Abel e Marianne scoprono che il figlio tredicenne Joseph ha venduto di nascosto i loro oggetti più preziosi. Ma i due si rendono ben presto conto che Joseph non è l’unico. Sono centinaia di bambini in tutto il mondo che si sono uniti per finanziare un progetto misterioso. La loro missione: salvare il pianeta…
La croisade
Francia 2021 (67′)
La vita di Abel (lo stesso Garrel) e Marianne (Laetitia Casta) viene sconvolta quando il loro figlio afferma candidamente di aver venduto molte delle loro cose preziose, per finanziare un progetto internazionale di ragazzi e adolescenti destinato a salvare l’ecosistema del pianeta. Tra i primi scopi quello di portare l’acqua nel deserto. Un piccolo film divertente su un tema scottante, che ha il sapore della fiaba. Dura soltanto 67 minuti (grande pregio ai festival), racconta una urgenza drammatica, ma la candida affermazione dei giovanissimi è sincera e appassionata. E quando tutto sembra cadere, come nelle favole arriva la bacchetta magica e il sogno sembra avversarsi. Ma forse è solo una “fata morgana”.
Adriano De Grandis – Il Gazzettino
La crociata di Louis Garrel si apre con una dedica, al compianto co-sceneggiatore Jean-Claude Carrière, che Garrel ha definito commosso, “il mio miglior amico”, uno dei più grandi autori del cinema mondiale, scomparso l’8 febbraio 2021. La pellicola ha i contorni della favola, perché ispirata dalle favole che proprio Le Carriere aveva scritto nel 2015, prima della rivoluzione Greta Thunberg, ma girando attorno ad un problema serio e attuale: le sorti di un pianeta che sta scomparendo e una generazione di adulti che si comporta come un bambino capriccioso (…) Cosa potrebbe accadere se i bambini cominciassero a ribellarsi all’inedia dei loro genitori, troppo presi da loro stessi e incapaci di fermare il crollo del mondo che li ospita? Proprio quello che accade nella divertentissima commedia di Garrel, che riecheggia tracce del cinema rivoluzionario di Truffaut, dall’insofferenza romantica e dai protagonisti che osservano il mondo con disillusione e un vago senso di disadattamento. Si tratta di una vera e propria guerra fredda per garantirsi quel futuro che sembra disinteressare la generazione degli adulti, adagiata solo sul presente.
La crociata è un lungometraggio girato con ironia e leggerezza ma dal nucleo essenziale e con una messa in scena dominata dall’alchimia tra Garrel e la Casta, compagni anche nella vita. Il film si sofferma e gioca molto con questa preponderante maturità dei ragazzini, sempre più svegli e precoci, anche nella sfera sessuale e forti di questa straordinaria capacità di non arrendersi, che riescono a prendere il sopravvento sugli adulti, costringendoli alla resa dei conti con la loro immobilità. Il finale di riscatto e utopistico, rappresenta la degna conclusione per i temi affrontati. Un monito ad abbandonare il superfluo, concentrandosi sull’essenziale, perchè come scriveva Ernest Hemigway “La terra è un bel posto e per essa vale la pena di lottare.”
Chiaretta Migliani Cavina – ecodelcinema.com
Commedia breve e brillante, La croisade nasce da un’idea di Jean-Claude Carrière, che firma la sua ultima sceneggiatura e narra, prima della rivoluzione Greta Thunberg, una storia di bambini appassionati di ecologia. In un appartamento haussmaniano e dentro un film 100% bio, i figli fanno il processo ai genitori e gli presentano il conto. Salato. Tormentati dagli ormoni e disgustati dall’inerzia dei grandi, vogliono cambiare il mondo concretamente e organizzare un’azione in Africa. Fantasia utopica, ludico e sentimentale, il terzo film di Louis Garrel riprende un trio di personaggi sperimentati (L’uomo fedele) e dona di nuovo la replica a Laetitia Casta, che rivendica la porosità delle carriere flirtando straordinariamente con l’obiettivo. Seguendo la scia delle marce per il clima, guidate dalle nuove generazioni attraverso il mondo, Louis Garrel gira un film dolcemente militante che risveglia le coscienze spendendo la carta del sorriso. Una commedia ecologica che tratta con leggerezza un tema pesante, aprendo una breccia sulla questione delle utopie e riconsiderando, se fosse ancora necessario, il posto che occupano i giovani nella ‘grande scacchiera’ (meglio se realizzata con materiali riciclati!).
Spingendosi un po’ più lontano, senza cadere nel grottesco, La croisade mette gli adulti di fronte alle loro incoerenze o peggio, alla loro rassegnazione. Garrel affronta un conflitto generazionale enorme, provando a non far sentire moralmente in colpa lo spettatore plus âgé. Retorica per qualcuno, crisi imminente per gli altri, nel film le due parti si oppongono. Abel è refrattario, da decenni si annuncia la morte del pianeta senza che il ‘peggio’ accada, Marianne si rivela invece più sensibile alla causa, l’eterna questione del mondo che lasceremo ai nostri figli, una nuova generazione più impegnata dei suoi genitori e decisa a far muovere le cose nella giusta direzione (…) comincia come una cronaca anticonsumistica esilarante e stempera in una mappa verde della tenerezza. L’umorismo volge in fede. Quella vitale e candida dei bambini che credono nell’impegno ecologico e non aspettano più l’autorizzazione dei genitori per agire. La croisade è una piccola (ma solo per durata) boccata d’ossigeno che celebra il pianeta e il cinema dell’infanzia. Un ‘genere’ che Garrel prende sul serio, mettendosi ad altezza di bambino e del cinema di François Truffaut.
Marzia Gandolfi – mymovies.it
Credo che ho assistito ad uno dei film se si può chiamare così perché è il minimo requisito nemmeno per essere chiamato film e non lungometraggio peggiore del secolo esplicò i miei motivi in un modo molto semplice. Se si può dire così, non tutti sanno che Dante voleva annunciare la sua opera, la Divina Commedia a Cangrande della scala tramite lettera era un signore di Verona e spiega che cosa voleva dire commedia ok commedia era un genere medievale che inizia male e finisce bene, avete presente questo concetto? perfetto scordatevelo e mettetelo al contrario voi la crociata di Louis Garrel un tentativo becero nel XXI secolo di portare questa dottrina di Greta di Greta Thunberg niente a togliere perché è una grande attivista ma questo film se vuole cercare di rappresentare un ideale non fa tutto il contrario non non rappresenta niente è un’accozzaglia di idee messe a caso io sto scrivendo questo messaggio nel dicembre del 20 24 quindi post Venom the last dance ma questo mi sembra peggio, ma veramente ma se si parlasse di film a low budget, io non non farei non farei storie, ma per nessun motivo lascio questo tipo di recensione perché vedo che in giro non se ne trovano e non ti dico le verità non dicono i fatti per come stanno sono veramente deluso. Inizia bene c’è un concetto il figlio che ruba i genitori, diciamo dei beni delle cose che avevano e poi le rivende per fare cosa un’ipotetica crociata in in Africa per portare l’acqua, ma non per portarla per pompare l’acqua e poi dai dai vari mari, insomma, un po’ un giro che vi dovete studiare se avete visto il film ecco poi guardate io vi lascio alla vista, perché ogni umano dovrebbe vedere questo film per vedere quanto può raggiungere lo schifo della cinematografia. Ripeto, le idee erano valide come regista come gli attori non sono persone campate in aria senza una una carriera o comunque non sono conosciuti anzi sono degli attori validissimi però messi in quel contesto messi in quel film che veramente fa accapponare la pelle per come è fatto bene, ma allo stesso tempo male soprattutto male Ripeto una volta nella vita si dovrebbe vedere a quanto può arrivare lo scempio di un umano a quanto può arrivare proprio il limite non mi sento di dire altro.
In effetti il film non ha incontrato i favori de pubblico anche se le recensioni non erano così negative. Al Lux l’abbiamo proiettato nel gennaio del 2022, ora dove l’hai rintracciato Francesco?