“Gioventù che salva” (Jugend Rettet) è un’ONG fondata a Berlino nel 2016 da un gruppo di ragazzi con un unico obiettivo: inoltrarsi in mare aperto a bordo della nave Iuventa per salvare chi fugge dall’Africa verso l’Europa. Il documentario di Michele Cinque non si propone di convincere i già convinti della bontà dell’azione di questa ONG ma si rivolge a tutti. Un percorso di lotta per la difesa dei diritti umani a cui è impossibile restare indifferenti.
Italia/Germania 2018 – 1h 24′
“Gioventù che salva”. Questo è il significato di “Jugend Rettet”, ONG fondata a Berlino nel 2016 da un gruppo di ragazzi con un unico obiettivo: inoltrarsi in mare aperto a bordo della nave Iuventa per salvare chi fugge dall’Africa verso l’Europa. Il loro sogno non è così semplice da realizzare: nonostante la nobiltà del loro progetto, le utopie giovanili infatti devono fare i conti con una dura realtà.
Quello di Michele Cinque è un documentario particolarmente valido perché, a differenza di altri, non si propone di convincere i già convinti della bontà dell’azione di questa ONG ma si rivolge a tutti. Farebbero bene a vederlo anche coloro che hanno posizioni nettamente opposte perché questo non è un film manicheo. Non lo è perché all’inizio ci mostra un gruppo di giovani che si cimentano nell’impresa con la vivacità (e anche un po’ l’incoscienza) di chi, ricco di amore per l’umanità, è pronto per quella che sembra una benefica avventura.
Il primo confronto con i gommoni carichi di un’umanità disperata mette tutti dinanzi alla realtà e le migliaia di persone salvate nel corso delle operazioni inducono più di un membro dell’equipaggio a porsi domande. Se da un lato iniziano rapporti personali che si configurano come amicizie con i migranti, dall’altro comincia ad affiorare qualche quesito sulla seppur involontaria collaborazione con i trafficanti di vite umane. Fino a quando la nave viene sequestrata l’1 agosto 2017. Proprio questo atto del governo italiano che ha preceduto l’attuale può indurre a riflettere anche chi si oppone alle ONG. Come in molte, se non tutte le situazioni, non è possibile generalizzare. Alcune ONG hanno finito molto probabilmente con il ritrovarsi contigue agli scafisti ma questi ragazzi non possono essere accusati di un tipo di connivenza simile. Non è necessario credere a quanto dicono. È sufficiente guardarli in azione.
Giancarlo Zappoli – mymovies.it