L’85enne padre di Emmanuèle è stato ricoverato in ospedale dopo un ictus. Al suo risveglio, depresso e paralizzato, quest’uomo che è sempre stato curioso di tutto e che ha amato appassionatamente la vita, chiede a sua figlia di aiutarlo a morire. Ma come si può onorare una richiesta del genere quando si tratta di tuo padre?
Tout s’est bien passé
Francia 2021 (113′)
…Ozon realizza un film eccellente su un tema sensibile. Evita sia le predicazioni del cinema a tesi sia gli eccessi del mélo famigliare. Usa sobri flashback per delineare i rapporti interpersonali. Dirige da par suo un grande cast a prevalenza femminile: Sophie Marceau, mai così brava, Géraldine Pailha, in ruoli minori le veterane Charlotte Rampling e Hanna Schygulla…
Roberto Nepoti – La Repubblica
È andato tutto bene non è un film a tema. A contare sono i moti del cuore, le emozioni e l’ intreccio dei caratteri, a partire da quello di Andre, che Dussolliér incide meravigliosamente in un aperto faccia a faccia con la morte filtrato da un indomabile gusto di vita. La Marceau mostra una sensibilità d’ attrice che rare volte ha avuto modo di esprimere e l’intero cast, fra cui Charlotte Rampling, è scelto e diretto con estrema finezza
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa
…La relazione filiale prende forma in un passaggio che ne amplifica conflitti e strana tenerezza, bisogni reciproci e asprezze, e nell’interrogare le vite di entrambi i protagonisti – duetto magnifico tra Sophie Marceau e Andrè Dussolier – dentro e fuori campo,negli oblii necessari al suo accadere accende altri interrogativi che riguardano ognuno di noi, e toccano il sentimento del lutto, i suoi segreti, le rimozioni nel tempo di ciò che ci fa male (…) Dire però che ‘È tutto andato bene’ è un film sull’eutanasia sarebbe comprimerlo a un solo aspetto, che è importante e ne origina il movimento narrativo, ma Ozon è un autore che quando si confronta con soggetti «gravi» ne cerca sempre una rappresentazione che prende forma a partire dai suoi personaggi, dalle loro emozioni, dalla loro «battaglia» per fare fronte a una paura e a una fragilità. Qui sono quelle della «sua» Emmanuèle, di cui cerca nelle pagine i frammenti di un’ esistenza, le zone d’ ombra, lo spaesamento: un personaggio dentro la vita.(…) Ozon rifugge la retorica, accorda i generi con l’ umorismo della commedia, il thriller, il melodramma sentimentale nel confronto con la prima persona altrui dell’ amica, che a sua volta trasforma in personaggio…
Cristina Piccino – Il Manifesto