Psicomagia – Un’arte per guarire

Per Jodorowsky, molti dei nostri problemi derivano dalle barriere create dalla società, dalla famiglia e dalla cultura, che impediscono di trovare il vero io. La psicomagia aiuta le persone a liberarsi da tutto ciò, con atti “psicomagici” (spesso altamente cinematografici) che hanno un forte impatto sull’inconscio. Il film va oltre la finzione, filmando una realtà accresciuta, magica e curativa e mostrando alcune persone durante il loro processo di guarigione.


Francia 2019 (100′)

  Psicomagia è il film più completo sul lavoro terapeutico di Alejandro Jodorowsky. Attraverso testimonianze reali ci spiega cos’è la psicomagia, quali sono i suoi principi e come viene praticata. Ci mostra alcune persone durante il loro processo di guarigione, dalla realizzazione del loro “atto psicomagico” fino alla dimostrazione dei relativi effetti.
Per Jodorowsky, molti dei nostri problemi derivano dalle barriere create dalla nostra società, dalla nostra famiglia e dalla nostra cultura, tutti fattori che ci impediscono di trovare il nostro vero io. La psicomagia aiuta le persone a liberarsi da queste catene. Gli atti psicomagici hanno un forte impatto sull’inconscio. Perciò, sono spesso impressionanti e altamente cinematografici. Il film va oltre la finzione, filmando la realtà, ma una realtà accresciuta, magica e curativa.

mescalitofilm.com

  

  L’ultima fatica cinematografica di Alejandro Jodorowsky (Tocopilla, 1929), affronta il leitmotiv di tutta la sua prolifica carriera artistica: il raggiungimento di un benessere psicofisico attraverso la messa in scena di azioni tanto sublimi quanto destabilizzanti. Psicomagia – un’arte per guarire, che prende il titolo all’omonimo libro del 1995, pone l’accento sul potenziale umano, mostrando il compimento di azioni che fanno parte del metodo psicomagico di Jodorowsky. Caratterizzati da un uso ben preciso dei simboli, gli atti di psicomagia attingono da esperienze artistiche come il Dada, il Surrealismo o l’Internazionale Situazionista, per manifestarsi in procedure catartiche capaci di mettere in dialogo la sfera dell’inconscio con la realtà concreta.
La violenza a tratti iconoclasta, che si riversa in immagini altamente evocative, acquista così un plusvalore poetico che parla della vita tramite l’attraversamento fisico del dolore. Una pratica sciamanica concepita per eliminare ogni vincolo verso ciò che è terreno e illusorio, nell’ordine di affrontare – superandoli – i timori che determinano le scelte di chiunque. Così come nei recenti La danza della realtà (2013) e Poesia senza fine (2016), anche in questo suo primo documentario, Jodorowsky continua a seguire il registro autobiografico, ripercorrendo un’esistenza colma di avvenimenti extra-ordinari che ha ancora tanto da insegnare.

Valerio Veneruso – artribune.com

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