Rodeo

Lola Quivoron

Francia 2022 (105′)
TORINO FILM FESTIVAL – premio speciale della Giuria

 TORINO – Arriva a Torino direttamente da Un certain regard di Cannes , dove è stato insignito del premio Coup de coeur du jury, questo Rodeo di Lola Quiveron, al suo debutto nel lungometraggio.

   Partendo dal corto Au loin Baltimore (documentario della stessa regista datato 2015) il film ruota attorno alla figura di Julia (una straordinaria Julie Ledru), un’adolescente ribelle, incapace di tenersi un lavoro, bullizzata dai suoi stessi compagni della banlieu dove vive, cacciata di casa (la madre arriva a cambiare la serratura). Ha una sola passione: la velocità, le moto da cross. Per procurarsele, contatta on line i proprietari di modelli costosi fingendo di essere interessata all’acquisto e ,con la scusa di fare un giro, se ne impadronisce (“Non ho bisogno di soldi, quello che voglio me lo prendo“). Il suo habitat naturale è quel mondo chiamato in Francia “Cross bitume“ o pure “Rodeo urbano“, laddove i bikers si scatenano sulle due ruote (o meglio su una sola!) incuranti del pericolo e delle proteste del vicinato. Di lontana origine statunitense (parliamo degli anni’70) ma sempre più diffusa in Francia, la pratica consiste nel sequestrare un tratto di strada extraurbana dove esibirsi in caroselli acrobatici mentre i piloti, anche parecchie decine, a loro volta eseguono figure improbabili con frenate e derapate improvvise. Non c’è una vera e propria gara, si pratica in gruppo con mezzi rigorosamente senza targa. Una pratica vietata per legge (gli organizzatori rischiano fino a quindici anni di carcere) ma quasi impossibile da controllare, a meno di peggiorare la situazione; e infatti la regista stessa in una recente intervista, non esitava ad imputare ai flics e ai lo interventi i frequenti incidenti mortali.

Tornando al film, sarà proprio l’incontro con uno dei bikers a introdurre Julia in una organizzazione di ladri professionisti che, sotto la copertura di un finto garage, si dedica al furto e alla contraffazione di motociclette di lusso. Mondo esclusivamente maschile che all’inizio la rifiuta, soprannominandola “la sconosciuta”… Ma Julia ha grinta e carattere e riesce a scalare il gruppo, fino a farsi propugnatrice di un colpo ancora più grosso. La banda è guidata a distanza, direttamente dal carcere, dal misterioso Domino, della cui moglie e figlioletto Julia diventa amica e protettrice fino a sognare di fuggire con loro. Sarà questo l’unico rapporto umano fuori dall’universo meccanico delle moto, ad aprire uno spiraglio, una possibilità di futuro. Ma le cose andranno diversamente. 

Macchina a mano direttamente sul corpo, sul motore e soprattutto sul viso della protagonista, la regista ci da una immagine frenetica di un mondo sconosciuto ma a suo modo affascinante. Vorticoso nelle immagini, forse meno curato a livello di sceneggiatura, Rodeo è un film che impressiona e appassiona lo spettatore.
Ci sembra interessante notare che Lola Quiveron è solo l’ultima degna rappresentante di una generazione di registe francesi, spesso esordienti, che ultimamente domina il cinema d’oltralpe e non solo, collezionando premi nei maggiori festival. Basti pensare a Julia Ducorneau, Palma d’oro a Cannes 2020 con Titane, o alla Celine Scianna di Ritratto della giovane in fiamme, o ad Atlantique di Mati Diop, Premio speciale della giuria sempre a Cannes. Fino ad arrivare a Saint Omer dell’ultimo Festival di Venezia, di un’altra regista senegalese esordiente, Premio Opera prima Luigi de Laurentiis. E probabilmente siamo solo all’inizio!

Giovanni Martini – MCmagazine 78

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