio.
Jordan: Ma è stato facile coinvolgere anche gli altri due, poiché sono dei miei cari amici. Il quarto personaggio, ossia il pescatore, invece, era abbastanza restio al colloquio. Nel suo caso, è stato necessario agire con una certa delicatezza, evitando di farlo sentire sotto pressione e spronandolo a diventare “attore di se stesso”.
Emanuel: Lo scopo principale è quello di congelare questo preciso momento storico e, grazie alle testimonianze dei più anziani, di cui si fa portavoce mio nonno, metterlo a confronto con il passato dell’isola.
Jordan: Quasi come se Burano fosse una casa e la Laguna il suo giardino, ci siamo focalizzati sul rapporto dei personaggi con quest’ultima: il nonno di Emanuel racconta di quando, da piccolo, si recava nell’isola di San Francesco del Deserto; l’artista ne ricava materiali per le sue creazioni, come alghe e radici, la performer la usa come palcoscenico, mentre per il pescatore è fonte di sostentamento.
Emanuel: Il principale ostacolo è stato il freddo, dato che abbiamo girato il documentario soprattutto durante i mesi invernali, all’alba e nel tardo pomeriggio.
Jordan: Un’altra difficoltà è stata l’organizzazione, poiché dovevamo conciliare le riprese con i nostri impegni lavorativi. Alcuni aspetti tecnici, inoltre, per noi che non disponiamo di una produzione al nostro seguito, possono risultare abbastanza noiosi. La parte più difficile è toccata ad Emanuel, che si è occupato del montaggio e della post-produzione… Abbiamo voluto realizzare un documento che catturasse un momento “intimo”, e non da vendere, come si propongono di fare i “documentari-cartolina” volti a promuovere il turismo di massa. Vorrei che tutto rimanesse così com’è. Sono arrivato qui cinque anni fa e da allora sono già cambiate moltissime cose. Nel caso ci fosse un cambiamento, sarebbe bello che l’isola divenisse più appetitosa dal punto di vista dell’abitabilità: con la stessa somma necessaria per acquistare una casa a Burano, infatti, è possibile ottenerne una più moderna e confortevole in terraferma, motivo per cui molte persone stanno scegliendo di lasciare l’isola. Inoltre, vorrei che il turismo fosse più regolamentato, per permettere ai residenti di vivere meglio.
Emanuel: Sì perché nonostante la maggior parte degli isolani lavori a contatto con il turismo, mi auguro che questo sia sottoposto a maggiori controlli, dato che, essendo un turismo di massa, spesso rende difficoltosa la vita sull’isola.
Matteo Bon – genteteveneta.it