L’indimenticabile storia dell’alpinista trentenne Tom Ballard, scomparso insieme a Daniele Nardi mentre tentavano di salire sulla cosiddetta montagna assassina, il Nanga Parbat, in Pakistan, nel febbraio 2019.
The Last Mountain
Gran Bretagna 2022 (100′)
L’ultima vetta racconta la storia dell’alpinista trentenne Tom Ballard, scomparso insieme all’italiano Daniele Nardi nel tentativo di scalare il Nanga Parbat, in Pakistan, nel febbraio del 2019. Non mostra soltanto questa tragica impresa, ma anche una storia familiare avvincente, una storia in cui la passione per l’alpinismo è nel DNA, nel sangue. La mamma di Tom, Alison Hargreaves, il 13 maggio 1995 fu la prima a salire gli 8.848 metri dell’Everest in solitaria e senza ossigeno. Una settimana dopo l’epico traguardo, perse la vita in una tempesta di neve, dopo aver raggiunto anche la vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo a 160 km di distanza dall’ultima montagna del figlio. Il regista britannico Christopher Terrill, grazie anche ad immagini di repertorio girate da lui stesso nell’arco di 25 anni che lo hanno visto seguire le gesta di Alison e i momenti intimi familiari con i propri due figli, si fa portatore di uno sguardo limpido e drammatico di un desiderio mai domato di superare i propri limiti in ogni istante della propria esistenza. Ad arricchire il materiale visivo non mancano le riprese girate dallo stesso Tom qualche giorno prima della morte.
Christopher Terrill accompagna la sorella di Tom, Kate, per salutare per l’ultima volta il fratello, organizzando una spedizione che la condurrà sulla montagna nuda, come viene chiamata dagli esperti del mondo alpinista. A proposito della montagna nuda, questo lavoro è come fosse l’altra faccia del ghiacciaio, mostrata da Alex Txiton nel doc The Naked Mountain in cui si parla della conquista del Nanga Parbat nel febbraio 2016, da parte dello stesso cineasta. A quella spedizione doveva partecipare inizialmente Daniele Nardi, ritiratosi a pochi giorni dalla partenza per difficoltà personali e perché per tutta la vita avrebbe combattuto una certa emarginazione intorno a lui, provenendo da Latina e non potendo essere considerato dall’ambiente uno scalatore credibile. Nanga Parbat, con il secondo tasso di mortalità più elevato, dietro soltanto ad Annapurna in Nepal, ancora una volta si rende protagonista di un viaggio devastante sotto tutti i punti di vista, sia spettacolare, sia tremendamente crudele.
Ad un certo punto il rapporto tra Daniele Nardi e Tom Ballard diventa il fulcro dell’intreccio. Si insinua come un dubbio atroce, si sente forte la sensazione che qualcosa ha compromesso la missione, quasi certamente la tentazione, l’ossessione di Daniele Nardi di raggiungere l’obiettivo seguendo il sentiero più difficile, evitando quelli già battuti in spedizioni passate, lo Sperone Mummery. I soccorsi non troveranno mai i corpi ma questo non impedirà di riconoscere nella loro scomparsa un senso profondo di libertà, probabilmente non propriamente puro come la natura che li ha inghiottiti, perché resta sempre il dubbio, appunto, che spingersi così in alto, spingersi così oltre, ha qualcosa di innaturale, di inesorabilmente conflittuale.
Leonardo Lardieri – sentieriselvaggi.it