Il futuro di Julian Assange e del giornalismo investigativo sta per essere deciso dalla Corte Britannica. Se il fondatore di WikiLeaks venisse estradato negli Stati Uniti, dovrebbe essere condannato a più di 175 anni per presunta frode informatica e per la pubblicazione di documenti che rivelano crimini di guerra compiuti dagli Stati Uniti. Per il suo avvocato, Baltasar Garzón, il pioniere della Giustizia Universale, in ballo c’è molto di più della libertà di un editore e giornalista indipendente.
Spagna/Germania 2017 (90′)
Hacking Justice, è un film che ricostruisce la vicenda di Julian Assange destinato a finire seppellito vivo nelle carceri statunitensi per aver denunciato e smascherato i crimini di guerra degli Usa e dei loro alleati. Tra la fuga di Assange dall’ambasciata dell’Ecuador nel 2012 e il suo arresto per l’estradizione negli Stati Uniti, i registi hanno avuto a che fare con il fondatore di Wikileaks chiuso nell’ambasciata e hanno seguito il suo avvocato Baltasar Garzon in tutto il mondo. Con le sfumature di un thriller senza respiro, vediamo la difesa di Assange battersi nel tentativo di contrastare una delle più grandi ingiustizie del nostro tempo. Una storia con profonde implicazioni politiche per la libertà d’informazione. Una storia che risuona particolarmente in un momento in cui la magistratura britannica ha appena autorizzato formalmente l’estradizione di Assange negli Stati Uniti.