Una testimonianza della situazione di Mimmo Lucano, accusato e condannato a lasciare non solo il proprio lavoro di sindaco ma la propria abitazione, il paese dove è nato, Riace: lì, nella Calabria profonda, in vent’anni ha contribuito a creare, attraverso l’Associazione Città Futura, un’esperienza di accoglienza e di solidarietà che non ha eguali in tutta Europa.
Italia 2018 (70′)
Il nucleo principale di cui si compone il film è l’elaborazione psicologica da parte di Mimmo Lucano della privazione dei propri diritti, con la conseguente trasformazione delle proprie abitudini. Mimmo Lucano, quindi, protagonista di un periplo doloroso e assurdo ai margini della propria città e del proprio lavoro svolto per gli altri, ma anche Riace, vuota, sospesa fra il silenzio di coloro che non ci sono più e le voci di quelli che sono rimasti a difendere un progetto sostenibile di umanità multietnica e multiculturale. Tra queste voci vi sono i migranti e altre persone straordinarie che con lui hanno condiviso progetto e speranze. Assieme a loro un maestro, padre di Mimmo Lucano, che racconta come ha vissuto l’allontanamento del figlio e la sua criminalizzazione. A poco a poco il borgo calabrese, ormai famoso in tutto il mondo, ridiventa protagonista ma senza il suo sindaco che pur essendo lì, non rinuncia alla sua battaglia dell’utopia concreta.