La scomparsa di mia madre

Beniamino Barrese

È il film di esordio di Beniamino Barrese e ha come protagonista sua madre, Benedetta Barzini, top model negli anni 60, musa di fotografi e artisti, da Irving Penn a Richard Avedon, da Andy Warhol a Salvador Dalì. Benedetta Barzini, modella, femminista, scrittrice e docente universitaria, ha oggi 75 anni ed è decisa a scomparire; si trova però a dover fare i conti con la determinazione del figlio di fare un film su di lei. L’incontro tra i due diventa scontro e conflitto, ma anche confronto e collaborazione, davanti allo sguardo impassibile della telecamera.


Italia 2019 (84′)


Modella iconica negli anni ’60, Benedetta Barzini è stata musa di Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon. Divenuta femminista militante e madre sola di quattro figli, negli anni ’70 è scrittrice e docente acuta e controcorrente di Antropologia della Moda, in eterna lotta con un sistema che per lei significa sfruttamento del femminile. A 75 anni, stanca dei ruoli – e degli stereotipi – in cui la vita l’ha costretta, desidera lasciare tutto, per raggiungere un luogo lontano, dove scomparire.
Turbato da questo progetto – radicale quanto indefinito – suo figlio Beniamino comincia a filmarla, determinato a tramandarne la memoria. Il progetto si trasforma in un’intensa battaglia per il controllo della sua immagine, uno scontro personale e politico insieme tra opposte concezioni del reale e della rappresentazione di sé, ma anche un dialogo intimo, struggente, in cui madre e figlio scrivono insieme le ipotesi di una separazione, difficile da accettare e forse impossibile da raffigurare.

pressbook

  La scomparsa di mia madre è un biopic diretto da Beniamino Barrese, al suo esordio alla regia. L’opera ha ottenuto un ottimo riscontro di pubblico e di critica attraverso la partecipazione a importanti manifestazioni cinematografiche di importanza internazionale (Sundance Film Festival, CPH:DOX di Copenhagen, Italian Cinema Week di Singapore); dopo il circuito estero il film ha avuto l’anteprima italiana nella cornice della kermesse bolognese di Biografilm Festival 2019, con la presenza in sala del regista e dalla protagonista.
La protagonista de La scomparsa di mia madre è il centro affettivo e narrativo del film perché la donna presentata nel titolo è realmente la madre del regista, Benedetta Barzini (top model negli anni 60, musa di fotografi e artisti da Irving Penn a Richard Avedon, da Andy Warhol a Salvador Dalì). La donna, modella, femminista, scrittrice e docente universitaria alla soglia dei 75 anni decide di affrontare una drastica decisione su come concludere la propria vita, lontano da tutto e da tutti. La rassegnazione della madre si scontra con la determinazione del figlio e la scelta di girare un film basato interamente sulla propria vita.
Il film è una produzione italiana (NANOF con RAI CINEMA) in associazione con la statunitense RYOT FILMS. Kino Lorber, in associazione con la piattaforma Breaker, ha acquisito i diritti de La scomparsa di mia madre per la distribuzione del film nel Nord America il prossimo autunno.

Danilo Luigi Fusco – cinematographe.it

  Beniamino e Benedetta. Ben. Il figlio e sua madre. Ho girato un film su di lei, Benedetta Barzini, mentre dice che vorrebbe svanire. Invece io la seguo e la riprendo. Ben, basta, vattene. Benedetta Barzini, la modella, la ex modella. La comunista, la femminista. Che lava i capelli quando vuole lei, non quando pare agli altri. La docente che insegna la moda mostrando l’unica Madonna che legge un libro, invece di tenere in braccio un bambino. Che se costretta a raccontare se stessa, vuole chiudere la storia mostrandosi mentre abbassa i pantaloni in un bosco. Sai Ben?, al cinema certe cose le fanno solo gli uomini. Io sono Beniamino Barrese e ho girato La scomparsa di mia madre. Un film documentario che ho appena portato, con lei, al Sundance Film Festival (…) Volevo riscattarla dal peso dell’immagine che la tiene prigioniera da sempre: la figlia di Luigi, giornalista del Corriere della Sera, la sorellastra di Giangiacomo Feltrinelli, fermata per strada da Consuelo Crespi, fashion editor di Vogue e Vogue Italia, una delle ragazze della Factory di Andy Warhol, quella che disse no a Ted Kennedy. Questa è la sua storia pubblica: ero un animale addomesticato, mi ha sempre detto. Un essere sopravvissuto alla cattività scegliendo di mostrare solo la faccia che gli altri volevano vedere.
Quando la guardo io, cerco l’origine della ruggine interiore che la mette in conflitto con tutto. Alla fine ci siamo incontrati esattamente in quel punto: là dove le faccio un torto feroce, costringendola davanti a una cinepresa che lei rifiuta, le rendo anche il favore di una vita. Sai Ben?, tu sei l’unico dei miei figli che mi vede come una persona, e non come una madre.  Io l’ho mostrata nei suoi pensieri.

B. Barrese

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