Parigi a piedi nudi

Dominique Abel, Fiona Gordon

 

Fiona lavora come bibliotecaria in una piccola città canadese. Quando riceve una lettera con una richiesta di aiuto da parte della 93enne zia Martha che vive a Parigi, Fiona salta sul primo aereo e sbarca nella capitale francese dove, però, scopre che l’anziana donna è scomparsa. Mentre cerca di districarsi in una serie di disavventure, Fiona incontra Dom, un senzatetto egoista e seducente che non la lascerà sola… Tra episodi catastrofici, tuffi inaspettati nella Senna e rovinose scalate della Tour Eiffel, la commedia firmata della coppia è un curioso burlesque tra action e mimica, che rende omaggio a Keaton e Tati. Piacevolmente spiazzante.

 

 

 

Paris pieds nus
Francia/Belgio 2016 – 1h 24′


È simpaticamente anacronistico e fuori moda il film franco belga Parigi a piedi nudi, della canadese Fiona Gordon e Dominique Abel, anche protagonisti, coppia che da 25 anni scrive testi per il teatro, vivendo in modo bizzarro come i loro personaggi. La loro Parigi è un luogo dell’anima, piena di angoli sentimentali nascosti e di memorie, una Parigi a misura di Trenet o Bècaud, con quella tenda sotto la Statua della libertà in miniatura dove vive di allegri stenti un clochard galante, vanitoso e appiccicoso. Per il caso del cinema, sarà proprio lui ad incontrare l’imbranata bibliotecaria Fiona che dai ghiacci canadesi viene in Francia per trovare la vecchia zia scomparsa. Una storia di action e mimica, comicità non verbale, quasi da cartoon e debitrice a geni come Keaton e Tati, per puntare alto.
Fiona cade in acqua, nella Senna e altrove, scala la torre Eiffel, inseguita ovunque dal romantico attaccabrighe. Romantico, soave e finto come il mondo color pastello di Amèlie, il film è un ritorno al passato, salta dal reale al nonsense, utilizzando gag classici e rovinose cadute (alla Pierre Etaix), aprendo anche intermezzi deliziosi come il balletto delle vegliarde gambe sulla panchina in cui la 90enne Emmanuelle Riva, è l’ultima volta sullo schermo, esibisce una vena brillante nascosta. Una serie di buffe corrono e accorrono, dimostrando che di solitudine, morte e solidarietà si può parlare anche col sorriso, basta puntare sull’en plein dell’immaginazione (al potere).

Maurizio Porro – Il Corriere della Sera

…Il cinema di Fiona Gordon e Dominique Abel smentisce le apparenze. Lo crediamo minimalista ma a torto perché ciascuna immagine dispiega un ventaglio di idee, di invenzioni, di emozioni. Lo crediamo artificioso e costruito con precisione millimetrica ma in realtà diventa ogni volta terreno di gioco dove tutto slitta traboccando libertà, spontaneità e audacia. Questo gioco dei contrari è appannaggio dei grandi artisti. Comparati regolarmente a Jacques Tati, di cui Gordon e Abel rivendicano con rispetto l’ascendente, se ne appropriano offrendogli una nuova giovinezza, senza cadere mai nella citazione reverenziale e museale. Che disegnino il ritratto di una donna che scopre la sua dipendenza dal freddo (L’Iceberg) o la storia d’amore tra una fata e un portiere d’albergo (La Fée), le loro opere tracciano una strada singolare e funambolica, oscillando tra dramma e burlesque, che riposa sul principio quasi immutabile di un corpo (fisico o sociale) di fronte a un’avversità (materiale o esistenziale).
La dimensione ludica e poetica del loro lavoro non è mai sterile o naïve e interroga il mondo in maniera garbatamente assurda prima di incantarlo. Equivoci, abbagli, casualità, felicità o tragedie nutrono una sceneggiatura che pesca nei piccoli drammi anonimi del nostro quotidiano e tra gli outsiders eccentrici che lo calcano con piedi enormi. Una straniera smarrita, un senza tetto lunare, una donna âgée e il suo antico amore si cercano, si trovano e si perdono ancora lungo le strade di Parigi, sulle rive della Senna, dentro appartamenti haussmaniani o tende canadesi. Ricreazione di piste colorate e ludiche, Parigi a piedi nudi è definitivamente un burlesque francese, benché Fiona Gordon sia canadese e Dominique Abel belga. Attori e autori dalla personalità gentile, aggiungono sempre ai propri personaggi una presenza irreale. Fata dinoccolata lei, clown attonito lui, le silhouette filiformi, quasi giacomettiane, tendono sempre verso la danza e si allacciano questa volta in un tango elastico su un bateau-mouche. Il pericolo del burlesque è di cedere talvolta all’artificio o alla poesia leziosa ma Gordon e Abel lo eludono correggendo la gentilezza dei loro protagonisti con un pizzico di crudeltà o una nota di malcontento come nella scena al cimitero, dove un elogio funebre deraglia fino all’insulto. Lo aggirano ancora riproducendo in maniera inedita una porzione di reale.
Piantati come fiori sottili in un luogo preciso di Parigi, l’île aux Cygnes, dove la statua della Libertà si misura con la Tour Eiffel, gli autori ne fanno una sorta di riduzione giocosa, in cui si concentrano tutti gli artifici turistici della città, alle volte grandiosi e ridicoli, monumentali e kitsch. La coppia trova in Parigi un décor esuberante di possibilità e fantasie che assecondano i loro movimenti coreografici e il sentimento di generosità dei loro personaggi, la cui bellezza nascosta si rivela attraverso una scrittura umanista. Un gusto che accorda sottilmente leggerezza e gravità, dolcezza e asprezza. Parigi a piedi nudi è l’ultima interpretazione di Emmanuelle Riva, senile e punk, piena di vigore e desiderio davanti al vecchio amante di Pierre Richard. Il suo personaggio è l’antitesi di quello mortale incarnato in Amour, lo è nella maniera gioiosa di assumere la vecchiaia e di fare fronte alla morte in cima alla Tour Eiffel. È anche questa l’eleganza del comico e di una commedia a bordo Senna che offre l’occasione di ritrovare la dame dello schermo e dirle addio.

Marzia Gandolfi – mymovies.it

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