Heartless

Nara Normande e Tião

Estate 1996, nord-est del Brasile. Tamara si gode le ultime vacanze prima di trasferirsi nella capitale per gli studi. Un giorno sente parlare di una ragazza soprannominata “Sem Coração”. Durante l’estate, Tamara prova un’attrazione crescente per questa ragazza misteriosa.

Sem Coração – Sans Cœur
Francia/Brasile 2023 (91′)

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  Come tutti sappiamo, e come è già stato più volte dimostrato al cinema, il periodo di transizione alla fine dell’adolescenza è una zona grigia e un po’ sospesa in cui il persistente paradiso dell’infanzia a cui ci aggrappiamo si intreccia con i confusi desideri di esplorare il futuro prossimo, la scoperta dei sentimenti e della sessualità, una crescente consapevolezza del tempo che passa e una più pressante presa di coscienza del mondo che ci circonda con le sue possibilità, le differenze sociali e i pericoli. Sono questi i temi “classici” affrontati dai registi brasiliani Nara Normande e Tião in Sans Cœur, presentato in Orizzonti alla 80° Mostra di Venezia. Il loro è un lungometraggio d’esordio che si distingue per uno stile incredibilmente armonioso, che mescola autenticità e sensibilità, realismo e onirismo, ritratti individuali e di gruppo, il tutto inserito in paesaggi onirici e marini. È il 1996. Tamara (Maya de Vicq) “è cresciuta sulla spiaggia paradisiaca” di Garça Torta, 250 chilometri a sud di Recife, e questa è la sua ultima vacanza lì prima di partire per l’università a Brasilia. Lei, suo fratello Vintinho (Ian Boechat) e il loro piccolo gruppo di amici di lunga data (Binho, Blondie, Cidão, Vânia e Iris) oziano, fanno il bagno in mare, giocano, chiacchierano sotto le palme, passano le serate a ballare, esplorano edifici abbandonati e ville in assenza dei loro proprietari, escono in bicicletta o si infilano tutti in macchina.

Ma a fare da contrappunto a questa vita “facile”, emerge una figura intrigante, che pedala nei dintorni per consegnare il pesce pescato dal padre indigente: è Sans Cœur (Eduarda Samara), così chiamata per l’operazione al cuore subita da bambina. Questa giovane donna, che ha la stessa età di Tamara, suscita la curiosità di quest’ultima. Nel frattempo, intorno al gruppo di amici cominciano ad addensarsi delle nubi, perché la vita non è sempre così semplice e tranquilla come la si immagina, come dimostra l’assassinio, una notte, a pochi chilometri di distanza, di Paulo Cesar Farias (il tesoriere della campagna elettorale dell’allora presidente brasiliano, coinvolto nel tumulto di uno scandalo di corruzione)…

La tempesta è nell’aria, e con la tempesta arriva il tuono, per non parlare di segreti e scoperta di sé… Intervallando il racconto con varie storie minori (le famiglie di Tamara e di Sans Cœur, le disavventure di Blondie al limite della delinquenza, l’omofobia generalizzata, ecc.) che non sembrano granché prese da sole ma che creano un insieme affascinante quando vengono abilmente intrecciate, i due registi non esitano a mescolare i generi (film d’amore, istantanea sociologica, teen movie, momenti onirici, sprazzi di fantasia, dramma sociale) mentre i giorni sfumano nella notte. Parabola sull’incontro di due facce del Brasile, Sans Cœur deve molto anche alla sua direttrice della fotografia, Evgenia Alexandrova, che cattura appieno la sensualità di una certa età e di un certo luogo, trasformando il film in un’opera prima molto promettente e in un’esperienza di visione incredibilmente piacevole.

Fabien Lemercier – cineuropa.org

…L’ambientazione di Sem Coração nel nordest del paese durante il 1996, amplifica quella commistione tra natura, fluidità sessuale e improvvise recrudescenze machiste che attraversano il racconto di formazione scritto da Nara Normande insieme a Tião. Un’immersione sensoriale che evita del tutto certo didascalismo sociopolitico, mostrandoci la fusione tra corpi ed elementi naturali nel loro fluire al di là della morale e del diritto. Il gruppo di adolescenti che si riunisce intorno a Tamara per l’ultimo periodo delle vacanze estive ha già le caratteristiche del Brasile multiculturale e transgenerazionale, dove le differenze di classe si percepiscono nel contrasto tra insediamento turistico temporaneo e la vita radicata alle risorse del territorio. Tamara non percepisce stacco, se non in termini esperienziali. Apprende continuamente dal luogo, dal gioco costante di chi riesce a dialogare con la terra e l’acqua, senza frapporre alcun pregiudizio e accogliendo con stupore ogni mutazione. Sem Coração, una ragazza che vive con il padre commerciando i frutti del mare, deve il suo nome ad un’operazione al cuore che ha assunto tratti leggendari nel resoconto dei residenti. Attraversa le lunghe strade bianche e la riva su una bicicletta, per servire tutta la zona con i suoi prodotti. Il fascino che esercita su Tamara è irresistibile e rappresenta la sostanza di un mistero. Rispetto al sottile bullismo dei suoi compagni di giochi, l’attraversamento solitario di quella creatura è per la ragazza educata ai ritmi della vita urbana, un vettore chiamato desiderio. Normande e Tião scelgono la via dei sensi, lavorando in parte sulla consistenza materiale dei suoni, spesso inconoscibili o non sempre codificabili, mentre da un’altra prospettiva, inseriscono elementi di realismo magico che assolvono un esplicito valore simbolico (…)

Opera prima incerta come molte opere prime, vive di luce propria quando la relazione tra la magia dell’infanzia e l’orrore dell’adolescenza, trascolora il sogno ad occhi aperti di una natura ricca di colori ed epifanie in quello rosso della violenza. La straordinaria fluidità di alcuni momenti, dove la sessualità supera i confini di genere, esplode come una pioggia improvvisa e si arresta per la crudeltà contigua a certe nature interiori. C’è un’indicazione chiara quando la madre di Tamara fornisce un’educazione all’ascolto dell’esistente, mettendo sul piatto un vinile di Maria Bethânia e soffermandosi sulla versione di Iansã interpretata nel 1973. Inno alla dea pagana del fulmine e alla relazione tra interno ed esterno, è una dichiarazione aperta di radicamento ai frutti del cielo e della terra, con la capacità di riconoscerne i contrasti, il bel tempo e quello cattivo, nel cielo diviso della propria interiorità. Il film segue questa indicazione poetica, accordandosi musicalmente alla forza del clima e alla promiscuità vitale delle feste notturne sulla spiaggia. Ne coglie gli elementi vitali e scorge al margine quel crinale pericoloso tra passione e odio, intensità e violenza. Parlavamo dei suoni, tra questi un tonfo sordo che indica la presenza fuori campo di un elemento, naturale o animale, del tutto inconoscibile, mentre si ripete con cadenza irregolare. Scopriremo in seguito la sua natura, legata ad un rituale di conoscenza carnale che qualifica la forza vitale di Sem Coração dentro una piscina vuota e abbandonata in mezzo alla selva. I vecchi edifici diroccati, gli insediamenti mangiati dalla natura sono parte del paesaggio che Normande e Tião hanno scelto, il cui fascino atemporale rappresenta l’esplorazione più potente del film. Tracce e rovine coloniali che spaccate in due si aprono alla ribollente natura tropicale e alla miscela delle culture afrobrasiliane…

Michele Faggi – indie-eye.it

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