Una troupe cinematografica è impegnata con le riprese di un horror a basso budget all’interno di una fabbrica abbandonata. Il gruppo, oltre alle difficoltà di gestione di cast e denaro, si ritroverà a dover fronteggiare una reale invasione di zombie, che porta confusione e terrore sul set: diventerà difficile distinguere la realtà dalla finzione cinematografica…
Cut! Zombi contro zombi è puro cinema nel cinema, un raconto sugli zombie, ma soprattutto una commedia divertita, che vede protagonisti Bérénice Bejo, Matilda Lutz e Romain Duris. Il regista di The Artist (2011) recupera un film cult giapponese del 2017, One Cut of the Dead di Shin’ichiro Ueda, e lo traspone in un’opera bizzarra che riflette su se stessa e sul cinema in generale. Il film ha un inizio in stile horror, pulp e pop, con una fotografia dai colori saturi e un contesto palesemente da B movie. La storia è ambientata in un fatiscente hotel abbandonato dove una troupe cinematografica, impegnata nelle disastrose riprese di un film zombie con mezzi scarsissimi, si trova realmente attaccata dai morti viventi. Tra scene splatter e dialoghi surreali i malcapitati interpreti, tutti francesi i cui personaggi stranamente portano nomi giapponesi, cercano di sfuggire ad un gruppo di zombie, mentre il regista continua a riprendere con un compiacimento che rasenta il cattivo gusto. Al termine del falso cortometraggio che apre il racconto, Michel Hazanavicius riporta la storia indietro di circa un mese, quando il film era in fase di preproduzione su iniziativa di una società giapponese. Da questo momento in poi il Cut! prende una piega decisamente più realistica. Il regista si diverte a dissacrare costumi cinematografici e ossessioni cinefile aggiungendo una vena parodistica riuscita e una serie di stravaganti connessioni tra realtà e finzione da capogiro. Surreale e ironico, il film non nega però spunti più teneri che riportano ad una sincera passione per il cinema che passa di padre in figlia..
“CUT! Zombi contro zombi è un film ambizioso – dice Hazanavicius – che inizia in modo catastrofico e si rivela pian piano con lo snodarsi della storia in modo del tutto inaspettato. Si presenta inizialmente come un B movie sugli zombi, poi viene gradualmente dirottato in un adattamento di film di zombi vero e proprio, per trasformarsi quindi in una ‘situation comedy’ e sfociare infine in un nuovo genere che, pur apparentandosi a un finto ‘making of’, riunisce tutte le sfaccettature che il film ha esplorato fino a quel momento in un finale esplosivo. All’inizio lo spettatore si chiede cosa stia guardando, alla fine capisce che non solo ha visto un film divertente, ma anche intelligente. O almeno spero!”.
Vania Amitrano – ciakmagazine.it
…A ben pensarci una differenza tra questo Coupez! e il film di Ueda c’è. Ed è pure abbastanza sostanziale. Ueda, in buona sostanza, raccontava di una troupe scalcinata che doveva girare un film di zombie a basso costo, in piano sequenza e pure trasmesso in diretta tv, e che veniva attaccata da “veri” zombie. Esattamente come fa Hazanavicius. Ueda, però, nella prima parte del suo film faceva sembrare l’attacco dei morti viventi alla troupe una cosa abbastanza vera, mentre il francese sembra voler dichiarare da subito come tutto sia una goffa finzione. Ed è forse questa goffaggine esibita, questa rinuncia all’inganno, che è al tempo stesso il punto più debole di Coupez! ma anche il suo più forte, perché al centro di tutto c’è l’amore e la passione per il cinema, che va bene anche quando fatto male (o in maniera fin troppo consapevole, come a tratti succede a Hazanavicius in Coupez!). Ma c’è anche la voglia di dire che la teoria, se così possiamo definirla, l’ha già declinata qualcuno prima, e allora, in questo remake, non resta altro che fare i pagliaccioni, che va sempre bene. Con sentimento, s’intende. Coi padri e con le figlie…
Federico Gironi – comingsoon.it