Un artista di strada, senzatetto e con problemi di alcol e droga, quando incontra Bob ,un gatto randagio ferito, decide di aiutarlo e di tenerlo con sé. La sua fedele compagnia lo aiuterà a ritrovare la voglia di vivere. Una storia di speranza e riscatto, dove quel gatto rosso è una sorta di angelo alla Frank Capra, rivestito di pelo.
You A Street Cat Named Bob
Gran Bretagna 2016 (100′)
Quando la melodia di una chitarra incontra un simpatico gatto venuto dal nulla, anche la vita più disastrata può trasformarsi in una festa. E James Bowen lo sa bene. Fino a qualche anno fa, era un ragazzo di strada, rifiutato dalla famiglia e senza un tetto sulla testa. Il suo lavoro era cantare davanti a Covent Garden, nella speranza di recuperare qualche moneta. Di giorno suonava e la sera si faceva. Ma se la droga l’ha quasi ucciso, Bob è stato il suo salvatore. Il piccolo felino gli ha dato una ragione per andare avanti e la loro storia ha fatto il giro del mondo. Roger Spottiswoode gira un film leggero, che riesce a trasmettere il dramma e la redenzione. Le vicende di un ragazzo perso nel mondo colpiscono subito al cuore, e diventano un inno ai buoni sentimenti. A chi non ha nulla serve un po’ di affetto per guarire, e il prendersi cura di qualcuno, anche di un animale, può essere la medicina giusta. A spasso con Bob è un film drammatico dalle note edificanti. Non affonda mai le mani nel torbido e si mantiene su una superficie di buone intenzioni. Gli amanti dei gatti impazziranno, e la platea dalla lacrima facile dovrà ricorrere a qualche fazzoletto.
Gian Luca Pisacane – cinematografo.it
James Bowen è un cantautore homeless, che vive e dorme per strada, mangiando quel che trova e cedendo al richiamo dell’eroina per scappare dalla disperazione. I suoi genitori si sono separati quando aveva undici anni, James ha seguito la madre in Australia, poi è tornato a Londra, ma non è mai riuscito a farsi riaccettare dal padre, che nel frattempo ha formato una nuova famiglia. L’incontro che cambierà la vita di Bob è quello con un gatto rosso, trovato a gironzolare nella sua casa popolare di Tottenham. Per curare Bob da una ferita, James trova la forza di alzarsi al mattino, ma la cura è reciproca: anche Bob non lo lascia mai; lo segue montandogli sulla spalla mentre va a raccogliere soldi suonando a Covent Garden o in giro per Londra in bicicletta per vendere il Big Issue. La storia vera di Bowen e del gatto chiamato Bob è diventata un libro che ha venduto un milione di copie nella sola Inghilterra, che ha dato luogo a molte altre pubblicazioni, per adulti e bambini e che ha, non solo cambiato, ma letteralmente rivoluzionato la storia del suo protagonista, trasformando un incubo in una fiaba e, ora, in un feel good movie.
Fino ad un certo punto, però. Uno degli aspetti interessanti del film, infatti, insieme e in accordo col tono realistico e l’asciuttezza dei dialoghi, è il suo non fare troppi sconti sulle “scomodità” della vita di strada, sui pericoli mortali della droga e sul calvario della disintossicazione. Nessuna sequenza alla Trainspotting, il fuoco del film di Spottiswoode è morbido e caldo come il pelo di un gatto, non ci si può addentrare troppo nell’incubo (il protagonista non perde mai la pazienza, è una specie di santo), ma le omissioni non suonano come bugie, bensì come una scelta di registro, comprensibile… Per un racconto istruttivo e commovente.
Marianna Cappi – mymovies.it