Voyage of Time – Il cammino della vita

Terrence Malick

La storia dell’Universo e dell’Evoluzione raccontata a partire dagli albori per arrivare a degli squarci di contemporaneità, seguendo il flusso del tempo. Una sinfonia visiva potente sulle origini della vita sul pianeta.

USA/Germania, 2016 (90′)



“L‘universo che si svela davanti ai vostri occhi, in un’esperienza per i sensi, la mente e l’anima”. Così le note stampa presentano l’ultimo lavoro di Terrence Malick, co-prodotto da “National Geographic”, privo di dialoghi e affidato al commento intermittente di un testo, in originale interpretato da Cate Blanchett. Una costruzione fatta di musica e pure immagini in altissima definizione, sensazionali, trionfali: la Natura nel suo svolgersi, in un’esplosione continua, ipertrofica, di materia, fuoco, acqua, luce, vita. Un compendio della storia del pianeta Terra, dalla nascita delle stelle alla comparsa dell’uomo, passando dall’origine dei pianeti alla microbiologia, dalla formazione delle masse stellari alla lava che si stempera nell’acqua, fino a gole di roccia scolpite dal vento, fiumi, deserti, ghiacciai.


Dopo le recenti “deviazioni” drammatiche di To the Wonder e Knight of Cups, Malick completa l’opera abbozzata in alcuni segmenti di The Tree of Life, nella sfida temeraria e affascinante di simulare le origini del tempo e dell’evoluzione terrestre con il supporto degli effetti speciali supervisionati da Dan Glass (Matrix, Batman Begins). In una forma che non sia solo scientificamente accurata e plausibile, ma tecnicamente inedita, e insieme anche avvicinabile dal grande pubblico e di stupefacente impatto emotivo.
Un’opera che pone a se stessa e al suo pubblico i quesiti filosofici primari, progetto che l’autore inseguiva da decenni e che si ricongiunge alla sezione preistorica di 2001: Odissea nello spazio (anche se qui, a quasi mezzo secolo dal capolavoro kubrickiano, la riproduzione digitale di quelle prime figure umane resta un po’ caricaturale) come alla filmografia di Godfrey Reggio (Koyaanisqatsi). E pur se l’invocazione a Madre Terra, “donatrice di vita, portatrice di luce”, che arriva tramite la voce narrante alla lunga risulta enfatica ed eccessivamente reiterata, non intacca il senso di una sinfonia visiva potente, amplificata dalle scelte musicali, in particolare da In principio di Arvo Part.

Voyage of Time è in ugual misura produzione epica e preghiera di ringraziamento a un pianeta che dà con generosità (ma fino a quando?), intervallata solo da footage video di diverse comunità umane che, nonostante il loro arrivo sul pianeta sia stato contraddistinto dal suo sfruttamento e dal sangue, in modi diversi tributano onori alla Natura stessa..

Raffaella Giancristofaro – mymovies.it

 

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