Hostiles – Ostili

Scott Cooper

1892. L’isolata fattoria dei Quaid, nel New Mexico, subisce un attacco dei Comanche. Il capofamiglia e le tre figlie vengono trucidati, solo la madre Rosalie riesce a fuggire nei boschi. Intanto a Fort Berringer il Capitano Joseph J. Blocker, più che mai ostile e rancoroso verso le tribù native, viene convocato dal suo superiore che gli affida il compito, ingrato ma inderogabile, di accompagnare il capo indiano Falco Giallo e la sua famiglia (Falco Nero, Donna Alce, Donna Vivente e Piccolo Orso) nella terra nativa, la Valle degli Orsi nel Montana, dove l’uomo, malato di cancro, desidera aspettare la fine dei suoi giorni. Blocker, costretto suo malgrado ad accettare (Falco Giallo è un suo nemico giurato, ma l’ordine viene dal presidente) parte quindi alla volta del Montana con un drappello di uomini fidati: il Serg. Magg. Thomas Metz (cui è molto legato nel rievocare i “bei tempi” delle guerre indiane), il caporale Henry Woods, il Tenente Rudy Kidder e il soldato semplice Philippe Dejardin. Sarà questo manipolo ad incontrare Rosalie Quide, ancora sconvolta per l’eccidio dei suoi, e a prendersi cura di lei aggregandola al gruppo. Il viaggio si rivela pieno di difficoltà. Subiranno ben presto l’attacco della banda dei Comanche (Dejardin viene ucciso e Woods resta gravemente ferito) che riusciranno comunque a debellare grazie all’aiuto di Falco Giallo e Falco Nero. Passati per Fort  Winslow (Colorado), dove lasciano per le cure Woods, proseguono dopo aver preso in consegna l’ex sergente Wills, che sotto la sorveglianza del caporale Thomas e del sergente Malloy, dovrà essere concotto a Fort Pierce dove lo attende l’esecuzione dopo una condanna per omicidio. Una notte, durante un accampamento, Rosalie e Donna Alce vengono rapite e violentate da dei cacciatori di pellicce; saranno liberate ma nello scontro il sergente Malloy viene ucciso. Anche il tenente Kidder viene di lì a poco assassinato per mano di Wills che, liberatosi, si dà poi alla fuga. Sarà Metz a buttarsi al suo inseguimento e a giustiziarlo, ma, ormai allo stremo nel suo disturbo da stress, non lascerà in vita neanche se stesso. Raggiunta la Valle degli Orsi, Falco Giallo muore per la sua malattia; nella sua terra gli dà sepoltura la sua famiglia assistita da Blocker, Rosalie e dal caporale Thomas. L’arrivo di alcuni uomini che si dichiarano proprietari di quella terra e che, al di la delle indicazioni di Washington, esigono che il corpo di Falco Giallo sia rimosso, provoca un ennesimo scontro a fuoco e solo Blocker, Rosalie e il giovane nipote di Falco Giallo, Piccolo Orso, sopravvivono. In chiusura i tre, ormai in abiti civili, si trovano alla stazione di Butte, in procinto di prendere il convoglio per Chicago. Anche Blocker, dopo molta esitazione, alla fine monta sul treno…

USA 2017 (127′)

  I personaggi di Hostiles sono figure emblematiche del conflitto interiore che anima da sempre l’epopea del West tra l’incondizionata adesione al mito della frontiera e la crescente consapevolezza dell’eccidio perpetrato sul popolo indiano. Il capitano Blocker è dipinto fin dall’inizio come un soldato incancrenito nell’odio, tanto brutale quanto i suoi nemici (“E vero che lei ha preso più scalpi dello stesso Toro Seduto?”). Il contraltare del sergente Metz mette in luce lo stress d’una vita spesa nelle dinamiche violente dell’esercito, in cui il dolore per la perdita dei propri compagni d’arme prende corpo come un tarlo di sofferenza che accompagnerà tutto il film. Non c’è bisogno di inquadrare la personalità di Falco Giallo; il racconto che ne fa Blocker e il massacro perpetrato dai Comanche in apertura ci ricordano, se ce ne fosse bisogno, la tradizione di selvaggia crudeltà che la storia del genere ci ha tramandato. L’iter narrativo di Hostiles tende comunque a creare un amalgama (improbabile) di mutua comprensione tra i due nemici e a far collassare l’odio inveterato in una pietas matura, che è in fondo il progetto morale di questo western crepuscolare. Certo la sceneggiatura osa troppo sul piano della pacificazione degli animi, ma nel procedere del racconto sono presenti forti e chiari messaggi tesi a portare, in tal senso, ad una conclamata accettazione  (dalle dichiarazioni della moglie del colonnello McCowan ai dialoghi sulla fede tra Rosalie e Joe). Ma il fascino del film è tutto in quel lento immergersi in un paesaggio naturale filmato con straordinaria adesione emotiva (i campi lunghissimi e le tonalità cromatiche della fotografia di Takayanagi), nella folgorazione visiva degli scontri a fuoco (dall’attacco alla fattoria all’ultimo duello nella Valle degli Orsi), nell’amarezza di Blocker nell’incontrare sul proprio cammino dei rigurgiti di inciviltà che arrivano proprio da quei bianchi in difesa dei quali ha combattuto (i cacciatori di pellicce, il sergente Willis, i proprietari terrieri del Montana). Tra riflessione etica e abbandono al puro piacere dell’avventura, Hostiles giunge ad un finale consolatorio che ribadisce quella contraddizione che non può non accompagnare il porsi faccia a faccia col crimine contro l’umanità che è stata la conquista dei territori dell’Ovest insieme a quel bisogno di utopia e speranza che fa del western un genere immortale.

Ezio Leoni


visi pallidi e musi rossi

 

 

 

tra gli interpretiChristian Bale (Capitano Joseph J. Blocker), Rosamund Pike (Rosalie Quaid), Wes Studi (Falco Giallo), Rory Cochrane (Serg. Magg. Thomas Metz), Jonathan Majors (caporale Henry Woods), Jesse Plemons (Tenente Rudy Kidder), Timothée Chalamet (soldato semplice Philippe Dejardin), Peter Mullan (Ten. Col. Ross McCowan), Ben Foster (Serg. Charles Wills)

NOTE:
l film si apre con una citazione tratta da un saggio sul nuovo continente (1923) di D.H. Lawrence “The essential American soul is hard, isolate, stoic, and a killer. It has never yet melted.”  (L’anima americana è essenzialmente dura, isolata, stoica e assassina…)
L’idea del film nasce da una sceneggiatura scritta Donald E. Stewart nel corso degli anni Ottanta e rimasta nel cassetto. Dopo la scomparsa del suo autore (1999) venne ritrovata casualmente dalla vedova, la quale decise di proporla a Cooper, convinta che fosse il regista giusto per quella storia. E fu Cooper stesso ad intervenire su alcune modifiche e parziali riscritture che portarono alla sceneggiatura definitiva.
Joe Blocker nei momenti di pausa ha sempre tra le mani e legge il De Bello Gallico; alla stazione di Butte regalerà quel libro a Piccolo Orso dicendogli: “adesso è il tuo momento di metterlo in pratica. Cesare, uno degli uomini più coraggiosi che abbia mai letto”

FRASI:
Il sergente Metz, rivolto a Joe: “Sono stanco. Alla fine della mia carriera di soldato… Dicono che non vado più bene. Dicono che ho la depressione… Ho dato 20 anni della mia vita all’Unione. Mi hanno levato le pistole, Joe!”
Il sergente Metz, rivolto a Joe: “Ti aveva preso il tuo cavallo, già. E l’abbiamo maledetto. E tu hai detto «Ho visto, ho visto la sua faccia. E verrà il giorno che lo ucciderò» E l’hai fatto. L’hai fatto. L’hai incontrato in quel passaggio cieco, hai preso il coltello e l’hai aperto come un animale… Sì, è vero. Erano bei tempi” – Joe: “Sì, erano… Erano bei tempi. I migliori, Metz.”
Il capitano Blocker, parlando col cronista Jeremiah Wilks: “Ho visto cosa è successo al quarto, quando Falco Giallo e i suoi ebbero finito con loro. E mi creda, non era… – non si azzardi a ridere! – non era rimasto abbastanza di quei poveri uomini, nemmeno per riempire un secchio. Capisce? Se qui abbassiamo la guardia solo per un momento siamo tutti prigionieri. Io li odio. Ho migliaia di ragioni per odiarli.”
Il colonnello Biggs: “Falco Giallo e la sua famiglia sono prigionieri da quasi sette anni. Direi che è una pena sufficiente, non crede? – Il capitano Blocker: “Non esistono pene sufficienti per quella gente”
Minnie McCowan, moglie del colonnello: “Le condizioni in cui queste povere anime sono costrette a vivere sono a dir poco inumane…” –  Il colonnello McCowan: “Mi scusi, mia moglie è diventata una paladina degli oppressi” – Minnie: “Non fare finta di non essere d’accordo, Ross McCowan. Non lasciatevi ingannare. Il modo in cui il governo li tratta mi infastidisce, ecco tutto. Sono esseri umani e si meritano di essere trattati come tali. Vogliamo ricordare che sono arrivati qui per primi? Che sono stati spodestati, da noi. Senza avere nulla in cambio!”
Il sergente Wills che cerca solidarietà in Joe: “Ti ricordi di Wounded Knee, vero? Quando abbiamo massacrato quei pellerossa? Joe: “Sì. Me lo ricordo” – Willis: “Ne ero sicuro. Come avresti potuto dimenticarlo? Siamo stati al tuo fianco tutto il giorno. Tutti”
Il sergente Metz, rivolto al tenente Kiddr: “Sai, quando scegli di fare il soldato… Ho ucciso qualunque cosa camminasse o strisciasse. Uomini. Donne. Bambini… Di tutti i colori. Quando ne uccidi abbastanza, finisci per abituarti. Non significa più nulla. È questo che mi fa paura. Quello a cui non ci si abitua… è perdere i compagni. E io ne ho persi parecchi.”
Rosalie: “Lei crede nel Signore, Joseph” – Joe: “Sì, ci credo, signora Quaid. Ma mi sembra che non veda quello che succede quaggiù da molto tempo.” – Rosalie: “Sì, la capisco. Ma voglio pensare che siano i momenti come questo che rafforzano il nostro legame con Lui. Se ora non avessi la fede… che cosa altro avrei?”
il sergente Metz, rivolto a Falco Giallo: “Il nostro trattamento degli indigeni non può essere perdonato. Per favore accetta questo tabacco. Abbi pietà di noi”
Rosalie: “A volte invidio l’ineluttabilità della morte. La certezza… E devo cercare di allontanare quei pensieri quando sono più debole. Non ci abitueremo mai ai modi ruvidi del Signore, Joseph”

SEQUENZE:
il tentativo di fuga di Rosalie con le figlie
“sarò io a seppellire la mia famiglia”
Rosalie scarica la pistola contro un indiano già morto
l’arrivo nella Valle degli Orsi
lo scontro a fuoco con i proprietari terrieri
la furia omicida di Joe
il regalo a Piccolo Orso
Joe si decide a prendere il treno

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