Biasutti e Perbellini hanno lo stesso nome, Fausto, e odiano entrambi la vita nella grande città. Si conoscono per caso, diventano amici, iniziano a coltivare insieme il sogno di andare a vivere in campagna e quando Biasutti eredita la vecchia casa della nonna a Valvana, sulle colline del nord est, il sogno può finalmente diventare realtà. L’accoglienza in paese, però, si dimostra meno calorosa del previsto…
Italia/Slovenia 2023 (104′)
Gustave Flaubert incontra Carlo Mazzacurati in Io vivo altrove!, primo film da regista dell’attore Giuseppe Battiston, che prendendo spunto dal romanzo incompiuto Bouvard et Pécuchet del grande scrittore francese dell’800, racconta sotto forma di favola contemporanea la storia di due uomini soli che si incontrano e fanno grandi progetti insieme, scontrandosi con la dura realtà ma senza mai perdere l’ottimismo, in uno stile lieve e poetico che richiama il compianto regista padovano. Ben più bonario rispetto al libro di Flaubert, a cui si ispira molto liberamente, è il ritratto che Battiston (che ha scritto soggetto e sceneggiatura insieme a Marco Pettenello) consegna di questi che lui stesso definisce “due guerrieri della positività”, ossia due uomini di città sempliciotti e ingenui che sognano di cambiare vita trasferendosi in campagna, credendo che tutto sia possibile: l’importante è non accontentarsi mai e acquisire qualche nozione. Mentre l’autore di Madame Bovary ironizzava ferocemente sulle pretese di un ottuso enciclopedismo, Battiston tratta i suoi personaggi con affetto, senza giudicarli. A questo ci pensano già gli abitanti del piccolo paese del Nord-Est dove i due si trasferiscono, che li apostrofano con un “mona!” (“stupido” in dialetto veneto) ogni volta che li incrociano per strada. La coppia protagonista è incarnata da Giuseppe Battiston e dall’attore-regista Rolando Ravello (in È per il tuo bene era Ravello a dirigere Battiston). Il primo è un bibliotecario vedovo e appassionato, che non perde occasione di dissuadere i suoi utenti dal perdere tempo con letture scadenti; il secondo è un perito elettronico che di mestiere legge i contatori del gas e vive ancora con sua madre, che, da parte sua, sarebbe più contenta di dividere casa con il suo nuovo fidanzato. Si chiamano entrambi Fausto, rispettivamente Biasutti e Perbellini, si conoscono a un raduno di aspiranti fotografi e non smetteranno mai di darsi del Lei, nemmeno quando, stanchi delle loro vite grigie, si imbarcheranno insieme nel progetto improvvido di andare a vivere in campagna, nutrendosi dei frutti della terra. Ma nonostante tutto l’impegno e le buone intenzioni, sopravvivere in questa nuova dimensione arcadica si rivela più complicato del previsto…
Vittoria Scarpa – cineuropa.org
Biasutti e Perbellini hanno lo stesso nome, Fausto. Entrambi odiano la vita nella grande città. Si conoscono per caso durante una gita per fotoamatori, perdono l’autobus, diventano amici e iniziano a coltivare insieme il sogno di andare a vivere in campagna mantenendosi con il frutto delle proprie fatiche, senza dipendere più da nessuno. Quando Biasutti (Giuseppe Battiston) eredita la vecchia casa della nonna a Valvana, sulle colline del Nord Est, il sogno può finalmente diventare realtà per lui e per Perbellini (Rolando Ravello). L’accoglienza in paese, però, si dimostrerà (molto) meno calorosa del previsto. Questa la sinossi di Io vivo altrove! con Giuseppe Battiston che, nelle doppie vesti di interprete e regista alla sua prima volta, si regala un esordio dietro la macchina da presa nel segno di Gustave Flaubert. Battiston parte proprio dal rielaborare le intenzioni di Flaubert sotto nuova forma: «Flaubert nel suo libro faceva una critica al sapere enciclopedico. Noi abbiamo invece pensato che i due protagonisti potessero essere due eroi della positività, della voglia di partecipazione e riscatto». Asciugando del tutto la componente critica flaubertiana – feroce invettiva sull’erudizione maldestra e dilettantesca – e accomunando i due uomini da affinità elettive e di desiderio più che di mestiere (un bibliotecario e un perito elettrotecnico), Battiston si muove nel campo del sereno vivere nei tempi moderni raccontando con ironia, leggerezza e spruzzate di umorismo vivace, elegante e mai banale di questi due uomini: «Fausto e Fausto, uomini che non vedono il male e le storture del mondo che li circonda. Li abbiamo voluti far muovere spinti da un desiderio di stare meglio» (…) E quindi cos’è Io vivo altrove!? Un’opera disincantata e poetica, sincera e buona alla maniera del cinema di Frank Capra, che nella semplicità di intenti di un’amicizia pura, salvifica e priva di secondi fini – più forte di imprevisti e incomprensioni – ci ricorda l’importanza di sapersi fidare, se non perfino donare all’altro in maniera incondizionata (il fienile) e non andarsene quando tutto diventa difficile.
Francesco Parrino – hotcorn.it