Francia 2017 – 1h 30′
VENEZIA – Jusqu’à la garde, esordio di un attore teatrale passato dietro la m.d.p., Xavier Legrand, è testimonianza di come i film di matrice, o perlomeno di coproduzione francese, siano stati tra le migliori presenze a Venezia 74. Ha, infatti ottenuto, in primis, il Leone d’Argento – Premio per la Miglior Regia (‘riconosciuta’ come un’altra storia ‘figlia del nostro tempo’) e si è vista attribuire addirittura un altro importante premio, quello alla Migliore opera Prima, il Leone del Futuro intitolato a Luigi De Laurentiis.
Certo “troppo”, ma Jusqu’à la garde, è comunque opera di buon livello, incentrata sulla crisi della famiglia aujourd’hui in Francia – una tematica certamente molto ’comune’ anche al resto del mondo. “Ho scelto di lavorare sul tema famiglia-casa perché son i luoghi in cui ci si sente sicuri – ha spiegato il regista in conferenza stampa – quelli in cui si forma la nostra vita, ma anche dove, a volte, c’è più pericolo, dove si può incontrare la violenza domestica, la violenza coniugale. Va detto che questo è anche un argomento un po’ tabù dove in genere l’elemento di base è la paura: le vittime alla fine hanno solo tanta paura”.
Il film è ben interpretato sia dagli attori adulti sia, ancor più, da quelli più giovani: già dall’inizio si vive un crescendo di violenza vissuta passo passo, fotogramma per fotogramma, e la vicenda prosegue rovinosamente ed ineludibilmente verso la disgregazione di una famiglia composta da padre, madre e due ragazzi: il maschio, il più piccolo, il più sensibile. Notevole la sua capacità d’immedesimazione nella sofferenza che proprio i bambini possono subire da una reiterata violenza familiare sempre più greve, più grave, insopportabile. Certo un testo filmico non facile, ma che merita di essere visto e analizzato nella sua incalzante dinamica.
Maria Cristina Nascosi Sandri – MCmagazine 43