Umberto Eco – La biblioteca del mondo

Davide Ferrario

La biblioteca privata di Umberto Eco era un mondo a sé: più di 30.000 volumi di titoli contemporanei e 1.500 libri rari e antichi. Davide Ferrario, che con Umberto Eco aveva collaborato per una videoinstallazione alla Biennale Arte di Venezia un anno prima della morte dello scrittore, ha avuto accesso alla biblioteca grazie alla fattiva collaborazione della famiglia. Ne è nato un documentario che non solo descrive un luogo straordinario, ma cerca di afferrare il senso stesso dell’idea di biblioteca in quanto “memoria del mondo”, come la definiva lo stesso Eco.

Italia 2022 (80′)

 

  Un lungo piano sequenza segue Umberto Eco mentre cammina nei corridoi dell’immensa biblioteca della sua casa milanese di Piazza Castello. L’autore di quella scena è Davide Ferrario, regista di Tutti giù per terra (1997), Dopo mezzanotte (2004), La luna su Torino (2014), e del documentario Piazza Garibaldi (2011). Ferrario nel 2015 aveva collaborato con lo scrittore per un’installazione al padiglione Italia della Biennale di Venezia sul tema della memoria. “Realizzai una video-installazione per la Biennale d’Arte di Venezia con lui protagonista”, racconta il regista, “Fu allora che vidi per la prima volta la sua biblioteca e gli chiesi subito di girare una scena con lui che camminava in mezzo ai libri, la stessa che adesso apre il film”. Ferrario delinea la grande devozione ai libri di Eco in tre capitoli più un epilogo. Si parte dalla sua scomparsa e dal riconoscimento della sua fama con le immagini del Castello Sforzesco di Milano gremito di gente, dove si sono tenuti i suoi funerali il 23 febbraio 2016. Poi veniamo accompagnati dalle parole della moglie Renate Ramge, dei figli, dei nipoti e dei suoi collaboratori, entriamo nelle stanze della sua biblioteca, composta da 1200 testi antichi e 30 mila moderni. “L’insieme delle biblioteche è l’insieme della memoria dell’umanità” spiega Eco in uno delle interviste che vediamo nel documentario, “Noi siamo la nostra memoria, la memoria è l’anima”. Un film intimo e conciso, un ritratto importante, una riflessione sulla memoria e un ragionamento sulla natura del libro.

Ferrario compie un viaggio affascinante in territori mitici, quelli di Eco e dirige in maniera scaltra quando, per non rimanere ancorato alla parola, si affida agli amici e attori Giuseppe Cederna per parlare del “falso” citando Athanasius Kircher e a Niccolò Ferrero per raccontare la genesi dell’amore per il teatro di Eco, o ancora affidandosi al found footage con interventi tra momenti quotidiani e famigliari, lezioni e incontri tra radio e televisioni. Umberto Eco – La biblioteca del mondo, scorre su binari ben precisi dal momento in cui è risaputo che sintetizzare la grandezza di uno dei più grandi intellettuali del ventesimo secolo sarebbe un’impresa impossibile. Ecco quindi la scelta di focalizzarsi sul rapporto libro-memoria tanto caro allo scrittore alessandrino, la biblioteca come simbolo e realtà della memoria collettiva perché senza memoria, dice Eco, l’uomo è come un vegetale..

Matteo Di Maria – sentieriselvaggi.it

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