Gangster Story

Arthur Penn

Le imprese, le fughe e la caduta di una leggendaria coppia di fuorilegge degli anni Trenta, Bonnie Parker (Faye Dunaway) e Clyde Barrow (Warren Beatty), a cui si uniscono il fratello di Clyde con la moglie (Gene Hackman e Estelle Parsons) e un ragazzotto appena uscito dal riformatorio (Michael J. Pollard): braccati e traditi dal padre del ragazzo, verranno accerchiati e dalle forze dell’ordine e barbaramente uccisi. Uno dei migliori film del regista e un caposaldo del genere gangster.


miglior attrice non protagonista (ESTELLE PARSONS)
miglior fotografia (BUNETT GUFFEY)

 

Bonny and Clyde
USA 1967 – 1h 51’

Penn parte da una serie di elementi reali (come le foto segnaletiche dei banditi che scorrono sui titoli di testa) per addentrasi subito dopo nella fantasia e nel mito trasformando il film in una specie di incubo ad occhi aperti, la cui forza evocativa è sottolineata dall’impegno di colori carichi di luce (verde, oro), procedimenti flou (che giocano a sfumare i contorni), ralenti (che conferisce alle scene drammatiche una bellezza rituale e solenne) e da uno stile che, prediligendo il montaggio ultraspezzettato al piano-sequenza allora di moda, riesce a “passare dal comico al tragico con ininterrotta felicità”, dalle situazioni caricaturali (il personaggio di Michael J. Pollard) a una grande sensibilità psicologica (i rapporti tra Clyde e suo fratello; la scena che svela l’impotenza di Clyde, tutta giocata sul non detto e l’indiscrezione). Preoccupato, raccontando il passato, di parlare del presente – e della tragedia del Vietnam – il regista usa soprattutto le scene di violenza per scardinare le attese del pubblico, “rifiutando un approccio tradizionale al problema per mostrare tutto l’orrore del sangue e del dolore fisico” e finendo per sconcertare buona parte della critica (il film non piaceva molto alla Warner che cominciò a distribuirlo nei grandi centri solo sull’onda dello straordinario successo presso il pubblico giovanile).

 

Realizzato dal regista americano dopo che la sceneggiatura di David Newman e Robert Benton era stata sottoposta a Godard e Truffaut, Gangster Story si rivela una tappa fondamentale del passaggio dalla Nouvelle Vague alla Nuova Hollywood. Alla stesura definitiva hanno collaborato anche Arthur Penn, Robert Towne e Warren Beatty.

Dizionario dei film – a cura di Paolo Mereghetti


2011 febbraio/giugno cinema TORRESINO cinema invisibile
(versione originale sottotitolata)
ARTHUR PENN: piccoli, grandi protagonisti del malessere americano >>

2000 marzo/aprile cinema TORRESINO
rassegna Leggere & scrivere di cinema >>

Lascia un commento