Franco, un ex militare, abita in un vecchio forte della Prima Guerra Mondiale abbandonato in mezzo alle montagne. Rimasto solo e disorientato dopo gli anni della Guerra Fredda, l’uomo vive nel terrore di una catastrofe imminente e ora che il mondo è in preda al caos questo incubo torna a tormentarlo più che mai. In un ambente cosparso di detriti e resti bellici accumulati in oltre un secolo di guerre e conflitti, il suo diventa un viaggio mentale allucinato che ripercorre episodi del suo passato misti a paure apocalittiche. E la bomba atomica resta la sua grande ossessione, è lei il nemico da combattere.
or: How I learned to DON’T stop worrying and DON’T love the bomb
Italia 2023 (75′)
Un uomo si aggira per i boschi delle Alpi. Vive in un ex forte della prima guerra mondiale. Sembra avere una missione da compiere: è l’ultimo agente di una società segreta che negli anni ha evitato che la folle corsa atomica portasse l’umanità alla distruzione. Lucide visioni di un olocausto nucleare che balugina all’orizzonte accompagnano il suo girovagare. I nemici non sono più così facilmente identificabili, la perdita delle certezze, di una netta divisione del mondo tra bianco e nero lo fanno vacillare. Adesso la bomba è diventata la sua ossessione, il suo tormento e la sua unica ragione di vita.
Franco “Chief” Carling (Andrea Pennacchi) ha servito in missioni militari in tutto il mondo, è stato ferito in un incidente e ha perso gli affetti più cari a causa del lavoro che lo ha portato in numerose basi americane in Italia e in Europa, sempre in compagnia della bomba. Dalla fine della Guerra Fredda i suoi punti di riferimento sono venuti a mancare, il nemico non è più così facile da individuare e il rischio atomico ha perso il suo controllore più forte, la deterrenza che nasceva dal mondo diviso in blocchi. Adesso la bomba è diventata la sua ossessione, il suo tormento e la sua unica ragione di vita. Renzo Carbonera usa il linguaggio della fiction per narrare eventi verosimili e di stringente corrispondenza con la cronaca.
Cosa, o quanto, ci separa dall’escalation nucleare? Nel 1947, gli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientist dell’Università di Chicago hanno creato, il “Doomsday Clock” (Orologio dell’Apocalisse), un orologio simbolico volto a quantificare il rischio di catastrofe, con particolare riferimento all’annientamento dell’umanità causato dallo scoppio atomico. Nell’orologio, la distanza delle lancette dalla mezzanotte rappresenta la distanza ipotetica dalla fine dell’umanità: nel momento della creazione, l’orologio fu impostato a 7 minuti dalla mezzanotte. Da allora le lancette sono state spostate 22 volte: nel 1991, in seguito alla fine della Guerra Fredda, l’orologio viene impostato a 17 minuti dalla mezzanotte, è stato il momento di massima sicurezza secondo gli scienziati del Bulletin. A gennaio 2022 il Bulletin stabilisce che l’umanità non è mai stata così vicina alla catastrofe, a causa del cambiamento climatico e del nuovo aumento del rischio atomico globale: le lancette dell’orologio vengono posizionate a 100 secondi dalla mezzanotte.
Il 24 gennaio 2023 gli scienziati hanno annunciato una nuova “ora”: i secondi dalla mezzanotte sono adesso 90.
Sandra Orlando – taxidrivers.it