Sergej Prokof'ev: 50° anniversario della morte

Le partiture musicali nel cinema di Ejzenštejn

 

Sergej Sergeevic Prokofiev

Sonzovka-Ekaterinoslav [Russia] (23) 11/4/1891 – Mosca [Russia]  5/3/1953

     Sergei Sergeyevich Prokofiev nasce il 23 Aprile dell'anno 1891 (il vecchio calendario "giuliano" in uso nell'impero russo segnava il giorno 11) nel villaggio rurale di Sontsovka, oggi Ucraina, che faceva parte dell'Impero Russo. Suo padre Sergei Alekseevich Prokofiev era un ingegnere agrario, sua madre Maria Grigoryevna Prokofieva (nata Zhitkova), donna colta con un acuto senso musicale abbinato a un certo talento pianistico, ebbe un'influenza determinante sulla formazione musicale del giovane Sergei.
Trascorse i suoi primi tredici anni a Sontsovka vivendo nella grande villa della proprietà agricola dove il padre faceva  il fattore. Sergei fu un bambino precocissimo, anche se non un prodigio del livello di Mozart. La madre gli insegnò a suonare il piano e già alla età di cinque anni aveva scritto la sua prima composizione - una melodia intitolata Indian Galop. Le prime composizioni pianistiche di Prokofiev rivelarono una profonda comprensione delle forme musicali classiche con una capacità di inserire accenni di quelle innovazioni armoniche e ritmiche che caratterizzeranno più tardi il suo stile. Sua madre alimentò la sua abilità pianistica senza mai imporgli forzatamente lo studio; iniziò  le lezioni di musica formale all'età di sette anni lasciandolo libero di scoprire la musica da solo. La maggior parte degli sforzi educativi della famiglia si concentrava su  materie non musicali quali la matematica e le scienze. Grande era la predilezione del giovane Prokofiev per il gioco degli scacchi, tanto da imparare da solo le regole del gioco alla età di sette anni. Come la musica, gli scacchi furono una passione che rimase in Prokofiev per tutta la vita. Nella primavera del 1906 Sergei e la madre si trasferirono a San Pietroburgo per permettere al giovane Prokofiev di frequentare il Conservatorio. Tenne il suo primo concerto pubblico il 18 dicembre 1908 a San Pietroburgo in una delle "Serate di Musica Contemporanea". Prokofiev continuò a suonare alle "Serate”, ma anche a deludere i suoi insegnanti al Conservatorio. Egli ricevette solo voti modesti in composizione. La sua musica era troppo avanzata per la maggior parte dei suoi professori di teoria della composizione e della musica. Mentre più favorevoli furono i giudizi dei suoi insegnanti di pianoforte. La morte del padre, avvenuta nel 1910, colpì profondamente il giovane Sergej. Il 7 agosto del 1912 a Sokolniki viene eseguito il suo primo concerto per pianoforte aspramente criticato dal pubblico e, nello stesso anno, il suo secondo concerto, alla prima eseguita a Pavlosk il 5 settembre, provocò una agitazione ancora più grande di quella del precedente. Nel 1913 si diploma al Conservatorio di San Pietroburgo. L'anno successivo la Russia si era lanciata nella disastrosa invasione della Prussia Orientale. Erano gli anni in cui il compatriota Igor Stravinsky presentava i sui balletti L'uccello di fuoco, Petrouchka e La sagra della primavera. In società con l'impresario Sergei Diaghilev, Stravinsky aveva anche lanciato a Parigi nel 1909 il suo Ballet Russes. Prokofiev, nella speranza di prendere parte a questa avventura, emigrò all'Ovest nel giugno del 1914 ed incontrò Diaghilev a Londra dove gli chiese di scrivere un balletto ispirato ai temi Russi. Fu Ala and Lolli (da cui poi venne tratta la suite sciita). Nel 1917 in Russia viene detronizzato lo zar Nicola II a cui farà seguito il governo bolscevico e la nascita dell'Unione Sovietica. Prokofiev trascorre parte di questo periodo nel Caucaso parzialmente al riparo dai tumulti rivoluzionari. Nel 1918, ritornato a Pietrogrado (ex San Pietroburgo), rappresenta la sua prima sinfonia "classica". Nel maggio dello stesso anno inizia un viaggio all'estero che lo porterà in Giappone, nelle Hawaii e negli Stati Uniti. Il 20 novembre 1918 era a New York preceduto da una inaspettata fama. A dicembre debutta a Chicago il suo primo concerto per pianoforte e, nel dicembre 1920, viene rappresentata la sua seconda opera Amore per tre arance. Lo stesso anno parte per Parigi per incontrare Diaghilev che gli permette, il 17 maggio 1921, di presentare Il buffone replicato a Londra il 9 giugno. Nell'autunno ritorna in America dove viene eseguito il suo terzo concerto per pianoforte. Nel settembre del 1923 si sposa con la soprano Lina Liubera (nome d'arte di Carolina Codina). Il 1924 vede la nascita del suo primo figlio e la morte della madre, che lo aveva raggiunto a Parigi. Nel 1926, sempre su commissione di Diaghilev, compone il balletto Le pas d'acier rappresentato, l'anno seguente a Parigi e Londra con un grandioso successo di pubblico. Nel 1927 ritorna in patria per una tournée. Nel 1928 pubblica la seconda sinfonia e nel 1929 la terza. Vive a Parigi dal 1923 fino al 1933 per poi ritornare in URSS dove parteciperà attivamente alla vita culturale del paese (è di questo periodo la
collaborazione con
Ejzenštejn).  Nel 1948 viene criticato per il suo formalismo e costretto ad una umiliante autocritica. Tra le sue opere (oltre centotrenta) troviamo cantate, musiche sinfoniche, da camera, di scena, da film, balletti ed opere. Muore a Mosca, mai riabilitato dal regime, il 5 marzo 1953, stesso giorno della morte di Stalin. La salma di Prokofiev è sepolta al cimitero Novodevichy di Mosca.

K.P.

venerdì 30/5 ore 18.00

venerdì 6/6 ore 18.00

venerdì 13/6 ore 18.00

Aleksandr Nevskij
(Aleksandr Nevskij)

Sergej M. Ejzenštejn
b/n - URSS 1938 - 108’
 

Ivan il Terribile
(Ivan Groznyi - parte prima)

Sergej M. Ejzenštejn
b/n -URSS 1944 -99’
 

La congiura dei Boiardi
(Ivan Groznyi - parte seconda)

Sergej M. Ejzenštejn
b/n -URSS 1946 -85’
 

 Nella Russia del 13o secolo il principe Nevskij, già vincitore degli svedesi sulla Neva, riprende servizio e sconfigge i Cavalieri Teutonici invasori nella battaglia sul lago Peipus ghiacciato (5-4-1249). Film patriottico su ordinazione in cui la propaganda nazionalista prende il posto dell'ideologia marxiana: eroe nazionale popolare, attori professionisti, sceneggiatura lineare, lavorazione senza incidenti anche per merito di Dmitrij Vasilev, regista non accreditato della 2ª unità, che gira molte scene della 1ª e ultima parte, verbose e accademiche. Soltanto per la battaglia (37'), in stretta collaborazione con l'operatore E. Tissé e col musicista S. Prokof'ev, Ejzenštejn s'impegna nelle sue ricerche plastiche e cerca originali soluzioni di linguaggio audiovisive. Fu definito una sinfonia in bianco maggiore (G. Sadoul), un oratorio plastico (B. Amengual), persino “il più commovente dei film fascisti” (Bardèche e Brasillach) e paragonato da A. Moravia alle opere di tipo religioso-nazionale di Verdi e Mussorgskij. Accoglienze trionfali, grande successo di pubblico, pioggia di onori con Stalin che gli dice: “Sergej Michailovic, dopo tutto, sei un buon bolscevico”.

 Incoronato zar nel 1547, Ivan (1530-84) promette di unire tutta la Russia, entra in conflitto con i boiardi di cui vuole limitare il potere e con la zia che avvelena la zarina. Ivan si ritira in convento. Presentato alla fine del 1944, è la prima parte di Ivan Groznyi la cui seconda parte, nota col titolo La congiura dei boiardi, fu terminata nel febbraio 1946 e condannata nello stesso anno dal Comitato centrale del Partito Comunista dell'URSS e distribuita in pubblico solo nel settembre 1958. Tornato a Mosca, Ivan entra in conflitto con l'amico Fëdor Kolitchev, diventato pope metropolita col nome di Filippo e schierato con i Boiardi. Euphrosinia, zia di Ivan e madre dell'inetto Vladimir, che i bolscevichi vorrebbero come zar, prepara un attentato, ma Ivan sostituisce a se stesso il giovane che così viene ucciso da un sicario inviato da sua madre. Nella 2ª parte, inseparabile dalla 1ª, Ejzenštejn inserì una lunga sequenza a colori (in Agfacolor, bottino di guerra). La 3ª parte non fu mai girata: doveva raccontare la vittoria finale di Ivan, ormai diventato il Terribile. Nella cineteca di Mosca erano conservate 2 sequenze inedite (20 minuti circa), una delle quali (L'infanzia di Ivan) doveva servire di prologo alla 1ª parte. Può essere letto a diversi livelli: storico, politico, psicologico, estetico, allegorico. Ivan è Ivan. È Stalin. È un re di Shakespeare. È un eroe di opera wagneriana. È la rievocazione – spesso in bilico sul ridicolo perché la sua natura è sublime – di una situazione storica che rimanda a quella del presente, elevata ad archetipo eterno. Integralmente e genialmente staliniano, terribilmente reazionario e, insieme, autenticamente rivoluzionario. Fotografia di Edvard Tissé (esterni) e Andrej Moskvin (interni). Musica di Sergej Prokof'ev.

 

da Il MORANDINI 2003

     

proiezioni video – ingresso gratuito

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