USA 2021 (99′)
VENEZIA – È dai tempi di L’uomo che uccise Liberty Valance (1962) che sappiamo che nel West, “se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda”, così di fronte a Old Henry può venir meno qualche sicurezza relativamente a qual è per noi la vera storia di fuorilegge mitizzati come Jessy James e Billy The Kid (MCmagazine 73)…
I cavalieri che calpestano le terre dell’Oklahoma hanno sul petto la stella da sceriffo, ma i loro modi stridono col ruolo classico di tutori della legge. Certo la violenza del sur-western è ormai da tempo compagna di strada sia di eroi che di villians, ma il contrasto etico si fa evidente ed è presto chiaro che i “buoni” devono ancora entrare in scena. E di lì a poco infatti Potsy Ponciroli porta a protagonisti di Old Henry proprio un vecchio farmer (Tim Blake Nelson) e suo figlio Wyatt che vengono coinvolti in una storia di rapine, inseguimenti e vendette.
Henry trova nei dintorni un uomo ferito con un corredo evidentemente pericoloso: non solo una pistola ma anche un borsa zeppa di dollari. È a questa che puntano i presunti marshall: quando Henry, che pur di restar fuori dalla tenzone ha provato inutilmente ad allontanarsi dalla fattoria, si trova costretto a tener loro testa, il crescendo di sparatorie e morti ammazzati riempie lo schermo.
Potsy Ponciroli costruisce un film solido e inesorabilmente violento, segnato dal crudele cinismo che si cela sotto le sembianze di tranquilli cavalieri, dal desiderio per tanti uomini della frontiera di una seconda chance per la propria esistenza e dall’ineluttabilità di un destino fatto di pallottole e sangue che non concede di sotterrare il passato. Il giocare col mito e lo sguardo benevolo verso il giovane Wyatt, costretto ad affrontare il futuro con una raggiunta, amara consapevolezza, danno un tocco di apprezzabile originalità a Old Henry. Se il western ha ormai perso la sua aura epica, titoli come questo, pregevole per la coerenza narrativa e per l’avvincente messa in scena (specie nell’esplosione degli scontri a fuoco), ci concedono ancora un brivido di nostalgica emozione.
Ezio leoni – MCmagazine 69