Cento minuti per raccontare The Floating Piers, il progetto di Christo, concepito con la a moglie e sodale Jeanne-Claude e realizzato a dieci anni dalla sua scomparsa: la costruzione di una delle opere d’arte più grandi che siano mai state realizzate, un ponte galleggiante ad unire le sponde del lago d’Iseo. Un’istallazione temporanea ma indelebile nei ricordi delle migliaia di persone che hanno potuto calcare la passerella sulle acque e di chi oggi può esserne virtualmente partecipe.
USA/Italia 2018 (105′)
Come si crea un camminamento di tre chilometri che galleggia sull’acqua? E, soprattutto, come può nascere un’idea così ambiziosa? Se a pensarla e, dopo più quarant’anni, realizzarla è Christo, allora non è più un’utopia, ma un’opera che si può attivare. Christo – Walking on Water, il film di Andrey Paounov, racconta, nei dettagli più vivi, l’intero processo che ha portato allo sviluppo dell’opera d’arte – e di ingegneria – The Floating Piers realizzata nel giugno 2016 sul Lago d’Iseo. Non è semplice narrare la processualità di un evento di tale portata: un’operazione di arte contemporanea costata anni di pensiero, di germinazione e di lavoro da parte di una grande squadra che ha avuto luce per la prima e unica volta – le opere di Christo e della moglie Jeanne Claude, mancata nel 2009, sono uniche e non vengono mai ripetute – in Italia nel giugno 2016. In quei sedici giorni di attivazione dell’opera, giornate di cambiamenti climatici repentini, di acqua, di vento, di sole, di caos, il grande lavoro è stato fotografato da centinaia di migliaia di persone: personaggi dell’arte e utenti curiosi che hanno fatto ore di coda per vivere l’esperienza di camminare sull’acqua.
Il film è accurato e importante anche per le immagini di grande impatto – visioni dall’alto, dalla città o dal lago stesso – spesso toccanti, della messa in posa di un’opera costituita da 220 mila cubi in plastica assemblati da altrettanti viti giganti e ricoperti di tessuto arancione… quell’arancione ormai sedimentato nella memoria di tutti. L’opera è stata fotografata, ripresa in tutti i telegiornali, raccontata da testimoni. Per la prima volta l’arte contemporanea ha attivato le coscienze e gli animi di tanti. Christo, pare ironico, ha fatto camminare la gente sulle acque, realizzando un grande pensiero che, con Jean Claude, progettava dagli anni Settanta. “Tutti i nostri progetti sono opere d’arte. E sono del tutto inutili. Esistono solo perché a me e Jeanne-Claude piaceva guardarli e realizzarli.” Questo è l’incipit di una presentazione a New York di Christo prima di iniziare a lavorare sul progetto in Italia. “Camminerete letteralmente per tre chilometri sull’acqua”. (…) mostrando allo spettatore che un’opera d’arte non nasce dal nulla, ma subisce e attiva processi importanti che coinvolgono migliaia di persone, restando per sempre nella storia attraverso le opere dell’artista, tutta la documentazione realizzata e la memoria di chi quell’esperienza l’ha vissuta.
The Floating Pears ha raggiunto un tassello importante per la carriera di Christo e Jean Claude, gli artisti che hanno “impacchettato” le architetture e gli oggetti di tutto il mondo, per farli risaltare sotto gli occhi non attenti dell’essere umano. Per indicare qualcosa di importante. Il progetto risale al 1970: realizzare dei moli galleggianti sull’acqua. L’idea era nata pensando al delta del Rio de la Plata in Argentina. Ma non ottennero i permessi. Nel 1997 riprovano in Giappone, nella baia di Tokyo. Ancora una volta non ci riescono. Ecco che 46 anni dopo in Italia viene attualizzata, grazie all’aiuto di famiglie di collezionisti, del sistema operativo della città di Iseo e del denaro dell’artista, accumulato negli anni attraverso la vendita delle sue opere e dei progetti…
Rossella Farinotti – mymovies.it